Quest’anno, i ragazzi della seconda C e della terza G.della scuola secondaria dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria hanno aderito al concorso nazionale“Nave della legalità”, indetto dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, producendo due lavori in linea con la richiesta del bando: una canzone dal titolo “Storia di un ragazzo senza nome” e un podcast in due puntate, “ La nostra grande soddisfazione” hanno dichiarato le insegnanti referenti, Claudia Salvato, Enza Fiorentino e Rosalba Di Paola, coordinatrici del percorso didattico mirato alla realizzazione dei prodotti poc’anzi citati, “è la bellissima notizia che il podcast in due puntate ha vinto a livello regionale per il segmento secondaria di primo grado: il MIUR ha scelto, per ogni regione, una scuola primaria, una secondaria di primo grado, ed una di secondo grado. Per la Campania è stata scelta, come secondaria di primo grado, la nostra Scuola, appunto, che si è distinta per l’ apprezzatissimo podcast. Pertanto, una delegazione della classe che l’ha realizzato, la terza G, partirà per Palermo il prossimo 22 Maggio per partecipare alla XXVII commemorazione della strage di Capaci”. Contentissima e fiera dei “suoi” studentila Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Puzone: “I nostri ragazzi hanno ottenuto un prestigioso riconoscimento, frutto di un eccellente lavoro di squadra nel quale, guidati da docenti preparati e bravissimi nel motivare e orientare, hanno offerto il loro prezioso contributo alla crescita della cultura della legalità e dell’educazione alla cittadinanza democratica, maturando la consapevolezza che ciascuno deve fare la propria parte non solo per denunciare, ma soprattutto per costruire libertà e giustizia”.
Anche Casoria, dunque, per conto della nostra Regione, sarà presente a Palermo, grazie ai ragazzi della “Ludovico da Casoria,”i quali vivranno, insieme ai docenti che li accompagneranno, un’esperienza indimenticabile, validissima sul piano formativo, perché, insieme alle migliaia di studenti di tutta Italia, ancora di più capiranno che la legalità va praticata non per essere “eroi”, ma per essere pienamente cittadini, soggetti di diritti e di doveri, capaci di solidarietà, rispettosi della dignità di ogni persona. E’ così che si rende onore a Falcone, agli uomini della sua scorta e a tutti i magistrati, poliziotti e cittadini ammazzati dalle mafie: occorre fare in modo che l’esempio di coerenza ed intransigenza, di forza morale, di impegno professionale e di rispetto per le istituzioni di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e delle Donne e degli Uomini delle scorte e di tutte le vittime della criminalità organizzata rimangano impressi nei nostri cuori, nelle scelte quotidiane di tutti, nel nostro stile di vita improntato a onestà, rettitudine morale, responsabilità sociale, rispetto della moralità pubblica.
Tutto ciò è stato ben posto in rilievo dall’originale e splendido podcast dei ragazzi della terza G con un’intervista “immaginaria” in due parti, alle porte del Paradiso, a Borsellino e a Falcone: stimolati dalle domande di “una giornalista”, i due valorosi Magistrati hanno parlato della mafia di ieri, di oggi e di come sono cambiati in trent’anni gli interessi della criminalità organizzata nei vari paesi del mondo, affermando e ribadendo che la democrazia, la giustizia sociale, la nonviolenza (terribile il dramma denunciato dell’attuale tratta degli schiavi), la solidarietà, la trasparenza e la verità non possono solo essere belle parole da enunciare nei discorsi e nei documenti, ma sono valori che tutti devono impegnarsi a testimoniare nei comportamenti pubblici e privati Ecco la conclusione dell’intervista: “Non immaginavo quanto sarebbe stato bello riflettere insieme a voi( a Falcone e Borsellino, ndr) su questi temi così importanti. Sono fiera di portare ai miei compagni il vostro messaggio, il messaggio di due eroi dei nostri tempi. Risposta di Falcone e Borsellino: “ Signorina, ma quali eroi? Noi abbiamo fatto una sola cosa, molto semplice, la più scontata, forse. Siamo rimasti umani”.
Offre molti spunti di riflessione anche il bellissimo testo composto e musicato dagli studenti della seconda C dal titolo “Storia di un ragazzo senza nome”, ispirato al ragazzo migrante morto nelle acque del Mediterraneo con la pagella con voti alti, cucita nella tasca interna della giacca, Merita di essere citato integralmente, omettendo solo i ritornelli : “ A casa mia non c’è il mare, soltanto sabbia e deserto, polvere da attraversare, camminando all’aperto. Andavo a scuola ogni giorno per diventare un dottore: il coraggio, l’impegno, la speranza nel cuore. E poi mamma un giorno disse che dovevo viaggiare, attraversare il mare per non avere più fame, per trovare la pace, per fuggire dalla guerra, lontano da casa, lontano da qui. Il lavoro di un anno per pagare il barcone nelle mani dure di chi sfrutta il dolore”. E Invece il mare è diventato la mia tomba, la pagella stretta accanto al cuore, la speranza di un futuro nuovo: è finita qui, è finita qui! Segui i soldi, segui i soldi, come una lunga scia di sangue, una scia di morti in fondo al mare, senza sapere perché”.
Che altro dire se non un grazie immenso a questi ragazzi e alle loro docenti per averci stimolato a riflettere, interpellando la nostra coscienza sull’urgenza di superare l’imperativo “superegoico” per osservare la regola che è alla base delle diverse Religioni, regola di cui sono impregnati tutti i princìpi della nostra Costituzione: “Fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”.