Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Nel giardino dell’ Eden c’erano due alberi: quello della conoscenza del bene e del male e quello della vita. Noi uomini oggi ,come allora ,gradiamo gustare del primo albero. Sentirci come dei, siamo quelli che non hanno bisogno di nessuno. Le nostre cose ce le vediamo da soli, la vita ce l’aggiustiamo come vogliamo, inseguendo i nostri “principi” o “nessun principio”. Non abbiamo bisogno di Dio, Dio non c’è. La nostra superbia è immensa, tutti sotto e guai se qualcuno ci può oscurare: va schiacciato. L’invidia che ci fa vivere senza apprezzare mai quello che abbiamo e godere delle disgrazie degli altri. E’ l’antica scelta di Adamo ed Eva che dopo questa scelta si accorgono di essere nudi. Sentirsi nudi è l’essenza stessa del trovarsi inadeguati, fuori posto. Infatti i due uscirono dall’Eden, non erano più al loro posto, quello in cui si sentivano a loro agio, pieni. Naturalmente , pur di non ammettere che avevano fatto una sciocchezza, iniziano ad accusarsi reciprocamente. E’ il disordine! Che tristezza! Nonostante questo voltaspalla clamoroso, Dio ritorna, perché “la misura del suo amore è di amare senza misura”. La gioia di cui si parla in questi giorni si oppone alla tristezza di quel gesto. La gioia viene dal cielo, un angelo annuncia una grande gioia. La persona a cui si rivolge è una ragazzina che è promessa sposa, ha una sua vita i suoi progetti i suoi sogni di giovinetta. Questo annuncio irrompe nella sua vita : rallegrati! Stai allegra, c’è allegria per te. Dio è dalla tua parte. E’ un annuncio che viene a noi. C’è tanta bellezza, tanta grazia per noi. Allontaniamo le nostre tristezze (corpo, moda, soldi, superenalotto …) “Piena di grazia” è una frase rivolta a noi. Maria è sconvolta (turbata), ma non perde il controllo della situazione. Quando ci troviamo di fronte alle prove forti della vita, non bisogna prendere il controllo, ma trovare il senso di quello che ci succede. La fede è ragionare bene, è sfoderare la parte più bella di noi. L’angelo le dice di non temere. Non si può vivere l’opera di Dio se si assolutizzano i nostri timori. La paura è basata sulla menzogna. Fobos era il dio della paura, nella cultura greca, faceva correre. La paura non blocca, fa correre, molti dei nostri atti sono dettati dal fuggire da qualcosa, dalla paura di qualcosa. La paura di non avere abbastanza soldi, la paura di non trovare il compagno giusto, la paura di non essere belli, la paura di essere di meno degli altri Noi non dobbiamo misurare ciò che temiamo su noi stessi, ma si tratta di capire che c’è qualcuno su cui appoggiarsi , infatti l’angelo dice non temere perché hai trovato grazia presso Dio. Perché Dio ti vuole bene. La fede non è essere forti, ma appoggiarsi sul più forte. Noi siamo forti quanto è forte il nostro alleato. E se l’alleato è Dio, chi è più forte di noi? Quale paura, quale disgrazia può prostrarci? L’angelo annuncia l’opera grandiosa che aspetta Maria. Le stesse richieste straordinarie sono per ognuno di noi. E’ lo straordinario nella nostra vita che ci chiama, uscire fuori dagli schemi, dalla mediocrità. La risposta di Maria è l’entusiasmante sì, che nella traduzione dal greco si può tradurre: “Sì, voglio che Dio faccia cose straordinarie con me. Avvenga tutto questo”. Il Natale che si avvicina, ci ricorda lo straordinario che c’è nella nostra vita Non lasciamo che questo tempo di attesa si scontri con tutte le nostre difese, le nostre ordinate e impermeabili barriere, proviamo a lasciare spazio alla parola, un angolo di cuore pronto ad accogliere senza calcoli e senza mappature l’azione imprevedibile dello Spirito.
Genoveffa Tuccillo