In questi giorni, nella ormai ex “NapoletanaGas”, si sono svolte assemblee generali nei vari presidi sul territorio, come peraltro nelle altre realtà della Italgas presenti in tutta Italia. La causa scatenante di questa assemblee è la radicale ristrutturazione che sta attuando Italgas, tesa alla sola compressione del costo del lavoro, scaricando le relative pesanti conseguenze su lavoratori, territori e utenza anche relativamente alla gestione delle reti e soprattutto della sicurezza.
La quasi totalità delle aziende che gestiscono la distribuzione del gas in Italia hanno ormai una visione esclusivamente finanziaria delle attività. La perdita di professionalità acquisite in quasi duecento anni di storia di questo settore è alle porte. I dipendenti di queste aziende hanno una età media molto elevata. Senza un piano industriale che punti ad assunzioni di giovani leve, specie operaie per fortificare la presenza industriale sui territori, è a rischio anche la qualità del servizio e del lavoro.
I lavoratori e lavoratrici della ex NapoletanaGas hanno un motivo in più. Dopo 155 anni di onorata storia industriale, la “Compagnia Napoletana di Illuminazione e Scaldamento col Gas” viene inglobata nella costituenda Italgas Reti le cui sedi direttive sono a Torino e a Milano. Ancora una volta competenze, creatività e ingegno della nostra terra, saranno spenti e dispersi e il lavoro trasferito al Nord. Il Meridione perde di nuovo una azienda florida che nei suoi 155 anni di storia ha prodotto sempre ricchezza, lavoro qualificato per l’intera regione, conoscenze e professionalità tali da garantire la gestione della più complicata rete cittadina di distribuzione del gas dell’intera Italia, in piena sicurezza per utenza e lavoratori.
Le conseguenze e le reazioni non si sono fatte attendere. Le assemblee hanno approvato le mobilitazioni messe in campo dalle RSU. Si è acconsentito alla proclamazione dello stato di “Agitazione e non Collaborazione” e di un pacchetto ore di sciopero che sarà articolato prossimi giorni, anche con presidi presso i palazzi della pubblica amministrazione, per chiedere alle istituzioni e alle autorità competenti, fino ad ora latitanti, di esprimersi al riguardo.
La nuova organizzazione della gestione delle reti gas, per la specifica peculiarità delle attività svolte, si preannuncia problematica per i tutti i territori gestiti da aziende che, abbandonato lo spirito industriale, e che hanno come solo obiettivo il profitto e la capitalizzazione in borsa.
Napoli 05 ottobre ’17