Siamo a Milano, in un giorno in cui l’inverno ha cominciato a mostrare la sua durezza, con il freddo rigido e la neve di prima mattina. Siamo a Corso Buenos Aires, il luogo della Milano degli immigrati, dell’incrocio di culture, dell’integrazione, popolato da arabi, filippini e soprattutto sudamericani. Passeggiando per questa strada, in cui vive “lo shopping dei poveri”, ci si rende conto di quanto è lontana dalla realtà, dall’humus sociale la Milano delle paure, dell’insicurezza sociale, gretta e chiusa, come la vorrebbero i “seminatori di xenofobia” della Lega Nord. A Corso Buenos Aires si mescolano il design, la moda del “made in Italy”, ma anche l’odore del kebab, che è ormai un segnale d’identità espresso attraverso il cibo, ed il dominio dello spagnolo, una vera e propria musica per le orecchie dei passanti.
Infatti, questa zona è un appuntamento fisso di Lavezzi nei suoi weekend milanesi. Proprio a metà Ottobre, nella sua ultima apparizione a Corso Buenos Aires, “il Pocho” ha avuto il caloroso saluto degli argentini, alla ricerca di autografi e fotografie. Oggi a Milano c’era anche un po’ di Napoli; infatti, proprio nella libreria “Feltrinelli” della strada situata nei pressi di Piazzale Loreto, ha presentato il suo libro “Il giorno dei morti- L’autunno del commissario Ricciardi” lo scrittore Maurizio De Giovanni, famoso anche per il modo appassionato con cui commenta le vittorie del Napoli. E’ da ricordare la sua emozionante opera “Miracolo a Torino- Juventus-Napoli 2-3”.
De Giovanni ha raccontato il suo noir, con il quale narra della Napoli durante il fascismo attraverso il personaggio del commissario Ricciardi, con l’aiuto dell’attore Marco D’Amore, che ha recitato alcuni pezzi del libro. D’Amore ha partecipato con Toni Servillo al film “Una vita tranquilla” ed in questi giorni è in scena a Milano al teatro “Piccolo Grassi” con “La Trilogia della villeggiatura”. E’ sicuramente lodevole parlare di Napoli durante il periodo fascista, in modo da raccontare un punto di vista differente su questa vicenda storica, affrontata in Italia sempre partendo dall’esperienza del Nord. Dal libro di Maurizio De Giovanni si percepisce il modo in cui il capoluogo campano ha affrontato il fascismo. I napoletani si sono comportati così come reagiscono a qualsiasi forma di governo, cercando di sopravvivere per andare avanti con la propria filosofia di vita. Con questo spirito la popolazione ha resistito alle difficoltà dell’Italia post-unitaria e che affondava sotto i colpi della dittatura di Mussolini.
Allo scrittore va il merito di comporre un quadro sociale senza mai perdere di vista il filo del romanzo, nel quale si segue la vita del commissario Ricciardi, protagonista della scena criminale della Napoli degli anni Trenta, attraverso la sua abilità innaturale di “vedere i morti”. Maurizio De Giovanni si è mostrato entusiasta per la partecipazione del pubblico, anche se si è subito reso conto della grande percentuale di napoletani che affollava la sala, ricordando che il popolo partenopeo è una sorta di setta segreta presente ovunque.
Lo scrittore, tifosissimo del Napoli, non ha dimenticato di parlare della sua passione per la compagine partenopea, dicendosi “dispiaciuto per i milanisti, juventini ed interisti che vincono sempre e che quindi non possono costruirsi una mitologia come noi che vinciamo ogni venticinque-trent’anni”, rispondendo così alla domanda di una lettrice che ha espresso la sua emozione nel leggere le sue opere “poetiche” sul Napoli ed affermando la grande gioia e commozione delle storiche vittorie durante gli anni di Maradona.
Un angolo di Napoli invade Milano, ancora con una volta con la nostra capacità di raccontare la nostra meravigliosa città usando il registro dell’umorismo e del mistero, come hanno fatto i più grandi narratori della nostra cultura, che non può finire nel dimenticatoio o ancora peggio essere mortificata continuamente a causa del tragico stillicidio quotidiano compiuto tra un “sacchetto di monnezza” ed “un omicidio di camorra”. Il tour al Nord di De Giovanni farà tappa anche a Cuneo, città piemontese resa famosa dalle battute di Totò.