Se dici Napoli-Lazio il primo pensiero, per uno della mia generazione, vola a quel matto 4-3 di un mezzogiorno infuocato dell’aprile 2011. 31° giornata: il Napoli di Walter Mazzarri, ancora in corsa per il titolo nell’accesissimo duello con il Milan, ospita la Lazio in un San Paolo sold-out.
La gara si sbloccò ad un quarto d’ora dalla fine del primo tempo con un gol di Mauri che mise il Napoli nella scomoda posizione di dover recuperare necessariamente il risultato. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il raddoppio biancoceleste ad opera di Dias, dopo nemmeno un quarto d’ora di gioco della ripresa.
La formazione allenata da Mazzarri in uno scatto d’orgoglio, tuttavia, riuscì in maniera lampo prima ad accorciare, con Dossena, e poi ad impattare il risultato con gol dell’intramontabile Cavani. In un solo minuto.
Gli umori al San Paolo e, in generale, in tutta Napoli cambiarono in un solo istante. Quella partita ormai persa si era trasformata nella prima pietra verso il grande sogno tricolore, con il Napoli che cominciò a spingere in maniera ancor più decisa per trovare il gol del vantaggio. Pareva, cosa strana, che per una volta anche la fortuna stesse giocando per il Napoli, quando l’arbitro decise di non assegnare a Brocchi la rete del nuovo vantaggio laziale, reputando sulla linea un pallone che, invece, era entrato interamente nella porta difesa da De Sanctis.
Un favore che il Napoli rispedì al mittente dopo nemmeno qualche secondo, con una clamorosa autorete di Aronica che sembrava aver condannato di fatto il Napoli ad uscire fuori dalla corsa scudetto. Napoli 2-3 Lazio.
Ma quella a cui stavamo assistendo non era altro che una vera e propria partita infinita: Cavani steso, calcio di rigore per il Napoli, 3-3. E il capolavoro del San Paolo si chiuse con il pallonetto del Matador e il vantaggio, definitivo, per gli uomini di Mazzarri: Napoli batte Lazio 4-3.
Una partita entrata nella storia e nella memoria collettiva, anche se poi non servì a consegnare il titolo al Napoli, che dilapidò quanto di buono realizzato in quel mezzogiorno di fuoco a Fuorigrotta con due assurde sconfitte con Udinese e Palermo, dopo aver battuto il Bologna nel turno successivo alla sfida con la Lazio.
Ma il Tricolore non è mai stato così vicino come in quella giornata, per quelli della mia generazione: una sensazione bellissima.