Nel cuore di Napoli, tra Piazza del Plebiscito e il glorioso Teatro San Carlo, nell’elegante e storica cornice del Caffè Gambrinus, giovedì 7 aprile si è tenuto un piccolo grande evento, l’incontro tra Angela Luce e il suo pubblico, un pubblico numeroso e caloroso, che ha partecipato con grande affetto tributandole generosi applausi per tutto il corso della serata. L’artista appare in tutto il suo splendore, vestita con un elegante tailleur blu a piccoli pois bianchi, sguardo luminoso, sorriso raggiante e ancora tanta voglia di comunicare attraverso il suo animo esplosivo e vulcanico, ma allo stesso tempo delicato e sensibile. Con una battuta sul traffico di Napoli e una risata strappata al pubblico che pende dalle sue labbra, Angela Luce rompe il giacchio e comincia a leggere una poesia tratta dalla sua raccolta “Momenti di …Luce”, volume vincitore, tra l’altro, del premio speciale del Presidente della Giuria di Camaiore 2009, premio precedentemente vinto anche da Karol Wojtyla. Subito dopo, la parola passa a Giovanna Castellano, scrittrice nonché addetto stampa dell’artista, che introduce la serata presentando il noto e autorevole critico cinematografico e docente della cattedra di Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Valerio Caprara, che ripercorrendo la lunga carriera dell’artista, ne sottolinea alcune tappe fondamentali, evidenziando come Angela Luce non sia mai stata una cantante “prestata” al cinema come tante altre, specie della sua generazione, ma una vera e propria attrice, che ha saputo condurre la propria carriera parallelamente su più binari. Per il Cinema Angela Luce ha lavorato con i nomi più prestigiosi, Totò, Pasolini, Avati, Comencini, Steno, Zampa, Visconti e tantissimi altri, disegnando profili di donne diversissime, intense ed enigmatiche, interpretando ruoli che le hanno dato grandissime soddisfazioni, come quello di Amalia nel film di Mario Martone “L’amore Molesto”, che le è valso, oltre la nomination per la Palma D’oro a Cannes, il più prestigioso tra i premi per il cinema italiano, il David di Donatello.
La serata prosegue accennando al Teatro ricordando, naturalmente, le grandi esperienze con Eduardo, con Peppino De Filippo, ma anche le partecipazioni alle commedie musicali, come una fortunata e celebre edizione di “Rugantino” con Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Ornella Vanoni. Ma ecco che arriva il momento più atteso della serata, Angela Luce si avvicina al microfono e, accompagnata dal Maestro Gianni Aterrano, comincia ad intonare “Era de Maggio” ed improvvisamente l’atmosfera cambia, diventa intima e raccolta. Con la sua interpretazione sentita, vera, ci fa vivere sulla nostra pelle quello che racconta attraverso il suo canto, viviamo quell’attesa, quel sentimento di speranza, attendiamo, con lei, quel ritorno tanto desiderato di un amore ormai lontano. Prosegue con uno dei suoi cavalli di battaglia, “So’ Bammenella ‘e copp’ ‘e Quartiere” di Raffaelle Viviani, pezzo che introduce raccontando il suo incontro con il regista Giuseppe Patroni Griffi, avvenuto nella mitica pizzetta di Capri. Il maestro, colpito dalla sfolgorante bellezza e dalla musicalità della sua voce, la volle fortemente come protagonista di “Napoli notte e giorno”, dove cantò appunto “Bammenella”. La serata prosegue con altri pezzi classici come “Desiderio”, “Je te vurria vasà”, “’O sole mio” fino a concludere , tra applausi fragorosi e complimenti a gran voce, con “Ipocrisia”, celeberrimo brano che la portò al secondo posto del Festival di Sanremo. Dopo la serata, Angela Luce si è intrattenuta per oltre un’ora con il suo pubblico, tra foto, autografi e complimenti. Tutti siamo andati via col cuore più leggero, consapevoli di aver assistito ad un piccolo grande evento, come accade sempre quando su un palco si accende una vera …Luce.
di Eduardo Paola