Molto grato alla giuria del concorso letterario nazionale “Uniti per la legalità”, organizzato dall’associazione culturale “La rabbia e l’amore”, nella persona del Presidente, scrittore e poeta Francesco Gemito, per avere apprezzato e premiato, Sabato 20 gennaio, nel corso di una riuscitissima manifestazione a Giugliano, il mio racconto breve “Dint ‘O Core mio”. Mi sono ispirato al tragico episodio della morte del sedicenne casoriano Stefano Ciaramella, accoltellato da una baby gang ( composta da delinquenti più o meno della sua stessa età) per difendere, dopo aver già ceduto la moto, la sua fidanzatina molestata e strattonata. Emozioni forti ho provato al momento della consegna del premio, ricevuto proprio dalle mani della sorella di Stefano, l’assessore regionale Maria Antonietta Ciaramella, ignara che fosse stato dedicato al fratello un testo narrativo, peraltro premiato. In sala anche la madre di Stefano, anch’ella molto emozionata per la gradita sorpresa; invitata dalla figlia, pure lei è salita sul palco. Commosse, con gli occhi lucidi, mi hanno sinceramente ringraziato. Dopo che io, brevemente. ho illustrato la trama del racconto, l’ ass. Ciaramella si è ulteriormente complimentata, avendo colto il messaggio di vita, di solidarietà, di amore che da esso emerge.
Sì, Stefano continua a vivere “Dint ‘O Core” di chi è capace di riannodare il filo della speranza, di ricominciare anche nei giorni bui, come hanno fatto i familiari di Stefano; vive nel cuore di chi sa mettersi dalla parte degli ultimi, di chi pratica, e non solo predica, i valori della pace, del rispetto del bene comune, della solidarietà, della giustizia sociale, dell’onestà, della lealtà; vive “Dint ‘O Core” di chi sa realizzare progetti concreti a favore dei ragazzi a rischio, sottraendoli alla strada e alla manovalanza del crimine, come sta accadendo a Scampia, arginando, in questo modo, la subcultura del branco, della violenza, dell’odio per il gusto dell’odio, che ha mietuto altre vittime adolescenti, nel napoletano, in questo ultimo periodo; Stefano vive nel cuore di tanti insegnanti che, con umanità e professionalità, consapevoli del delicato compito a cui sono chiamati, si impegnano nelle scuole per contrastare la dispersione scolastica con iniziative didattiche e percorsi educativi di alto profilo sociale e pedagogico; vive “Dint ‘O Core” di chi ama la vita, creando valide occasioni di collaborazione e di cooperazione tra gli adolescenti e i giovani, come tanti preti che svolgono il loro apostolato in contesti difficili, seminando fiducia, voglia di lottare, di reagire all’assuefazione passiva al male, agli atti di bullismo, per far trionfare il bene; nasce da qui la decisione del Cardinale Sepe di affiancare gli oratori ad ogni parrocchia, luoghi di aggregazione, di dibattito culturale o di impegno di volontariato: questo è credere concretamente nella vita! Stefano vive “dint ‘o core” di chi crea anche concrete possibilità di lavoro attraverso progetti di conoscenza delle risorse locali, come si dovrebbe cominciare a fare a Casoria, così come sollecitato dal vescovo Lemmo nella presentazione del libro “Casoria Sacra”; vive, infine, Stefano in chi ricorda le vittime della violenza , delle mafie, attivando i segni che riscattano i caduti, com’è successo ieri nella manifestazione, ben condotta da Ida Piccolo. Premiati anche i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, alle quali sono state dedicate i premi speciali: la sorella di don Peppe Diana, il fratello di Mena Morlando, i parenti di Salvatore Nuvoletta e un parente di Gelsomina Verde; un riconoscimento anche alla madre della piccola Fortuna, gettata dal settimo piano del suo palazzo, al parco Verde di Caivano; inoltre, premio meritatissimo ad alcune splendide realtà associative di volontariato, tra cui L’Associazione Nazionale dei Carabineri, che donano gesti gratuiti d’ amore, di generosità, facendo attenzione, come è stato sostenuto dai referenti intervenuti, ad offrire, “oltre ai beni materiali, ascolto, rapporti sinceri di amicizia, relazioni autentiche in cui la gente si possa sentire valorizzata, rispettata nella propria dignità”.
Un unico pensiero ha accomunato i vari interventi, le splendide poesie declamate da poeti e poetesse vincitori, i libri e i racconti premiati: non dimenticare le vittime della bieca violenza camorristica e mafiosa significa non solo ricordarle, ma soprattutto testimoniare quotidianamente il loro messaggio d’impegno civile, di costruzione di giustizia sociale nelle comunità locali, d’amore per la propria terra, di rispetto dei beni comuni, di attiva partecipazione alla vita democratica, nella ribadita consapevolezza che occorre investire nell’istruzione per una rivoluzione culturale capace di elevare la qualità umana del capitale umano, inaridendo il terreno in cui attecchiscono i germi letali della violenza, della sopraffazione e dei soprusi. “Il nostro Paese” ha evidenziato al riguardo don Aniello Manganiello, “non ha bisogno di eroi, ma di “buoni cristiani e onesti cittadini”, che sappiano, aggiungo, citando il vescovo don Gian Carlo Maria Bregantini ,”trasformare in grano ogni seme che muore”. Oltre al significativo intervento introduttivo dell’attore Angelo Iannelli, Pulcinella della legalità, distintosi con un monologo introduttivo, molto pertinente con il tema della serata, degni di menzione anche gli interventi del commediografo, attore e poeta Tomas Mugnano e di Cosimo Alberti, da “Un posto al sole” .
Alla fine della manifestazione ( onorata dalla partecipazione del sindaco di Giugliano Antonio Poziello e dal Gen. C. A. Domenico Cagnazzo, Ispettore Regionale per la Campania ) cena squisita, in un clima festoso e di grande cordialità, presso il ristorante “Pasqualotto” di Mugnano di Napoli. Qualificata la giuria del Concorso, composta da: Gioconda Oliano, poetessa, Rosaria Pannico, poetessa e giornalista, Antonella Amato, giornalista, Michele Marra, giornalista e poeta, Anna Casaburi, attrice.
Antonio Botta