E allora che accade? Il sito web www.iamnaples.it riferisce, pubblicandone il video, che Walter De Maggio avrebbe assunto nei confronti di Mazzarri lo stesso atteggiamento che finì col costare ……… a Reja il licenziamento. Non lo riferisce! E’ una mia analisi dopo averne osservato le immagini ed ascoltato la polemica sulla posizione in campo di Cavani. Un lungo ed acceso dibattito tra i due, alla presenza di tanti altri autorevoli colleghi e dell’addetto stampa Guido Baldari.
Ha l’aria schifata, Mazzarri però non ha detto ma io penso che non lo sappia se qualcun altro mostrava la stessa aria schifata nel non poter avere gli stessi spazi e possibilità e non certo gli stessi toni, nelle conferenze stampa (mixed zone) organizzate dal Napoli, sia con lo stesso Mazzarri o con gli allenatori ospiti. Qualcuno sostiene che il mister si senta spesso tradito. Da chi? Ma…alcuni colleghi sono diventati ostici e fanno il doppio gioco. E la rosea si azzuppa il pane!
Però, adesso Mazzarri ha perduto la pazienza, come la perse dopo il Parma e dopo l’Udinese e, forse, prima di sistemare le…..pendenze con De Laurentiis le sistemerà con chi è sospettato di doppio gioco. Ma chi sarebbero quelli del doppio gioco? La verità sai che scotta.
La situazione del Napoli, comunque, è chiaro, non è florida. Il bilancio parla chiaro. Pochi, viste le ambizioni, 14 punti in classifica; troppe le tre sconfitte.
C’è poi la difficoltà, sul piano interpretativo, a capire di calcio. O a parlarne ma in maniera sballata e solo in base a dilettevoli esperienze giovanili o culturali di almanacchi, che, si sa, forniscono una cultura statistica, ben diversa da quella vera.
Non per niente De Laurentiis si è piccato un giorno di aver rinunziato a calciatori napoletani, quando gli si è presentata la possibilità di riportare di nuovo a Napoli, Antonio Floro Flores del Rione Traiano o Bocchetti che è di Miano. Sarà stata la delusione del fallimento della trattativa Criscito (che è di Volla), che ha preferito la Russia al Napoli? Scherzava?
Paolo Palermo, procuratore di Floro, che non giudica De Laurentiis un micco, conosciuto l’episodio si è fatto delle matte risate: il foltissimo gruppo di procuratori napoletani, presenti in quei giorni all’Ata Hotel di Milano, non è riuscito a stabilirlo. Così Floro è ritornato alla sua Udine, Antonio Nocerino di Santa Lucia è andato a vestire la maglia della società Campione d’Italia, Bocchetti è rimasto in Russia.
D’altro canto si incomincia a intuire dalle inclinazioni delle sue amicizie da che parte va a parare il buon Aurelio.
La gente non ha mandato giù il cambio (con l’adesione di Mazzarri) di rotta politica (puntare più sulla Champions che sul campionato e quindi i turnover di Chievo e Catania). De Laurentiis esita troppo nelle decisioni da prendere. Ballonzola un po’ di qua e un po’ di la. Alla fine finisce con lo stancare gli ingenui e se stesso, innanzitutto. E, poi, via, De Laurentiis, chi chiede chiarimenti; dovrà pur, o prima o dopo, chiarire se stesso. Come si fa a pensare, don Aurelio, ad un Napoli affidato ai “manager”, “agli scout”, al Sindaco ed al Prefetto?
Qual è il suo programma? Chiarisca il suo atteggiamento sullo Stadio, sul Settore Giovanile, sulla Comunicazione e sull’Informazione (dalle mixed zone a Napoli Channel; dalle video conferenze ai rapporti con tecnici e giocatori) fino al prossimo e vicinissimo Mercato di Riparazione di Gennaio.
Non si stancano certo quanti sanno veramente di calcio e a galla ci restano sempre.
In una ipotetica scala di valori è da dire comunque che De Laurentiis è largamente al di sopra di Ferlaino, che resta il presidente che ha vinto due scudetti ma anche quello che ha procurato maggiori danni al Napoli, in comproprietà e compartecipazione con Corbelli e Naldi.
Sulla squadra notizie spicciole ma importantissime: Inler pretende la bacchetta di regia e quindi spinge Hamsik ai margini, poi presuppone di sé e tenta di andare a fare gol. E questo è troppo. Hamsik merita il nostro sostegno. La situazione tecnico – tattica del Napoli è comunque chiara.
E mi fermo. Devo andare a Posillipo.