Ventitré le vittime, almeno cinquanta i feriti, otto dei quali in prognosi riservata. È questo il bilancio del terribile scontro frontale avvenuto intorno alle undici di ieri mattina tra i due treni della Ferrotramviaria sul binario unico tra Andria e Corato, in Puglia.
Terminate le ricerche dei superstiti, in un clima di sgomento e cordoglio, sono state aperte le indagini per accertare le responsabilità di quella che è stata definita da molti una “tragedia annunciata”.
Una tragedia annunciata, perché, come quasi sempre accade nel nostro Paese, occorre che ci scappi il morto prima di intervenire. Che il sistema delle infrastrutture al Sud fosse gravato da decenni di negligenza non è cosa nuova, ma occorreva che avvenisse uno dei più gravi incidenti ferroviari mai avvenuti in Italia perché se ne discutesse e si iniziasse a parlare di provvedimenti. Il Ministro dei trasporti, Graziano Delrio, così come anche il Premier Matteo Renzi, ha affermato che “verrà fatta chiarezza sulla vicenda.”
La brutalità dell’incidente ha reso impellente la necessità di trovare spiegazioni e cercare dei colpevoli. Se si è trattato di errore umano o meno, certo bisognerà anche “chiarire” i motivi della sproporzione tra gli investimenti tra Nord e Sud Italia. Il disastro accaduto in Puglia ha infatti riportato alla luce questo vecchio e spinoso argomento. Già in un articolo de il Mattino del 2015, Marco Esposito denunciava che ben il 98,8% dei fondi era destinato al miglioramento delle infrastrutture del Nord mentre al Sud restavano solamente briciole.
Non ha dunque sbagliato chi ha detto che in Italia si viaggia a due velocità diverse. Da una parte treni ad Alta Velocità sempre più moderni, dall’altra tratti, come quello in cui è avvenuta la tragedia, in cui a regolare la circolazione dei treni è l’ormai obsoleto sistema a blocco telefonico.
Per non parlare del caso di Matera, capitale europea della cultura nel 2019, patrimonio dell’Unesco, che è l’unico capoluogo di provincia italiano a non essere coperto da rete ferroviaria. Ma di questo bisognerebbe parlarne in un articolo a parte.
Ritornando al tratto Corato-Andria, gestito dalle Ferrovie del Nord Barese, e per il quale da anni era previsto il raddoppiamento del binario, si è scoperto, dopo i terribili fatti di ieri, che i soldi per i lavori addirittura erano stati stanziati!
Il raddoppio, figlio di un progetto finanziato con fondi europei (trentuno milioni di euro) sarebbe già dovuto essere operativo, invece i lavori non sono mai iniziati.
Così mentre decine di famiglie piangono i loro cari ed altre temono per le loro sorti, i nomi di alcune persone sono stati iscritti nel registro degli indagati delle Procura di Trani per reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo.
In un unico modo si può riassumere l’intera vicenda: vergogna italiana.