Da quanti anni milita all’interno del PD?
Provengo da una cultura politica di sinistra, che si ispira ai valori del riformismo e della giustizia sociale. Dopo un’intensa attività sindacale nella FLC CGIL e dopo un’esperienza attiva nel Partito Socialista, dal 2009 ho aderito al Partito Democratico e dal 2010 sono componente della segreteria regionale del PD Campania, come responsabile del Dipartimento Scuola, e membro del Coordinamento regionale Donne PD.
Cosa l’ha spinta a candidarsi?
La volontà di tentare il cambiamento. Scendo in campo in una città difficile dalla quale si vorrebbe spesso fuggire. Ma è la mia città, ci sono nata e ci vivo, la nostra città, che nonostante i suoi problemi, le sue difficoltà ha enormi risorse, un capitale umano e sociale da valorizzare. Casoria ha bisogno dei suoi cittadini, soprattutto di quelli che si collocano al di fuori di logiche di potere nel rifiuto di personalismi. La sfida è impegnativa, ma vale la pena percorrerla. Io ci provo, con l’impegno di dare voce a chi non ha voce.
Lei è un insegnante, molto attiva nei confronti dell’argomento scuola (come dimostrato anche dai diversi articoli da lei pubblicati su Casoriadue). Cosa pensa si potrebbe fare per quanto riguarda la scuola e la cultura?
Un piano di razionalizzazione dell’ edilizia scolastica, servizi a sostegno degli alunni e dei diversamente abili, spazi laboratoriali. Scuole aperte soprattutto in aree a rischio come presìdi di legalità, una seria programmazione tra le istituzioni territoriali, con una progettualità di rete. Come si può pensare allo sviluppo di una città se non si parte dall’istruzione e dalla formazione? Per la cultura, insisto col dire che è necessario dare vita ad un centro polifunzionale, che crei sinergia tra le scuole, la biblioteca, con la creazione di un teatro e di un Auditorium, di un Archivio storico e di un Museo, e perché no di un distretto universitario o di Scuole di specializzazione, che coniughino il mondo produttivo con la ricerca e che sappiano richiamare portatori di interesse ed investimento di capitali.
Perché votare lei?
Intanto perché sono una donna, e non dico questo per affermare un primato di genere, ma semplicemente perché le donne possono costituire una variabile di rottura, la leva strategica del cambiamento, per una nuova visione dello sviluppo. Affidare alle donne un nuovo protagonismo potrebbe significare migliorare la vita delle famiglie e dell’intera comunità. In secondo luogo, per interpretare i bisogni sociali. Per lungo tempo mi sono dedicata all’associazionismo e sono venuta a contatto con varie problematiche territoriali. Sono stata Presidente del Comitato di Quartiere Castagna, che ho fondato con un Gruppo promotore nel 2008, e ho combattuto per migliorare la vivibilità di un tessuto sociale che ha scontato a lungo il disinteresse delle istituzioni e lo scempio di un’urbanizzazione selvaggia, l’ assenza dei servizi e di spazi di aggregazione, insomma la negazione di uno sviluppo sostenibile.
C’è un progetto che le sta a cuore e che le piacerebbe poter realizzare in caso divenisse consigliere comunale?
Bella domanda in una città con gravi problemi e nel pieno immobilismo. Premesso che per dare serie e concrete risposte occorrano scelte etiche prima che politiche, sono tre le priorità che mi stanno a cuore. 1) Il welfare, o lo stato sociale, dunque l’introduzione di misure di contrasto alla povertà per raggiungere obiettivi di inclusione sociale, di sicurezza, di salute, di promozione della legalità e della qualità della vita dei cittadini. La prima cosa da fare è definire i livelli essenziali di assistenza, integrare i servizi alla persona, alle famiglie ed alla comunità, i servizi all’infanzia ed agli asili nido per consentire alle donne di lavorare e di contribuire al reddito familiare, incentivandone le microattività ed il lavoro autonomo. 2) Scuole, Cultura ed Ambiente per lo sviluppo. Un serio piano di edilizia scolastica, che restituisca gli edifici alle scuole. La promozione di nuove politiche economiche a partire dall’ambiente e dal grave problema delle aree dismesse, da riconvertire in possibilità occupazionali, attraverso il recupero di alcuni settori, dal manifatturiero di vocazione territoriale, alla nascita di un polo della conoscenza per preparare nuove professionalità. 3) Le periferie e la ridistribuzione dei servizi e dei trasporti, con misure per la sicurezza urbana e la riqualificazione degli spazi, il miglioramento dell’illuminazione e della vigilanza pubblica.
Cosa spera e si augura per Casoria da queste elezioni?
Che il bene della città divenga il comune denominatore di ogni espressione politica, nella direzione di un progetto di buona governabilità, che abbandoni le vuote politiche, del paradossale “fare niente”. Casoria ha bisogno di interventi concreti, di fattibilità e di trasparenza, della riorganizzazione della macchina amministrativa. Essere sui veri problemi della città, nel rispetto dei ruoli e non nel “gioco delle parti”.
Se vuole aggiungere qualcosa…
Chiedo ai cittadini casoriani di non rinunciare agli spazi di democrazia e di non delegare agli altri la scelta del voto perché una scelta consapevole e libera, anche se dovesse rilevarsi sbagliata, è pur sempre meglio di un’astensione o di un voto condizionato. Questo è l’inizio di una rivoluzione culturale per realizzare il cambiamento della classe politica e dirigente, che deve lavorare esclusivamente per la difesa dei diritti umani e della cosa pubblica.
E allora un grande in bocca al lupo alla nostra collega, a voi la scelta!