Tu, donna, sei il respiro eterno che anima il mondo. Là dov’è soffocato quel respiro che tutto rigenera, più non palpita il cuore della vita. La luce dei tuoi occhi splendidi ancora è velata dalla patina di un dolore antico, che emerge dai meandri bui della Storia, ove la boriosa protervia maschile ha inaridito in te il germe divino della creatività. E continuano i singulti di un pianto eterno a scandire il triste scorrere di giorni, funestati da ferite inferte al sacrario delle tua intimità violata da esseri immondi, imputriditi nella melma della loro lascivia libidinosa.
Tieni, allora, per mano noi uomini, guidaci sui sentieri luminosi della tua anima bella e aiutaci a coltivare i sentimenti profondi e veraci che tingono di colori caldi la vita, quella vita che nell’alcova accogliente del tuo grembo nasce e fiorisce, nel mondo spargendo il profumo soave dell’innocenza.