Antonio Botta
Il 5 gennaio scorso, la comunità parrocchiale di S. Maria della Neve in Ponticelli e tantissimi fedeli provenienti da Casoria, Afragola, Arzano, Ottaviano e Portici hanno vissuto un’esperienza di profonda gioia spirituale: durante una solenne celebrazione officiata dal Cardinale Crescenzio Sepe, affiancato da diversi parroci e diaconi, il rev. don Marco Liardo ha ricevuto la nomina di nuovo Pastore della Parrocchia ponticellese. Nel decreto di nomina, letto all’inizio della Messa, si è posto in rilievo che il Signore ha chiamato don Marco a reggere e servire la Parrocchia dedicata a S. Maria della Neve dopo le dimissioni dell’ultimo titolare don Ciro Cocozza, giunto all’età di 80 anni, ed è stata espressa la certezza che il nuovo Parroco, in possesso di una sana dottrina e di grande zelo pastorale, saprà adoperarsi, animato da autentico spirito missionario, per la salvezza dei fedeli a lui affidati.
Nel porgere il saluto a Sua Eminenza, don Marco Liardo ha brevemente narrato l’origine del culto della Madonna S. Maria della Neve (venerata in alcune regioni d’Italia), risalente al 358 d. C. circa: “sotto il pontificato di papa Liberio, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni insieme a sua moglie, non avendo figli, decisero di offrire i propri beni alla Santa Vergine per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna apprezzò il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, indicando con un miracolo il luogo dove sarebbe sorta la chiesa. La mattina seguente i coniugi romani si recarono dal Papa per raccontare il sogno fatto da entrambi; anche il Pontefice aveva fatto lo stesso sogno e si recarono sul posto indicato, il Colle Esquilino, che fu trovato coperto di neve in piena estate”. Dopo aver aggiunto che la devozione dei Ponticellesi “è un fatto di filiazione” e che “nel loro animo si avverte un’innocenza e un candore mariani”, ha detto che tanti pastori della Parrocchia hanno offerto ai residenti di Ponticelli il meglio del loro impegno apostolico, citando il servo di Dio don Agostino Cozzolino e l’immediato predecessore don C. Cocozza. Ha, infine, sottolineato che, provvidenzialmente, come alla sua terza esperienza di viceparroco capitò, nel 1989, a Ponticelli, così è accaduto che alla sua terza esperienza di Parroco è ritornato nella stessa comunità parrocchiale, dopo aver retto le parrocchie di S. Maria delle Grazie ad Afragola e di S. Antonio Abate a Casoria.
Durante l’omelia, seguita alla proclamazione della Parola di Dio, l’Arcivescovo
ha messo in luce che mentre i Magi viaggiarono per incontrare Dio, incarnatosi in un tenero Bambino, oggi tanti cristiani compiono il cammino opposto, allontanandosi dal Signore. Quindi, sono i tre Magi a dover essere considerati autentici credenti, perché “cercatori della Verità, mossi dal desiderio di adorare il Cristo che appare e si manifesta nelle sembianze di un Bambinello, desiderosi di Qualcuno che appagasse il loro desiderio di conoscere e amare Dio per provare la vera gioia. Chi è , invece, Gesù per noi? Benché conosciuto dal giorno del Battesimo, Lo abbiamo relegato ai margini della nostra vita, privilegiando al suo posto gli idoli fatui che propone la società: ricchezza, fama, prestigio sociale, privilegi, e non pochi sono disposti ad ottenerli finanche con la sopraffazione, la corruzione e la violenza, fondando, così, la dignità del proprio vivere sulla sabbia e non su Dio, che è la fonte della nostra gioia”. “Dov’è Gesù?”, molti si chiedono”. “Ci è vicino” ha rimarcato il Cardinale “Egli è l’Emmanuele, il Dio con noi, presente nella Parola, nei Sacramenti, in particolar modo nell’Eucaristia, vivo quando pratichiamo ciò che predichiamo. Ha posto la sua tenda in mezzo a noi, la Chiesa, per donarsi a ciascuno di noi, immedesimandosi, in particolar modo, nei poveri, negli ultimi, nei derelitti, nelle situazioni di miseria estrema”. “In ogni sacerdote” ha concluso Sua Eminenza “è presente Gesù; dunque don Marco, il vostro nuovo Parroco,é unito sacramentalmente a Cristo; egli ha il potere di guidarvi, quale Pastore, verso Cristo, incarnando la bontà, la solidarietà, l’amore evangelico, l’amicizia di Dio. E’ Cristo che vi viene incontro nella persona di questo Sacerdote, “carta conosciuta”, volendo il Cardinale esprimere, con questa popolare espressione, che il neo Pastore, con responsabilità, disponibilità totale , con radicale spirito di servizio, unitissimo a Dio nella preghiera, è capace di ravvivare “il clima di santità che si respira in questa Parrocchia, grazie all’opera di apostolato compiuta dai sacerdoti che si sono succeduti nel tempo e da don Agostino Cozzolino, del quale sono stati depositati di recente, a Roma, gli Atti diocesani per essere riconosciuto Beato”.
In seguito, rispondendo con un fermo e chiaro “Sì, lo voglio” alle domande del Cardinale Arcivescovo, don Marco ha rinnovato le promesse sacerdotali già espresse al momento della sua ordinazione. Nella sala S. Anna, dove è stato offerto, al termine della Celebrazione, un delizioso buffet, campeggiava la frase di Isaia (scritta anche sulla torta) “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Sì, carissimo don Marco, sii benedetto dal Signore: ti sostenga nella tua nuova avventura sacerdotale, impegnativa, indubbiamente, ma affascinante, perché il tuo contributo alla causa del Vangelo di sicuro offrirà ai tuoi nuovi figli spirituali, come hai offerto a tutti i parrocchiani che hai finora fedelmente servito, la gioia dell’abbraccio dell’Eterno Padre, rinvigorendo lo spirito di comunione, di fraternità, di aiuto vicendevole, di autentica fraternità evangelica.