SUMMIT SEGRETO A PALAZZO CHIGI.

ROMA – MONTECITORIO – A breve verrà votato il Ddl sulle intercettazioni, ma ormai è chiaro anche all’interno del Pdl che il decreto così com’è non va. Secondo quanto si apprende da fonti sicure, stanotte si terrà un summit segreto a Palazzo Chigi per decidere le sorti del provvedimento. I vertici del partito dovranno decidere, infatti, se cancellare il testo o inasprirlo.

A sentire i vertici pidiellini, il decreto così com’è non serve a nessuno. Non corrisponderebbe né alle reali esigenze denunciate più volte dal cavaliere, nè tantomeno ad “agganciare” l’Udc, ormai fermo al no del Terzo Polo annunciato con l’abbandono di Giulia Bongiorno. Nel caso in cui stasera dovessero scegliere di inasprire il testo si arriverebbe senza dubbio allo scontro frontale con il mondo dell’informazione, le opposizioni e le altre istituzioni. La fiducia, invece, sarebbe una prova di forza inutile, anche perché il voto segreto rischierebbe di diventare uno sfogatoio per i “malpancisti” scajoliani, riservando brutte sorprese alla stessa maggioranza alla Camera. Un provvedimento non facile, che ha già fatto scendere in campo per protestare parte dei giornalisti. Vittorio Corradino, presidente dell’ordine dei giornalisti della regione Sicilia, e Massimo Bellomo (Assostampa) e Leone Zingales ( Unci – Unione Cronisti), hanno presentato al prefetto siciliano Umberto Postiglione, una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per protestare contro il decreto. E hanno anche organizzato un sit – in davanti la prefettura ”per difendere la libertà di stampa e il diritto di tutti ad essere informati”. Ma soprattutto per chiedere l’eliminazione, nel decreto, della possibilità del carcere per i giornalisti. Anche Luigi Marini e Piergiorgio Morosini, rispettivamente presidente e segretario di Magistratura Democratica, prendono posizione affermando che “le nuove norme in discussione in tema di intercettazioni, di informazione sugli atti giudiziari e di gestione dei blog costituiscono il frutto di politiche di stretti orizzonti, piegate a interessi parziali e dettate da urgenze fuori da ogni logica. Si tratta, invece, di temi complessi e centrali per la democrazia, che vengono da lontano e che richiederebbero equilibrio e rispetto”. Sarebbe, a loro detta, un modo per bloccare la democrazia. Sempre oggi anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si è pronunciato sulla questione scrivendo su facebook che “ Il paese vive una stagione buia: il governo e’ pronto ad aggredire il diritto alla giustizia e alla conoscenza col provvedimento intercettazioni. Resistiamo!”.

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