Campionato falsato o no? Napoli scippato dagli errori arbitrali? De Laurentiis faccia chiarezza perché senza un’idea definita del passato non si può guardare al futuro
“Il record di punti non è un obiettivo societario, ma un traguardo personale: meglio un secondo posto a 81 e una progressione nel percorso europeo”, così ha parlato il presidente De Laurentiis. Quando il Napoli schierava i titolarissimi col Benevento e faceva turn-over in Ucraina o ancor meglio quando davanti ai 15000 del San Paolo c’era spazio per le alternative contro il Lipsia, De Laurentiis era connesso su questo pianeta ma non è intervenuto. Il patron del Napoli si comporta sempre allo stesso modo, lascia fare, non è un presidente “interventista”, non s’espone quando i giochi sono ancora in corso. De Laurentiis ha sostenuto il sogno scudetto, ha accettato la filosofia della conversazione investendo sui contratti di Insigne e Mertens e portando il monte ingaggi a circa 110 milioni lordi, era connesso su questo pianeta anche quando il Napoli non riusciva ad esaudire le richieste di mercato di Sarri dopo la sfida di Crotone del 29 Dicembre scorso. Troppo facile dare la colpa a Sarri sulle storie di Verdi e Younes, sicuramente la bellezza d’avanguardia del sarrismo, filosofia per pochi eletti che interiorizzano l’armonia dei movimenti giocando a memoria, che ha bisogno di tempo per includere nuovi protagonisti, ha inciso sul nullo mercato invernale ma di base ci sono i limiti strutturali su cui De Laurentiis non si sofferma, quelli che hanno generato la “Nazionale dei rifiuti” nel corso degli anni: da Acquafresca a Gonalons, da Kramer a Lapadula. Senza chiarire la storia, si fa fatica a guardare al futuro, la credibilità e l’autorevolezza di un “dirigente d’azienda” si misurano nella coerenza delle proprie tesi e nella forza con cui vengono difese. Ci sono tante domande che riecheggiano negli atteggiamenti bipolari di De Laurentiis: il campionato è stato falsato o no? Il Napoli ha pagato gli errori arbitrali o ha finito la benzina perché Sarri non ha valorizzato la complessità della rosa? I 91 punti sono la cifra dello “scudetto virtuale” festeggiato negli spogliatoi di Napoli-Crotone o un obiettivo personale di Sarri? E’ un’estate importantissima per il Napoli, con Ancelotti si deve guardare al futuro pensando ad attrezzare un organico pronto a lottare su più fronti ma prima di tutto bisogna chiarirsi sulla valutazione dello scorso campionato che per i tifosi azzurri ha un valore particolare. In 92 anni di storia il Napoli ha vinto due scudetti e in cinque occasioni è arrivato secondo, il campionato terminato poco più di due settimane fa ha per la tifoseria un sapore diverso, esprime emozioni forti, entra con forza nella storia come quello di Vinicio, sia per la bellezza del calcio espresso che per l’empatia costruita con il pubblico. Altro che obiettivo personale, i 91 punti
rappresentano l’immagine della forza del Napoli di Sarri, quello che magari per una volta chiude con il bilancio in rosso di 15 milioni ma genera un potenziale esercito di plusvalenze: la crescita di Hysaj, Jorginho, Koulibaly e Ghoulam non ha prodotto ancora introiti ma va inserita nelle risorse del Napoli.
Ci sono ancora altre domande per De Laurentiis: l’Europa è il sol dell’avvenire o si vuole ancora cambiare il calcio italiano? E’ stata imbarazzante la risposta vaga fornita a Rizzoli da De Laurentiis quando gli è stato chiesto “Quali sono i tecnici che devono stare al Var?”, è comprensibile la voglia d’Europa del presidente ma essa passa anche per ottenere credibilità e autorevolezza nei meandri del calcio italiano. Servono il sorteggio integrale delle designazioni arbitrali, la trasformazione dei direttori di gara da componente politica a professionisti seguiti dalla Lega Calcio, modifiche al regolamento e al protocollo Var per limitare la discrezionalità degli arbitri.
Ciro Troise