Un grande successo per l’artista casoriano Antonio Manfredi che dopo la recente mostra di Berlino approda alla 54ª Biennale di Venezia invitato direttamente dal curatore del Padiglione Italia Vittorio Sgarbi a presentare la sua opera dal titolo “May be“. Fino al 27 novembre 2011 i 12 latitanti più famosi d’Italia saranno al Padiglione Italia nella sezione del Museo della Mafia sotto la diretta curatela di Vittorio Sgarbi. Il titolo dell’installazione pone la provocatoria ipotesi di un’infiltrazione dei protagonisti della malavita organizzata in luoghi apparentemente sicuri, come la mostra internazionale d’arte contemporanea veneziana.
I volti dei mafiosi, dei camorristi e degli affiliati alla ‘ndrangheta, con mandato di cattura internazionale, vivono, nell’installazione, grazie ad un montaggio fotografico, sui corpi di anonimi passanti, stampati su banner a grandezza naturale e in mezzo ai quali passano i visitatori della Biennale. Nel viaggio dalla Germania all’Italia i latitanti dell’installazione hanno perso ben 2 esimi rappresentanti, da 14 sono diventati 12: Giuseppe Pacilli e Giuseppe Dell’Aquila sono stati infatti arrestati rispettivamente il 13 e il 25 maggio. Ironicamente Manfredi definisce il proprio lavoro un work in regress, con la speranza che la sua installazione si depauperi sempre di più per l’arresto dei criminali che la compongono.