Per l’ennesima volta il nome di Casoria viene utilizzato in forma dispregiativa, questa volta è toccato a Vittorio Feltri, direttore de “Il Giornale”.Pertanto il primo cittadino non tace e risponde con garbo, ma allo stesso tempo fermezza, a quelli che lo stesso definisce facili stereotipi. Riportiamo la lettera del primo cittadino Casoriano.
“Il Direttore de “Il Giornale”, Vittorio Feltri, ha lanciato di recente una raccolta di firme, a cui i cittadini possono aderire via fax, mail o sms, per contestare le notizie riferite dallo scrittore Roberto Saviano, responsabile di denigrazione nei confronti del Nord dell’Italia, definito “mafioso” nella trasmissione di Rai Tre, condotta da Fabio Fazio “Vieni via con me” del 15/11/2010.In detta trasmissione lo scrittore Saviano ha parlato del radicarsi della “ndrangheta” calabrese in Lombardia e della collusione, con essa, di alcuni esponenti politici della Lega. Premesso che il sottoscritto, non ha intenzione di entrare nelle polemiche che in questi giorni vedono i media dibattere sulla bontà o meno di alcuni progetti televisivi, bensì ha premura, tuttavia, di far rilevare che nell’editoriale de “ Il Giornale”, il Direttore, Vittorio Feltri, rivolgendosi allo scrittore Saviano, scrive testualmente “Si calmi, signor Gomorra, Sondrio non è Casoria. Como non è Torre Annunziata. Brescia non è Corleone …”.Siamo alle solite. Il sottoscritto, in qualità di primo cittadino della Città di Casoria, deve esprimere la propria vivissima, energica protesta per aver utilizzato la Città di Casoria come termine di paragone in senso dispregiativo, facendo supporre nel lettore che Casoria sia stata, nella storia della criminalità, la patria di traffici illeciti, di affari equivoci, di commerci illegali.Nulla di più inesatto ed erroneo. Casoria è una città dell’Area a Nord di Napoli -, conta quasi novantamila abitanti – popolata da cittadini laboriosi ed onesti, dediti al lavoro, amministrata nel rispetto della legalità e dell’ordine, pur se tra mille difficoltà (come per altri Comuni del napoletano). Certi paragoni sono offensivi e non aiutano a capire la verità storica dei fatti, esposti in modo erroneo e qualunquistico, accomunando l’intero Sud in un giudizio negativo e dimostrando di non conoscere le tradizioni, l’attuale realtà e gli aspetti positivi di Casoria. Non è la prima volta che esprimo il mio disappunto rispetto a considerazioni affrettate e generaliste. Insieme con la città di Casoria dico basta: inaccettabili sono quei giudizi che fondano il proprio teorema su pericolosi quanto mai anacronistici stereotipi.Tanto è stato mio dovere esprimere, quale smentita doverosa nell’interesse dei miei concittadini e della verità”.