Presidente del consiglio comunale: la maggioranza non trova l’accordo

E’ stato fissato per il giorno 25 luglio, alle ore 15:00, il consiglio comunale in sessione straordinaria di prima convocazione avente come unto all’ordine del giorno: elezione del Presidente del consiglio comunale – terza votazione. Pare proprio che la maggioranza non riesca a trovare intesa  su questo punto. Accordi post elettorali prevedevano l’affidamento del ruolo ad un esponente del Partito democratico. Si dice, nei corridoi di palazzo Cirillo, che designato a ricoprire l’incarico è il consigliere più votato del Pd Pasquale Fuccio. L’Italia dei valori, partito di maggioranza che vede anche sedere tra i banchi della Giunta un proprio esponente in qualità di assessore al Bilancio, Raffaele Bene, ha sollevato una polemica sulla questione. Il partito di Di Pietro afferma di non avere nulla in contrario a lasciare la poltrona di presidente al Pd ma, per quanto riguarda la scelta del nome, pretende di essere interpellata. “Non abbiamo avuto alcun incontro con gli altri partiti della maggioranza per discutere della presidenza del consiglio fa sapere dall’Idv Antonio Lanzano che sostiene la necessità di trovare attraverso il confronto e la discussione intrapartitica

la persona adatta a ricoprire il ruolo – Aspettiamo fiduciosi che qualcuno ci interpelli”. Prosegue l’esponente dell’Idv: “Non è questione di nomi –spiega rispondendo a quanti chiedono se il disaccordo nasce sul nome di Fuccio – il fatto è che il presidente deve essere una figura gradita a tutta la maggioranza e, perché no, anche all’opposizione visto che deve rappresentare l’intero Consiglio. Ribadisco, il presidente del consiglio comunale deve essere condiviso soprattutto dall’intera maggioranza ed essere frutto di consultazione, confronto e discussione. L’Idv, se non sarà contattata  si riunirà e deciderà il da farsi”. Dal Pd, a rispondere è proprio il consigliere comunale Pasquale Fuccio:“Qualora si dovesse decidere per la mia candidatura  e per la mia elezione, farò di tutto per svolgere a meglio il compito. Si tratta di una figura che deve essere gradita all’opposizione e alla maggioranza, deve essere una garanzia per il Consiglio. Detto questo, non si capisce se l’Idv abbia sollevato la polemica perché in disaccordo sulla metodologia o sul nome. Se il problema nasce dalla metodologia, allora è facilmente superabile. Abbiamo tempo a disposizione per discuterne e superare la questione. Se, invece, l’Idv è in disaccordo su un candidato, allora la vicenda è più difficile da affrontare poiché il partito dovrà, a questo punto, spiegare le ragioni che impediscono di votare quel candidato”. “Non è improbabile – conclude Fuccio – che il Partito democratico indichi per l’incarico il primo degli eletti nelle sue fila e della coalizione stessa”.

 

 

Share This Post