SIAMO ANCORA NELLA PRIMA REPUBBLICA

Sotto accusa la nomenklatura partitocratica

Il Pd, con un manifesto, si mette all’opposizione, stufi di fare i “guardiani” del bidone.

Mentre i partiti si scannano felicemente con il pretesto di trovare intese più o meno larghe, comincio a capire una cosa fondamentale: non c’è niente da capire. Basta osservare e memorizzare. “Parlamm e pallone” diceva un dipendente comunale nel leggere il manifesto del Pd. Non fatevi incantare, cari lettori, da quelli che pretendono di insegnarvi a decodificare il comportamento dei politici. I vostri occhi non vi tradiscono, colgono immagini autentiche e complete: “dietro” non si nasconde che il vuoto. Sempre meno dell’interpretazione dell’esperto.

Il 23 dicembre, per esempio, erano tutti al Municipio, nell’Aula Consiliare: Enzo li attendeva trepido per lo scambio di auguri, ed insieme a lui c’era Pasquale Fuccio, il presidente del Consiglio Comunale. I tavoli imbanditi, discorsi di circostanza, il regalo a ogni consigliere comunale. Poi, dopo, tutti nella stanza del Sindaco. Che cosa si sono detti?

I democrati, di sponda gruppo consiliare (Marigliano, Laezza, Balsamo e Fuccio), cosa strana ma vera, sono d’accordo con le interrogazioni presentate dall’Udc, oltre ad averne fatte altre sia come partito che come gruppo consiliare. Arrabbiati mi avvicinano, mi chiedono e gli rispondo che mai ho avuto un

documento da loro presentato, fino al manifesto apparso per le strade della Città sabato mattina del 14 gennaio. Nel manifesto si evince chiara la voglia di volere risposte a tutte le domande che loro hanno fatto e la Città fa. I democrat vogliono chiarezza sull’assunzione dei Dirigenti di Settore di nomina fiduciaria, a termine e per intuiti personae. La Città, invece, chiede risposte, ancora, a riguardo la discarica in via San Salvatore, località Cantariello. Chiede informazioni su sei concessioni edilizie rilasciate nella primavera scorsa e cioè altro ennesimo cemento su questa Città.

 

La politica casoriana è la stessa di trent’anni fa. E’ la stessa di quando Francesco Rosi scrisse quel capolavoro di film che è “Mani sulla Città”. E la Città era Napoli. E’ la stessa politica che si viveva a Cinisi, un paesino della Sicilia che ha la sfortuna di trovarsi vicino al promontorio di Punta Raisi, dove un giovane comunista, innamorato di Majakolskij, contò i passi da casa sua a quella del “padrone del paese”, lo stesso padrone che ammazzò anche Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa, un giovane che gridò da Radio Aut di costruzioni abusive, lottizzazioni e della pista dell’Aeroporto di Palermo – Punta Raisi. Cosa c’è di diverso tra Casoria e Cinisi? Invece di una Radio, a Casoria, sono i giornali locali a gridare di lottizzazioni, cemento e tutto il disastro ambientale ed urbanistico creato negli ultimi trent’anni.

Era anche la politica, come affermano i reduci della DC dell’epoca, del “miracolo economico”; invece erano gli anni dei falsi invalidi e delle pensioni rubate. Erano gli anni delle “cattedrali nel deserto”. Solo che le cattedrali crollarono……………..

A Casoria, ci sono ancora le navate della vecchia cattedrale Montedison, uno dei tanti orridi, giganteschi e inutili monumenti dell’archeologia industriale. La Montedison è andata via da un pezzo. I figli dei dipendenti di Rhodiatoce e Resia sono disoccupati.

E non date retta a quelli che vi garantiscono: “una volta era un’altra musica”. Balle! Erano altri suonatori, ma lo spartito non è cambiato.

Nell’attesa che arrivasse la Befana, l’opposizione di centro destra ha continuato le trattative al suo interno. Nessun abisso tra le parti. Nessuno vuole che Carfora vada avanti e tutti vorrebbero mandarlo a casa. Allora, direste: “perché non c’è unità di intenti?” Risposta: manca una strategia comune: non c’è coordinamento. Il gruppo delle Liste Civiche, con Gruppo Misto e Pdl è sinonimo di lacerazione.

Spaccature intestine, accordi trasversali, doppiogiochisti. E’ il nuovo scenario politico in questo inizio 2012. Gli schieramenti del centrosinistra e del centrodestra sono alle prese con conflittualità e divergenze tra i gruppi che li compongono. Nella maggioranza e nella minoranza sì è diffusa la sindrome della poltrona ben remunerata. “A quando la nomina degli organi di controllo? Quando cambia il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Cimiteriale? Sia da esempio quello di Casoria Ambiente! A quando la Multiservizi? C’è posto per me?” No, tu no!

A destra come a sinistra, c’è una diffusa voglia di “rottura”. Le seconde file di “partiti e schieramenti politici” sembrano quasi essere contagiate da protagonismo ed arrivismo sfrenato. Aspiranti attori della nuova scena politica sono “nuovisti”, gattopardi e populisti. Nessuno degli schieramenti locali, secondo le ultime manovre e congetture, risulterebbe essere immune. Orientamenti e direttive di partito o di schieramento sono stati in più di un’occasione elusi da azioni e comportamenti di singoli consiglieri comunali e di interi gruppi politici. La caratteristica più diffusa tra le forze politiche casoriane è diventata quella della promiscuità. Accordi trasversali e ricatti, infatti, sono all’ordine del giorno nel centrodestra e nel centrosinistra. A fare scuola sono stati i gruppi eredi della Democrazia Cristiana. Da una parte i democratici eletti dal popolo in Consiglio Comunale e dall’altro tutti i simpatizzanti di Carfora. I primi, infatti, erano nella maggioranza ma con un fare critico e con il manifesto di sabato 14 gennaio sono passati all’opposizione, mentre gli altri si sono coalizzati da sempre sia con Carfora che con Casillo, nella maggioranza anch’essi. Obietterete: “è un casino!”. Esatto! E un casino si può descrivere ma non merita una spiegazione. Non sforzatevi di comprendere ciò che è incomprensibile. L’unico dato sicuro che siamo tornati nel luogo dal quale non ci siamo mai mossi: in piena prima Repubblica, con la compagnia, sempre, nei secoli, di democristiani e socialisti che puntano al potere per il potere. Questa mia è una delle prime analisi delle “insubordinazioni”, neo alleanze e velate aspirazioni di singoli consiglieri e di gruppi politici.

Per finire, sarà dura resistere all’onda lunga dei democristiani e dei compagni socialisti, ispiratori, oggi come sempre, di affitto passivo selvaggio, sperpero del denaro pubblico, crolli, somme urgenze, favoritismi, concorsi ed assunzioni farse, concessioni, dia.

A chi il compito di contrastare tutto questo? A chi?

NANDO TROISE.

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