Il Covid ha sospeso da un anno incontri culinari, politici, sociali, sportivi e culturali

Si, non dimenticherai Gigino: ti ho vestito da calciatore quando, come tu dovresti ricordare, Peppe Caramanno, il prof. Giglio, Franco Villa e Peppino Cresci facevano gli esperimenti in laboratorio. Abbandonarono, e furono i primi, WM e catenaccio. Sul campo di Frattamaggiore, Maddaloni, Succivo ed Isernia; Saggiomo benevolo ed ospitale, Pontarelli con la faccia da ragazzo ed il cuore grande. Adesso Gigino è con Gianluca Grava che giocava benissimo a calcio e guarda mentre proiettiamo il Napoli verso l’anno 2021/22. Gigino entra nel nostro censimento di casoriani veraci; anche Zunico, Sarmiento, Picardi (padre e figlio), Marzocca, Maresca lo sono, ma Casoria, terra ingrata ed “amante dei forestieri” non sorride a neanche uno di loro. Noi sorridiamo a Mauro Sarmiento nel ricordo tenero ed affettuoso di Mimmo D’Alise.

Dopo aver visto con piacere Gigino, scopriamo in un ragazzo dagli occhi da artista, Antonio Manfredi, l’estro del pittore. Napoli, e, quindi, naturalmente, anche Casoria che di essa è costola, è fatta così e tu devi capirla se vuoi sopravvivere. Ma sì, lo so, lo riconosco, l’ho sognato: avrei voluto Ciro Immobile centravanti del Napoli. Ricordo ad Aurelio De Laurentiis che gli unici due scudetti il Napoli li ha vinti quando ha avuto un gran numero di napoletani in rosa (e ricordo che il sottoscritto e non solo ritiene Napoli, da Frosinone a Licata!!!). E allora il Meridione d’Italia che Napoli si riconosce e riconosce. Che Napoli è sud; che Napoli, finalmente, anche grazie alla Regione Campania, si può e si deve sottrarre alla falsa benevolenza di Roma. Vincenzo De Luca e Luigi De Magistris. Luigi Di Maio e Roberto Fico. Non soffiamo sul fuoco ma diciamo che Napoli è mancata parecchio al suo ruolo di metropoli – pilota. Ma –  Mauro D’Anna obietta – Forcella è grande come Benevento. E con questo? Forza beneventani, giusto che vi si ascolti. Casoria, Arzano, Afragola, Sant’Antimo, Mondragone, Giugliano, guardiamo e riconosciamo anche questi paesi, come mi piace definirli.

Cerchiamo una classe dirigente che non c’è. Intanto nel Comune di Casoria, sindaco ospitalissimo, si riunisce l’ATO (Azienda Territoriale Ottimizzazione). Anche essa ha il diritto: Salvatore Iavarone, aderente. Un incontro indirizzato verso la ricerca di un discorso comune, di un discorso meridionale, idoneo ad essere confrontato con quello settentrionale. La storia del campanile che ogni tanto i nostri goffi antagonisti ci oppongono per distrarci e semmai anche smontarci, è idiota tre volte; non una. Il campanile è stato imposto dalla Lombardia, dal Piemonte che fino a prova contraria usava affiggere ai muri dei suoi edifici un cartello con questa generosa letteratura: non si fittano case ai meridionali. Chiaro che questo non è campanile ma razzismo. E allora, siamo proprio peccatori a sostenere che desideriamo ottenere la nostra valorizzazione in casa nostra? Ma Milano, Milano, via, è generosa! Sappiamo come. Negli anni 70 svuota di cinquanta mulini e pastifici e in ventimila restarono disoccupati; poi 500 di questi disoccupati vanno a Milano a cercare lavoro; lo hanno.

Il calcio ha angolazione sociale identica a questa brutta storia. Si resta però di stucco quando una testata nostra (gloriosa) dovendo affrontare lo spinoso problema del Napoli prima e della Nazionale poi chiamare a condurre programmi interamente napoletani giornalisti di Milano, Torino, Roma e Bologna. Hai mai visto tu su una televisione di Milano, Torino, Roma o Bologna chiamati giornalisti meridionali? E allora? Allora è inferiority complex. Chiaro. E non parliamo, per favore, di politica meridionalista. Si fa vuoto fumo…borbonico.  Al presidente del Napoli mando un messaggio: “faccia una sede nella villa comunale ed adibisca tre camere all’organizzazione del vivaio”. La regione sportiva o calcistica si è un pò stancata del Napoli; il Milan o la Juventus pescano in Campania e nel sud; perché il Napoli manca ai suoi doveri?

Anche questo si è detto, tra i dirigenti che contano nella nostra regione.

Adesso è possibile che a Roma e a Milano s’incominci a pensare al mercato trasferito a Napoli.

La scoperta dell’altra mezza Italia credo proprio si debba ritenere improcrastinabile.

La scoperta dell’altra mezza Italia significa un giro economico di milioni di euro.

Abbiamo un vivaio forte, ma se non ce lo fanno scoprire e valorizzare muore, si spegne! Con riflessi sul calcio nazionale, veramente drammatici. Automaticamente, se una parte del nostro mercato nazionale non dovesse trasferirsi a Napoli, come si invoca, resteremo, come oggi, fuori giro.

Le associazioni degli allenatori e quella dei calciatori potrebbero farsi testimonianza di questa mia proposta.

Aurelio De Laurentiis, Claudio Lotito, Vigorito ne avrebbero enormi benefici.

E l’azione civile del piede d’opera locale, l’azione sociale, che tutti i movimenti politici ormai sollecitano? Qualcuno parla di cervelloticità. Chiaro. Sono quelli che ubbidiscono e basta. E il sud dell’Italia è rimasto allo stato brado.  L’operazione che si richiede al sud prima che altro è civile. Ormai siamo arrivati alla non partecipazione al Mondiale di Russia: che altro si deve attendere, per decidere di cambiare qualcosina?

Decentramento: più ampia caratterizzazione meridionale del calcio attraverso la valorizzazione dei nostri vivai e dei nostri tecnici; spostamento del mercato a Napoli; con la preghiera che Roma non continui a fregare il sud, utilizzando la tattica esibita per tante aziende napoletane: Alfa Sud, Alenia, Sicta, Whirpool. Napoli, da anni, sta dimostrando di essere molto più valida di Roma e non solo nel football. Fa più pubblico; è la California e la mecca per il suo vivaio per i grandi club del Nord; ha un reclutamento strepitoso e a Napoli guardano Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Potenza, Matera, Palermo, Catania e via dicendo; portando avanti il suo stanco passo, s’è fatta simpatie. Bisogna, urge che la sua regione, che è la Campania, riceva quel che merita.

La questione meridionalista che Matteo Salvini vorrebbe dribblare riguarda certo anche il calcio. Malagò, Del Pino, Gravina, Sibilia, Pancalli, Petrucci comprendano e non esitino ulteriormente. Ci mancherebbe che solo loro rimanessero impassibili! E non li minacci o li ostacoli il quotidiano sportivo della capitale, per cortesia! Non vuol dire proprio niente. Il quotidiano sportivo della capitale è al centro: pensi al centro. Non cerchi disperatamente di inserirsi in aree che non le competono.

I parlamentari di casa nostra hanno ed avranno il dovere di far capire alla Nazione che non tenere conto della mezza Italia nostra non può essere accettato con serenità. A Napoli, si parla di tutto questo con gli accenti che essi meritano.

La critica nostrana è flaccida e incerta. Non avendo voce per le cose nostre vogliamo farci rispettare? Di Maio e Fico, De Magistris e De Luca, Mara Carfagna li aiutiamo noi solamente ad entrare, con quella autorità che ormai spetta loro. Venga detto ai lucani Lamorgese e Speranza: nessuno ancora che parli di Bagnoli o di Scampia. Chi si ricorda sempre a Napoli, di difendere De Magistris; chi segnala la Clemente?

Ecco le nostre pecche; i segni evidenti di una mentalità da lottare e da spingere in un cantuccio.

Abbiamo amici: Riccardi ad esempio, con Paola Ambrosio che annuisce a fianco. Si parla dei problemi dei dipendenti comunali, delle tante buche che ci sono nelle strade della città e la privatizzazione dell’Ufficio Tributi. “Caro direttore Troise, riguardo le buche, purtroppo, le responsabilità sono delle persone deputate a ciò e quindi del Settore LL.PP.”; QUESTO è il pensiero del movimento Obiettivo Comune. “come lei vede è necessario per l’Amministrazione provvedere alla rivisitazione dell’organizzazione dei settori e dei servizi”. “E per questo abbiamo chiesto un tavolo di maggioranza proprio per discutere di questo e altro”.

Si parla di Settori e di Servizi e, naturalmente, adesso si parla come Casoriadue parlò non appena notò l’orientamento iniziale. Quelli di prima ci definivano schegge impazzite, matti o avversari politici. Credevamo che con questi di oggi poter instaurare un rapporto critico ma di collaborazione.

Ritornando al calcio, tutti sono interessati all’eterno dilemma sul Napoli, i suoi campioni, quelli che ci sono e, purtroppo, anche quelli che se ne sono andati. HIGUAIN è stato il più grande centravanti che ho visto a Napoli. Quando in molti erano per Cavani io ero per Higuain. Per mia e nostra fortuna ci sono ancora chi ritiene VINICIO il più grande, chi, invece, JEPPSON e chi, addirittura, ATTILA SALLUSTRO. Nel gioco di questi grandi centravanti c’era generosità, non avarizia.

Alla prossima….

 

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