E’ ufficiale: Gloria Trevisan, 27 anni,di Camposampiero (Padova) e Marco Gottardi, della stessa età, della provincia di Venezia, fidanzati, sono stati dichiarati morti; fino a ieri erano ancora ritenuti dispersi e i genitori si aggrappavano alla speranza, seppure flebile, di essere riusciti a salvarsi dall’infernale incendio divampato nella torre Grenfelle Tower di Londra, dove risiedevano, al 23esimo piano, da circa tre mesi, dopo essere riusciti finalmente a trovare un lavoro remunerativo. Entrambi laureati in architettura(Gloria, con lode), in Italia veniva loro concesso qualche lavoro precario, in cambio dell’elemosina di pochissime centinaia di euro mensili.
Gloria,chissà, si sarebbe pure accontentata di questa paga misera per soddisfare i propri bisogni, ma aveva necessità di guadagnare per aiutare la famiglia, che si trovava in un periodo di ristrettezze economiche. Al momento in cui il fumo era iniziato a diffondersi e le fiamme a propagarsi, Gloria stava al telefono cercando di rassicurare i propri genitori; poi, rendendosi conto dell’entità dell’incendio, ha ringraziato i propri cari per quanto avevano fatto per lei; anche Marco, quando l’incendio stava per cominciare a svilupparsi, si trovava al telefono, dialogando con i genitori; poi, la comunicazione si è improvvisamente interrotta.
Gloria e Marco: due giovani dal volto pulito, dallo sguardo sereno, che sorridono insieme, in una foto, alla vita; vi si scorge la speranza,negli occhi espressivi, di vedere realizzati i loro sogni, per i quali avevano studiato con tenacia, con l’obiettivo di raggiungere traguardi importanti, contando sulle proprie forze e sul sostegno della famiglia. Due ragazzi seri, responsabili, che avrebbero potuto offrire il loro prezioso contributo al nostro Paese, lavorando onestamente, sposandosi, formando una famiglia e mettendo al mondo figli in un’Italia invecchiata, dove il tasso di natalità è bassissimo, soprattutto perché ai giovani mancano le condizioni per sposarsi e far nascere i bambini
Invece, no! Gloria e Marco, come tanti altri giovani nelle loro stesse condizioni, sono stati costretti a trasferirsi all’estero, per vedersi riconosciuto il loro valore umano e professionale, per essere trattati con rispetto; in questa Nazione, che sacrifica i suoi figli migliori, inducendoli a partire per trovare un lavoro dignitoso, il denaro pubblico è sottratto furbescamente e illegalmente alla collettività, poiché viviamo in uno dei Paesi dove, a livello mondiale, è molto alto il tasso di corruzione. In un Paese dove la disuguaglianza sociale è scandalosa, dove il disinteresse per il bene comune viene affossato vergognosamente dall’interesse personale, quale spazio c’è per i tanti Gloria e Marco, umiliati, dopo anni di studio e sacrifici, con una paghetta da quattro soldi e con l’offerta di un’occupazione precaria, a termine, che non corrisponde al titolo di studio conseguito? Gloria percepiva mensilmente, in Inghilterra, 1800 sterline,lo ha riferito il padre; qui, in Italia, riceveva una “paghetta” di 300 euro mensili: un’elemosina! Gloria e Marco, nella foto che li ritrae sorridenti, esprimono la gioia di sentirsi apprezzati, perché svolgevano un lavoro dignitoso, che li ripagava dei sacrifici compiuti in anni di studio da loro e dai genitori che li avevano sostenuti.
E’ terribile, insopportabile constatare che quei sorrisi si sono spenti per sempre, perché manca un’adeguata politica che consenta di venire incontro alla domanda dei giovani, in cerca di un’occupazione non precaria. Un esame di coscienza è doveroso davanti alla morte di due giovani strappati alla vita e agli affetti dei loro cari, dopo essersi trasferiti in un altro Paese, perché nel loro sopravvivevano con briciole, mentre i dieci italiani più ricchi d’Italia detengono in media un reddito di 7 miliardi e mezzo, pari a quello di 50.000 operai messi insieme; morti, perché costretti a partire per un lavoro, che qui mendicavano (l’Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro?), mentre non si trova il modo, per esempio, di sottrarre ai redditi più alti un contributo di solidarietà per favorire i più svantaggiati, fra cui i giovani in cerca di occupazione. Non è vero che mancano le risorse, in Italia, per investire e creare lavoro; ciò che purtroppo manca è una equa distribuzione delle ricchezze: ingiustizia iniqua, che avvilisce e mortifica, a cui da molto tempo, purtroppo, i politici non pongono rimedio.
Gloria è morta ringraziando i genitori per quanto hanno fatto per lei, per i sacrifici compiuti per mantenerla negli studi; altrettanto, Marco ha pronunciato parole di smisurato affetto verso i propri cari, prima di morire: due giovani di grandissimo valore, riconoscenti, grati, di animo nobile; due bellissimi ragazzi, simbolo di un’Italia onesta, solidale, laboriosa, che dà peso anche ai beni relazionali e non solo a quelli economici. A questi genitori, se ciò può servire ad alleviare, seppure in minima parte, il loro acutissimo dolore, va il profondo ringraziamento di tutti gli italiani puliti dentro, trasparenti, protagonisti di esperienze affettive che creano fiducia e speranza nei figli; grazie, mamma e papà di Gloria e Marco, per essere stati capaci di educare al senso “sacro” della famiglia, all’importanza del dovere per il riconoscimento del diritto, al senso del sacrificio per la propria crescita umana, professionale e sociale. Grazie, Gloria e Marco, per quello che siete stati, ora due stelle nel firmamento.
Antonio Botta