La vita di un giurato: il rush finale al festival di Giffoni

Arriva il giovedì al festival, anche se in realtà è difficile tenere il conto dei giorni a Giffoni. Il mondo esterno ha un ritmo completamente diverso rispetto a quello dei 10 giorni della kermesse cinematografica riservata ai giovani più prestigiosa al mondo.

“Domè, c’è il regista di Viva l’Italia, andiamo?” mi dice Maura, conoscendo la mia ammirazione per il film con Michele Placido. Così, dopo aver visto un altro film in concorso, Darkness on the edge of town, ci dirigiamo alle Antiche Ramiere per l’incontro con il simpaticissimo Massimiliano Bruno.

 

Appena finito l’incontro scappo verso la Truffaut per uno degli incontri che attendevo con più interesse, quello con Walter Veltroni, presente al festival nelle vesti di regista. Il mercoledì sera hanno proiettato, nella stessa sala dell’incontro, il suo ultimo film, I bambini sanno. Un altro capolavoro, proprio come “Quando c’era Berlinguer”.

Dopo l’incontro e un’altra bella serata passata in compagnia, si dorme in attesa del venerdì che ci regalerà l’ultimo film in concorso. Ci svegliamo, un po’ stanchi in realtà. Al festival vivi emozioni contrastanti: sei stanco ma, allo stesso tempo, sei carico. L’ultimo film in concorso nella sezione Generator +18, Fatima, parla di una madre che vive con le sue due figlie. Purtroppo Fatima non conosce bene il francese (lingua del paese dove è ambientato il film) e la cosa è, per lei, un fardello molto pesante da sopportare. A questo si aggiunge il rapporto complicato con la figlia 15enne che non può accettare il lavoro svolto con grande dignità dalla madre, ovvero la donna delle pulizie. Fatima, un giorno, si fa male cadendo dalle scale e comincia a scrivere in arabo tutto ciò che vorrebbe dire alle figlie, ma che in francese non è mai stata capace di comunicare loro.

Film in concorso terminati, ma si voterà il sabato. Ci lasceranno un po’ di tempo per elaborare le nostre idee sui lungometraggi. Ma nel frattempo il festival continua con un importantissimo incontro, ovvero quello con il Ministro della Difesa Roberta Pinotti. Di sera al “Late SHow” del Trio Medusa, invece, arriva Lorenzo Fragola.

Spunta l’alba, si deve già votare. Il festival sta per finire e lo leggi dagli sguardi, un po’ malinconici, dei giurati. Ma prima c’è uno degli ultimi impegni da onorare. Ancor prima di votare il lungometraggio, ci vengono proposti otto cortometraggi per un altro concorso. Il mio preferito è stato “Lukas & the Aspies”, un corto danese che parla della storia di un ragazzino, Lukas, affetto dalla sindrome di Asperger. Cortometraggio preferito che, ovviamente, ho votato. Mentre sull’altra scheda, quella dei lungometraggi, ho barrato la casella legata a Gabriel.

Nel pomeriggio grandissimo incontro alla Sala Truffaut con il Paride di Troy, lo straordinario Orlando Bloom. Giusto per rendere l’idea del valore di un festival come il Giffoni. L’ultima serata la passiamo tutti insieme per le stradine di Giffoni Valle Piana, ad intonare il motivetto del Festival, Waltz No. 2

A stento si trattengono le lacrime, si avvicina la fine del festival. Si potrebbe dire che abbiamo fatto così tardi da non esserci mai addormentati quel sabato. Giusto un paio d’ore e poi l’ultimissimo impegno, quello delle 10 alla Sala Truffaut: i cortometraggi d’azione in concorso. Dei veri e propri cartoni animati, in effetti.

Poi saluto tutti, prendo la navetta, arrivo alla stazione di Salerno, poi a Piazza Garibaldi, poi a Casoria. Rivivo i momenti del festival tra foto e ricordi.

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