28 anni di stampa libera e trovo: molto Ciccio, tanto Tommaso e, oggi, IL NULLA!!!
Casoria non fa notizia. Questo è l’unico vero motivo del persistere della “cappa giudiziaria”, del perché non si ascolta il tintinnio delle manette e del perché è vietato il pensiero al “carcere come soluzione finale”. Non è vero che è periferia di Napoli; i falsi storici continuano a persistere: Casaurea e Napoli Nord. Falso il primo e bugiardo il secondo. Il nome Casoria deriva da casuri, cioè gli antichi capanni in cui abitavano i nostri avi e che si trovavano lungo il fiume Sebeto e vicino al fiume Lufrano, nelle paludi e nelle padule che arrivavano fino all’antica Bolla. Napoli Nord? Ma quale Napoli: Casoria, Casavatore ed Arzano non sono per niente periferia di Napoli bensì di Secondigliano e di San Pietro a Patierno. L’arresto dei Cigliano è stato pubblicato dal New York Times, dall’inglese Sunday, dal Frankfurter Allgmein, in Canada ed in Giappone; un eventuale arresto a Casoria uscirebbe, al massimo, sul Corriere di Secondigliano.
Questa è la verità di indagini, inchieste, ricerche, dalla Commissione Ambrosio a quella di Accesso agli Atti Amministrativi, nonostante lo scioglimento per camorra, voti di cambio e voti di scambio, non hanno prodotto nemmeno un avviso di garanzia. Il fatto più grave sotto il profilo sia della giustizia civile e penale e nel rispetto di chi ci ha lavorato è che la relazione secretata al Ministero degli Interni non la si può né diffondere e ne tantomeno pubblicare. Misteri d’Italia.
……… e passiamo ai fatti recenti di casa nostra. Incontro il Ciccio, al Comitato Elettorale di Massimo Iodice, in via Macello (c’era davvero il Macello Comunale, tanti anni fa, quando Casoria era la bella cittadina alle porte di Napoli prima che una scellerata politica industriale la trasformasse in “la Sesto San Giovanni del Sud”, lasciando, poi, dopo pochi anni, quelle enormi industrie in capannoni vuoti con i loro segreti di morte) e sapete cosa mi dice: “Hai capito? Casillo è stato capace di mettere insieme Nocera, Polizio, Tizziani e Trojano”. L’ex Assessore al Traffico Capparone e l’ex Assessore alle Finanze Iodice, lo guardano allibiti. Chissà cosa ne pensa il Casillo di questo suo ultimo e recente primato?
Chi ha dimenticato il Patto per il Progresso (o Processo?!?)? Un’Associazione di Uomini e Donne nato in Piazza Giovanni Pisa. Il loro desiderio è quello di rimettersi insieme, riunirsi, tutti insieme appassionatamente, di nuovo lì, fore o pruvulino, dove negli anni del Re Borbone, negli anni di Pietro e Donato Ferrara e dello stesso Giovanni Pisa, c’era il grande palco delle impiccagioni. Ci sono anche forze nuove che scalpitano, il loro settore giovanile; sono diventati maggiorenni, chi fa l’ingegnere, chi fa l’avvocato, sono i loro figli e nipoti e debbono campare. Una pletora umana.
E c’è Stefano Ferrara, il loro unico nemico, avversario ostinato, il Sindaco Tradito. Vuole tornare al Municipio. Il Sindaco lancia accuse di fuoco che chiedono l’intervento della Magistratura. La società civile, la stampa libera, non allineata, non schierata si rivolge ai P.M. Brunetti, Magnetta e D’Onofrio, il pool contro i reati verso la Pubblica Amministrazione oppure ai P.M. D’Onofrio e Valentini che perseguono reati ancora più seri, cioè proprio quelli contro il malaffare ed alla Procura di Napoli finché approfondisca il senso ed il significato delle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Tradito al collega Maglione de Il Mattino, cioè al giornale più importante del Mezzogiorno d’Italia: “L’emblema della insufficienza politica e morale di questi giorni è sotto gli occhi di tutti. Mi avevano chiesto di farmi da parte perché sono scomodo, perché non sono garante degli affari e combatto ogni forma di sopraffazione e di inettitudine. Se solo avessi avuto il minimo dubbio che tirarmi indietro sarebbe servito a fare il bene della Città, avrei coscientemente ceduto il passo. Ma non è così”. “A qualcuno interessava esclusivamente mantenere gli equilibri in nome di un passato troppo ingombrante da sgominare perché incancrenitosi nelle vene da anni di malaffare. Gli scontri, gli intrighi, le discussioni politiche nascevano solo per bramosia personale di qualcuno. Siamo ad una svolta: o consegnare la Città nelle mani dei “soliti noti” o affidare il futuro di Casoria alle cure di uomini e donne che hanno in coscienza solo il bene per la Città” dice Stefano Ferrara che sembra un fiume in piena.
Cari Lettori, vi confido anche una realtà politica di questi giorni. Chi avrebbero voluto come Sindaco i soggetti politici più esperti, quelli di più vecchia data, di questa Città. L’opzione per se stessi riguarda Ciccio Polizio, Tonino Pugliese e Salvatore Graziuso. Nocera avrebbe volentieri puntato su Luigi Iovine o in alternativa Cesare Ferone. Tommaso Casillo avrebbe gradito Mariano Russo. Vicienzo o direttore voleva Peppe Santillo. Non sono stati, purtroppo per loro, accontentati.
“Ma come fati voi casoriani a sopportare tutto questo?”. Ormai non puoi mettere piede oltre Capodichino senza essere investito dal duro compito di spiegare la sopravvivenza di un quadro politico sempre più simile al Patto per il Progresso.
Quello che fuori Casoria davvero non capiscono non è tanto il degrado morale, civile e politico di Casoria. Diciamo la verità, Casoria non è stata mai famosa per le qualità morali e civili. L’aspetto sbalorditivo è la volgarità trionfante, lo schianto culturale che non sembra mai toccare il fondo.
E’ difficile trovare nella storia una stagione di potere tanto lunga che non abbia prodotto nulla di rilevante sul piano culturale. Non un frutto del pensiero che meriti di rimanere. Gli storici che racconteranno la nostra epoca dovranno arrangiarsi ad una serie infinita di barzellette, slogan da stadio e ghirigori avvocateschi. A parte questo, c’è il pendolarismo filosofico di Massimo Iodice, che sforna, oggi, una visione opposta, rispetto a tre mesi fa. Lo stesso dicasi per tutti quelli che si sono rimessi insieme in questa campagna elettorale, dopo anni di discussioni che spesso hanno invaso perfino la sfera personale. Ha ragione Polizio quando “elogia” Casillo che ha ricomposto il grande quadro tra lui, Nocera, Tizziani e Trojano. Gli stessi elogi li merita chi ha fatto confluire, dopo due anni e mezzo di opposizione e dimissioni davanti al Notaio, Graziuso, Verre e Franco Russo, nelle fila di Stefano Ferrara. Dove sta Ludovico Russo, il giovane avvocato socialista, uno dei pochi consiglieri uscenti a non ricandidarsi?
E il folclore inventivo della Lista per l’Autonomia di Arpinia.
Preso atto di questa miseria, rimane da capire la polemica dei due schieramenti “diciamo di centrodestra” nei confronti della cosiddetta “cultura di sinistra”. La cultura della nuova destra non è mai pervenuta. Gli sforzi degli storici Notaro e Lucchese non sono mai stati sopportati dall’Amministrazione da poco mandata a casa.
Per concludere una mia personalissima analisi dei “perbene e dei malamente”. Fino a qualche anno fa Casoria era convinta che i malamente erano malamente. Negli ultimi anni, invece, si è scoperto che i malamente restano assai e sempre malamente (intendo quelli che fanno reati contro la pubblica amministrazione oltre ai ladri, scippatori, rapinatori, spacciatori) ma è nata una nuova categoria di persone, tutta casoriana, un marchio doc non esportabile. Un elenco lunghissimo: i falsi perbene. Uomini dal colletto bianco, la camicia stirata, la cravatta firmata specialisti nell’inciuciologia ed anche competenti di determine, mandati di pagamento e fitti passivi.
Concludo, chiedendo scusa alla generazione y (18 – 30 anni). Hanno trovato una brutta Città. Casoria di quando noi sessantenni avevamo la loro età era una bella Città. 4 Cinema (uno all’aperto), una vita culturale intensa, movimenti politici (c’erano i marxisti leninisti e i missini). Il Municipio in piazza con tutta la sua bellezza, il tram che arrivava fino alla piazza di Afragola.
Oggi, loro, hanno trovato una Città in cui regna il degrado morale, civile, etico, religioso, ambientale, amministrativo, tecnico, politico.
Vi chiedo scusa.
Vostro Nando Troise.