IN NETTA DISCONTINUITA’ COL PASSATO
In netta discontinuità col passato in cui si è governata Casoria in maniera “affaristica, clientelare e familistica”. E’ quanto emerge, in sintesi, dal colloquio con la neo consigliera comunale Susy Pagliuca. Docente di Filosofia e Storia al liceo Gandhi , ha occupato ruoli dirigenziali all’interno del Partito Democratico. La ringrazio per la sua immediata disponibilità a concedere l’intervista.
Innanzitutto congratulazioni per il suo successo alle ultime elezioni amministrative. Quali motivazioni l’ hanno spinta ad entrare nell’agone politico?
Per cominciare la ringrazio del suo augurio che considero di buon auspicio per un lavoro proficuo. Sono nuova all’esperienza istituzionale, ma non politica. Da dirigente del Partito democratico, conosco molto bene il territorio e le sue emergenze, ma soprattutto lo stato di degrado a cui è ridotta Casoria, a seguito di gestioni affaristiche, clientelari e familistiche. Abbiamo fatto per ben cinque anni, come PD, una serrata opposizione all’amministrazione in carica per evitare derive, che non sono mancate anche in ambito finanziario, e che hanno lasciato un Comune in dissesto economico, con gravi ricadute sul piano sociale e civile. Ciò che oggi mi spinge, con determinazione, ad un investimento diretto nel ruolo istituzionale è innanzitutto il desiderio di ripristinare lo stato di legalità. Legalità significa far vivere il proprio paese, e con esso i suoi cittadini, nellanormalità, e quindi in condizioni di sicurezza e di vivibilità, in uno stato di diritto e di giustizia sociale, di trasparenza del governo, diefficientismo di servizi. Sono stanca di assistere a forme sempre più dure di marginalità sociale che condannano principalmente le fasce deboli, tante donne, anziani ma anche molti giovani. Le sembra poco tutto questo per motivare la mia scelta?
Nella prima importante riunione di lavoro dei neoeletti , su quali punti programmatici, ritenuti da lei prioritari, imposterà il suointervento, per sollecitare una netta discontinuità con il passato?
Nella prima riunione? Intanto, si provvederà all’insediamento del Consiglio Comunale. La prima condizione per una corretta prassi amministrativa è creare una discontinuità nel metodo e negli obiettivida impegnare nel consesso comunale. Innanzitutto è necessario un lavoro sinergico e fatto di trasparenza amministrativa, che abbia come riferimento i cittadini e non le logiche affaristiche e personali. Tra i punti programmatici, direi che non si può prescindere da una politicad’indirizzo e di controllo orientata al miglioramento del welfare, con l’investimento di politiche sociali, giovanili e di genere e con attenzione alla formazione ed alla cultura. La questione di genere è prioritaria non per farne discriminanti sessiste, ma perché la donna può avere un ruolo importante nel sostegno all’economia familiare, se tutelata da politiche per l’occupabilità, attraverso la diffusione di strumenti quali gli sportelli di orientamento e reinserimento e le strutture per l’infanzia, come gli asilo nido, che migliorano la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. Gli Accordi territoriali di genere, nell’ambito del POR Campania FSE 2014-2020 vanno in questa direzione. Altri aspetti importanti sono la sostenibilità ambientale e la sicurezza, la mobilità che investe un piano traffico adeguato.
Sicura che la coalizione che sosterrà Fuccio sarà coesa e compatta, senza intruppamenti nella maggioranza dei soliti voltagabbana e dei camaleonti che cambiano idea al pensiero di comode poltrone di potere?
La nostra campagna elettorale si è ispirata a due fondamentali presupposti: rivoluzione e libertà. Non semplici slogan per catturare consensi, ma principi per riscattare la città. Rivoluzione significa rottura con i paradigmi preesistenti, e sappiamo dove la precedente politica casoriana ci ha condotto. Libertà è emancipazione da ogni costrizione, è la possibilità del cittadino di esprimersi liberamente e criticamente. “Libertà è partecipazione” diceva Gaber. Noi abbiamo creato una coalizione non intorno ai nomi, né alle cariche, ma ad un’idea programmatica, ad una visione condivisa ed innovativa di città, con la presenza di molti giovani e donne. Se qualcuno dovesse venir meno a questa impostazione, il Sindaco avrà piena facoltà di prendere ogni provvedimento utile all’agibilità politica del governo cittadino. Perché questo è il nostro scopo, una politica del fare che ridoni dignità alla città.
Si sa che la situazione economica del Comune non è florida, per usare una espressione eufemistica. Occorre rientrare nei parametri stabiliti dalla Corte dei Conti. Come coniugare tale esigenza con la necessità di una politica ambientale e sociale mirata ad elevare la qualità della vita a Casoria?
Stiamo ereditando un Comune in predissesto finanziario che deve fare i conti con lo sforamento del patto di stabilità del 2012. Uno sforamento che implica una riduzione di spesa relativa a tutti i PEG (Piani economici gestionali), con un vincolo del 90% delle spesecorrenti. Ciò che ci attende, quindi, è la riduzione di utilizzo di investimenti, con l’impossibilità di contrarre ogni ulteriore debito. Una situazione che creerà uno stallo almeno fino a dicembre 2016, soprattutto se si tiene conto anche della carenza di impiego di risorse umane nei vari settori. Ma c’è da dire, in ogni caso, che un’amministrazione, chiamata a politiche di indirizzo e di gestione,deve avere comunque la capacità di fornire risposte, anche quando vi è una situazione difficile. Ritengo sia necessaria una reale politica del fare che si ponga come prima necessità la riorganizzazione della macchina comunale, attraverso la riduzione dei costi della politica e l’ottimizzazione del personale e soprattutto la capacità di compensare le scarse risorse economiche con il reperimento di fondi europei per implementare politiche di sviluppo a seguito di un’attenta pianificazione e capacità di gestione.
Un’ultima domanda sulla debacle del PD alle elezioni amministrative a livello nazionale. Qual è il suo spassionato parere al riguardo?
Ritengo che il discorso vada affrontato su più livelli: da un lato la caduta delle ideologie e dei partiti con una conseguente liquidità sociale e politica, che incarna l’era dei trasversalismi e un’offerta politica che si misura su logiche numeriche a garanzia della fiducia dei governi piuttosto che all’identità di visione programmatica; dall’altra la crisi interna politica che trasforma i partiti in apparati condizionati dai poteri forti dei mercati e dell’economia. Il tutto letto nell’ottica di una visione europeista in crisi, che tradisce il suo mandato politico di comunità solidale e sussidiaria dei popoli. Quanto al PD nazionale, ritengo che il partito stia in una profonda sofferenza. L’esperienza di tanti Comuni persi a livello amministrativo, tra cui Napoli, Roma e Torino è il segno dell’inadempienza e dell’incapacità di una classe politica di realizzare convergenza attraverso un modello politico funzionale ed adeguate politiche di sviluppo. Occorre che il Partito Democratico si ricostituisca in tutti i suoi organismi, con deleghe dal basso, e soprattutto con la rinuncia ad un centralismo autoreferenziato. Quando il voto degli Italiani fa registrare punte alte di astensionismo, la parola deve passare necessariamente agli elettori, che, con senso critico, devono evitare strumentalizzazioni né cedere a derive populiste, grande pericolo delle democrazie.