Molti giovani sono disinteressati alla politica, perché da essa delusi. Cosa ha spinto un giovane come te a scendere in campo?
Personalmente non so cosa mi abbia spinto ad avvicinarmi ad un partito politico ed entrarne attivamente a farne parte.
Credo che sia frutto di una serie di sentimenti e comportamenti propri della mia persona, e della educazione data dalla mia famiglia. Ho sempre cercato di portare avanti le cause in cui credevo, cercando di portarle a compimento, già dalla scuola fino ad oggi. Se oggi sono in Sinistra Ecologia Libertà, partito in cui milito si può dire dalla sua fondazione, è perché credo che questo progetto e nelle persone che ne fanno parte e ritengo che questo sia un utile “mezzo” per l’attuazione di una buona politica sul territorio e di un reale miglioramento della città.
Tutto il gruppo di Sel è composto da compagni giovani che non smetterò mai di ringraziare per il loro impegno, che a titolo gratuito ,intendono e cercano di portare avanti le proprie idee, con ogni mezzo, nonostante le difficoltà. Il problema nei ragazzi di oggi, è caratterizzato dalla fine di una cultura politica nel vero senso della parola, dovuta alla fine dello scontro ideologico segnato dalla caduta del muro di Berlino. Nel caso della Sinistra, quella cultura che era presente nell’arte, nella musica, e nello stesso stile di vita e di pensiero di tanti ragazzi ha perso la propria forza. Questo vuoto è stato riempito dai modelli televisivi come che insegnano alle persone che l’importante è apparire che non conta quello che sei, ma quello che gli altri vedono di te. La televisione oggi è lo specchio dell’Italia e della nuova ideologia degli ultimi 20anni, quella in cui ti viene fatto credere tutto ti è possibile, e nel frattempo tutto ti viene tolto. Un altro problema dei giovani è quello che il paese è gestito da una classe dirigente che definire prestorica è un eufemismo, non sono presenti nuove leve e non esiste un ricambio generazionale reale e chi vuole parlare e portare le proprie idee viene zittito. Questo è un prezzo che paga anche il paese che si presenta impreparato alle sfide del futuro. Ad un giovane oggi vengono portate via anche le speranze e il diritto ad avere nella vita una propria stabilita e indipendenza, per potersi affermare nel mondo che lo circonda. Questo porta i più a non vedere nella politica un mezzo per far valere le proprie idee, ma solo come un luogo dove vengono coltivati gli interessi di pochi.
Se la politica vuole davvero attirare i giovani ad essa, può farlo in un solo modo, mettendo i giovani al centro del proprio mondo, creando partecipazione e ascolto e ridiventando per questi un sano laboratorio di idee, dove i giovani possano, coltivare, far crescere e veder realizzate le proprie idee e progetti. Fin quando saranno usati solo come spot, o per interessi elettorali, i giovani saranno sempre lontani da questo mondo che sembra estraneo a tutto il resto, ma che in realtà dovrebbero capire decide anche per il loro futuro. Lo stesso gruppo della “Fabbrica Sociale”, di cui faccio parte finita la campagna elettorale, si muoverà con iniziative culturali e sociali con l’intento di avvicinare giovani, anche non della nostra area politica, alle problematiche non solo del territorio, per stimolare una discussione costruttiva, che è il sale delle idee.
Quali credi siano gli errori degli amministratori passati e quali ritieni essere i problemi principali da affrontare per restituire vivibilità alla città di Casoria?
Le problematiche da affrontare oggi sono molteplici: dal problema rifiuti, ai trasporti, passando per la mancanza di luoghi di aggregazione . La città di Casoria è diventata un luogo senza alcuna identità affogato dal cemento, e schiacciato dall’essere periferia a ridosso del capoluogo. In questi anni si è pensato solo a costruire senza freni e non curandosi del territorio, senza alcun tipo di progettualità. La prima cosa da fare per rendere Casoria vivibile, sarebbe sicuramente quella di affrontare in maniera seria il problema rifiuti. Assistiamo oggi ad una raccolta quasi inesistente dove in alcune zone residenziali vi è la raccolta rendendo la situazione sopportabile, altre dove vi sono le cosiddette zone miste, soprattutto nelle zone più popolari, dove i palazzi sono braccati
dai rifiuti. Le sole soluzioni che sono state trovate sono l’isola ecologica, per fortuna sventata, e sempre ad Arpino la costruzione della centrale a Biomasse, una vera bomba nel centro cittadino con una densità di popolazione altissima. Alla quale come personalmente, e come Sel diciamo un deciso e convinto No.
Proponendo un serio ciclo dei rifiuti e una soluzione che veda un porta a porta in tutte le zone della città, che porti a trasformare la tassa in tariffa, incentivando cosi la popolazione alla raccolta differenziata.
Costruendo una filiera dei rifiuti, dove poter fare anche attività di educazione al riciclaggio, e proponendo iniziative nelle scuole che insegnino il rispetto ed ad avere cura del proprio territorio, è il posto dove viviamo ,chi mai rovinerebbe casa propria? Sempre in tema di ecologia, l’utilizzo di impianti ad energia rinnovabile, che danno la possibilità di immagazzinare energia in maniera autonoma, che potrebbe essere erogata ai cittadini stessi.
Altro problema quello dei trasporti, è impensabile che una cittadina come Casoria, non solo non sia entrata nel circuito della linea 1 della metropolitana, ma che si veda anche dimezzare le corse dei treni, e con il trasferimento della stazione centrale dei pullman di Napoli da piazza Garibaldi, debba subire anche in questo un ulteriore disagio.
Con l’ulteriore beffa dell’aumento del prezzo del biglietto da 1.10 a 1.60 aggravando ancora di più sulle tasche di pendolari e studenti, grazie a i tagli della regione. Altro discorso sono le strutture che dovrebbero essere pubbliche, il palazzetto dello sport, la piscina, lo stadio dovrebbero tornare in mano comunale per trasformarsi in centri polifunzionali dove poter insegnare soprattutto ai ragazzi dei quartieri difficili la cultura dello sport, del rispetto e dello stare insieme.
Lo stesso candidato a sindaco Mazzone è impegnato con una squadra di Rugby Afragola dove segue molti ragazzi, e nel mio piccolo da quando ho iniziato ad allenarmi con i Napoli82 una squadra di Football Americano del capoluogo ho acquisito valori ed esperienze che mi hanno segnato per sempre anche come persona. Il riscatto sociale a Casoria passa anche dallo sport, vedere realizzato anche tra molti anni un progetto del genere, sarebbe per me motivo di felicità.
Tutto questo è possibile recuperando e bonificando le aree dismesse, che da anni sono abbandonate e sono frutto della speculazione e di interessi di molti, ma non della popolazione. Queste aree vanno recuperate e trasformate in luoghi di sviluppo, per la cultura e il sociale, e aiutare a Casoria a crescere in quello che è lo scenario della città metropolitana.
Tutte queste cose pero non possono essere realizzate, se non si instaura nei cittadini un concetto importante, quello della partecipazione e della trasparenza della macchina comunale. Il cittadino deve capire che chi è in consiglio comunale è un suo dipendente e che deve essere espressione dei cittadini che questo rappresenta. Un maggiore controllo dei cittadini e una maggiore presenza e partecipazione aiuterebbe a costruire davvero un progetto di una città migliore, con l’aiuto di tutti. Sotto questa ottica nel nostro programma c’è la della creazione delle 5 consulte cittadine, che servano ad avere una maggiore partecipazione dei cittadini e ne garantisca la costante presenza nelle attività comunali.
La voce della popolazione ha avuto un ruolo importante ad esempio nel rallentare i lavori per la centrale a biomasse.
Ad Arpino nel nostro programma è prevista la figura del ProSindaco che sarà a tutti gli effetti il sindaco della circoscrizione e si farà voce ulteriore dei problemi del territorio. In tutto questo ci vuole un potenziamento della macchina comunale interna, con anche li concorsi trasparenti e garantiti. Un potenziamento interno che porti a risparmiare al comune gli 800mila euro spesi quest’ anno solo per pagare i manager esterni. Non mi pare che tutte queste siano idee utopistiche ma c’è bisogno dell’aiuto e il sostegno di tutti per poterle realizzare. Nessuno qui ha la bacchetta magica, tutto quello che si può realizzare può essere fatto solo tutti insieme ed un centimetro alla volta, l’importante è iniziare.
Uno dei maggiori drammi del nostro territorio è quello dell’assenza di lavoro. Come credi che si possano creare sviluppo economico ed opportunità lavorative?
Non si possono fare promesse, ma solo essere coerenti con quello che si dice: puntando su quello che il nostro territorio può offrire, gli stessi punti del programma da me citati, dai rifiuti al recupero delle strutture per favorire cultura e ricerca possono far nascere concrete e trasparenti opportunità lavorative sul territorio.