IL MIRACOLO DELL’AMORE CON L’OFFERTA DI DONI
Antonio Botta
Quando don Marco, ispirato e sostenuto dallo Spirito Santo, manifestò l’idea di realizzare una mensa per i poveri nel quartiere Duca D’Aosta, a chiunque esprimeva perplessità sulla sua attuazione, egli rispondeva: “Vedremo molti miracoli, se ci crederemo!”.
Ed i miracoli d’amore e di solidarietà, nella struttura di carità dedicata a S. Teresa di Calcutta, avvengono di continuo, grazie sia ai tanti volontari che si prodigano quotidianamente nel preparare pranzi succulenti agli indigenti, sia alle persone generose, dal cuore d’oro, che offrono ciò di cui i bisognosi, ospiti della Mensa, quotidianamente necessitano. Già ha fatto notizia in Città, grazie al sito giornalistico casoriadue.it, l’atto di accoglienza e di solidarietà dei parrucchieri Di Palma, che Domenica scorsa hanno deciso di offrire i loro servizi ai clochard e ai poveri che frequentano il “presidio” d’amore situato nella vecchia cappella a pochi metri di distanza dalla parrocchia S. Antonio Abate, di cui è pastore don Salvatore Piscopo.
Ora, nell’imminenza del Natale, in cui si commemora un Dio d’amore che, incarnandosi, ha scelto le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici e l’amarezza di chi è avvolto nel gelo della miseria per farsi trovare da chi Lo cerca, riempie il cuore di gioia sapere e comunicare altri gesti di solidarietà compiuti a favore degli ospiti della mensa S. Teresa di Calcutta. “Vorrei ringraziare” ha detto, emozionata e felice, Cristina Laezza, la referente della mensa di via Duca D’Aosta, “l’associazione onlus San Mattia di Pianura (NA), nelle persone di don Vittorio Zeccone e il volontario Achille, i quali, spontaneamente, pur non avendo mai avuto rapporti con la nostra mensa, ci hanno telefonato informandoci di aver messo a disposizione viveri in quantità cospicua. E’sorto il problema di come andare a prelevare gli alimenti. Ebbene, anche qui, un altro miracolo: appena contattato Angelo Margherita del gruppo Supermercati DiFraMa, egli ha inviato immediatamente un suo autista che, compiendo il giro di distribuzione di prodotti alimentari presso i negozi e i centri alimentari nella zona di Fuorigrotta, ha avuto anche il tempo di recarsi a Pianura, prelevare tutti i viveri donati da don Vittorio Zeccone e consegnarceli”.
Angelo Margherita, compiendo un altro atto di bontà genuina, ha deciso di offrire per la vigilia di Natale pesce congelato, consentendo anche agli ospiti della mensa di pranzare con prodotti ittici, rispettando la tradizione culinaria, tipicamente napoletana. E’ finita qui la Provvidenza divina? Nient’affatto! “Ieri” ha riferito Cristina “sono giunti in mensa due insegnanti della scuola media F. Palizzi, accompagnati da due alunne, per donare il ricavato del mercatino organizzato a scuola dalla loro classe, differenziandosi dalle altre scolaresche che hanno utilizzato, invece, la somma ottenuta per l’acquisto di materiali didattici.” Quindi, nella mensa “S. Teresa di Calcutta si sta vivendo il vero senso del Natale. Ha scritto Donata Doni a tal riguardo: “Non puoi confonderti nel dedalo delle strade illuminate nell’attesa del Natale. Puoi solo stare accanto a chi soffre, a chi geme, a chi piange. Anche questa è una nascita.” “Infatti” ha commentato Cristina “servendo a
tavola i poveri, si può far rinascere Gesù in questi fratelli, toccare il Figlio di Dio toccando gli indigenti, abbracciare Gesù abbracciandoli, offrire una carezza al nostro Salvatore accarezzandoli.
L’abbraccio di Maria, il calore della Vergine hanno dato a Gesù bambino la forza per vivere nella grotta in cui è nato: anche il signor Gaetano Brilla, Presidente dell’associazione Run Fur Love – Project Anna Cerbone ( come Don Zeccone, il signor Margherita e gli studenti della “Palizzi) ha offerto un abbraccio d’amore a Gesù bambino nei poveri della mensa, donando loro una megatorta. Il signor Brilla ha fondato la citata Associazione in memoria della moglie Anna, morta prematuramente. Lo scopo dell’Associazione è, appunto, di valorizzare la vita, di lottare per essa nelle situazioni di disagio e di sofferenza, di stimolare ad amarla, impegnandosi, soprattutto, a mettersi dalla parte degli ultimi, di chi non gode più del rispetto della gente, di chi ha perduto la propria dignità nelle vicissitudini della propria esistenza, di chi è costretto a subìre l’indifferenza e l’abbandono non solo delle istituzioni, ma anche dei vicini. Ecco, le persone sopra citate,che si sono messe a disposizione degli indigenti e dei bisognosi, hanno compiuto la scelta di porsi dalla parte del Vangelo che dona amore ai piccoli, agli ultimi, ai poveri, a chi finisce in croce e vi resta inchiodato. Ci hanno fatto, così, capire che amare la vita è permettere al nostro cuore, spalancato sui bisogni degli ultimi, e alle nostre braccia stese, di mettere ogni vita in luce nel dono all’altro, a partire dagli inermi, dai bambini, da quel Bambino della grotta di Betlemme che nasce e vive solo se è accolto, amato, accudito, visitato, ospitato, nutrito, dissetato, fasciato e curato nei poveri.