Buongiorno amici lettori. Oggi abbiamo come ospite Eliana Esposito, classe 1972: attrice, autrice teatrale, regista, cantautrice, da anni è impegnata a raccontare la Sicilia e i siciliani, a cantarne la storia e le bellezze, a promuoverne la lingua e la cultura, a portarne alla luce eroi poco conosciuti. Autrice e regista di lavori teatrali come “Fratelli d’Italia, dov’è la vittoria?” o come “Antudo” da sempre denuncia, attraverso i suoi spettacoli, lo stato di colonia interna della sua terra e in generale i pericoli insidiosi della manipolazione de “La fabbrica del consenso”. Inoltre dal 2017 è anche attivista di Siciliani Liberi e dal 2021 membro della Segreteria nazionale di Siciliani Liberi.
Eliana, ha intenzione di candidarsi da sola oppure di candidarsi come a Palermo insieme a qualche altra lista?
“Se qualche partito vorrà appoggiare la mia candidatura e il nostro programma che prevede, tra le varie cose, anche l’attuazione immediata del nostro Statuto, siamo disponibili al dialogo, a patto che si tratti di liste sicilianiste, civiche o anti-sistema”
Questa scelta a Palermo ha dimezzato i voti rispetto alle precedenti elezioni. dunque le chiederei anche come sperano di far finalmente comprendere al popolo siciliano come la Sicilia potrebbe essere nazione a se stante.
“Come dice sempre il nostro segretario, l’architetto Ciro Lomonte che ringrazio anche pubblicamente per tutto quello che ha fatto e per come si è speso per le amministrative di Palermo, noi non ci siamo coalizzati con partiti o con simboli, noi abbiamo collaborato con persone in carne ed ossa che avevano ed hanno dimostrato di essere amici leali. Il perché dei voti dimezzati è tutto da capire. Troppo semplicistico addebitarlo alla lista con tre simboli. Ci sono diversi fattori da tenere in considerazione e da analizzare come ad esempio il fatto che tanta gente sia stata rimandata a casa a causa della defezione di tutti quei presidenti di seggio; le file interminabili sotto il sole che hanno scoraggiato più gli elettori liberi che quelli che dovevano dimostrare a qualcuno di avere votato secondo gli ordini di scuderia; e poi c’è la questione della disaffezione al voto, in generale, e della sospettosità dei Siciliani che hanno ricevuto troppe delusioni in tempi recenti.
Io penso che tutti i siciliani veri, in fondo al loro cuore, sono indipendentisti. Non ne sono coscienti a causa di 160 anni di colonialismo mentale col quale sono stati educati e a causa della disinformazione nella quale sono ancora oggi volutamente tenuti, ma basta poco per riaccendere quel desiderio di indipendenza che tutti i siciliani veri abbiamo in fondo al cuore. Innanzitutto la cosa più importante è l’informazione, basta ricordarci chi siamo e da dove veniamo per sentite nuovamente ardere dentro di noi lo Spirito del Popolo del Vespro”
È una indipendentista inclusiva di tutte le culture anche esterne oppure ha una posizione salviniana contro i barconi che provengono dall’africa.
“L’ospitalità e l’accoglienza sono fuori discussione perché noi siciliani ce li abbiamo orgogliosamente nel DNA… Ma questo non significa che la nostra Regione debba occuparsene da sola. Non possiamo essere abbandonati da tutti gli altri paesi nel servizio dell’accoglienza e inoltre bisogna vegliare e vigilare perché purtroppo, spesso, dietro l’alibi della accoglienza, si nasconde in realtà una nuova tratta degli schiavi. Lo sfruttamento di queste persone, le condizioni igieniche nelle quali spesso sono costrette a vivere, stipate come sardine in 15 in una stanza, l’introduzione di queste donne nel circuito della prostituzione non è accoglienza, non è solidarietà, non è amore, è schiavitù! E chiunque favorisca questo tipo di business, si macchia di crimini contro l’umanità”
Secondo lei, in che cosa ha sbagliato l’amministrazione Musumeci in questi ultimi anni?
“Di errori ne sono stati fatti tanti, soprattutto di omissione, ne riporto solo un paio. Il primo sulla grande questione finanziaria siciliana – tema caro al nostro prof. Massimo Costa, fondatore di Siciliani Liberi, e uno dei nostri temi centrali e nostro cavallo di battaglia – riguarda la principale palla al piede che incatena lo sviluppo della Sicilia, ed è il furto che lo Stato opera ai danni della Regione Siciliana per circa 10 miliardi l’anno. Quando Musumeci era all’opposizione, ha criticato aspramente Crocetta per aver firmato accordi che toglievano, senza contropartita, circa un terzo delle imposte dirette e due terzi di quelle indirette regalandole allo Stato (e tanto altro, non c’è il tempo di riprendere tutto, ma almeno si ricordi la cancellazione di circa 6 miliardi di residui attivi verso lo Stato), poi però, una volta arrivato al Governo, ha alzato bandiera bianca, controfirmando tutti i provvedimenti dello Stato. Non ha dato seguito neanche ad una sua stessa delibera di Giunta in cui programmava di dare attuazione alla parte finanziaria dello Statuto. Ha tolto ai Siciliani le loro risorse naturali facendo sfruttare la Sicilia peggio dell’ultima colonia e di conseguenza ha condannato al dissesto tutti gli enti che dalla Regione dipendono, a iniziare dai Comuni, e quindi niente servizi ai cittadini, niente strumenti di sviluppo efficaci, niente investimenti sensibili, niente di niente.
Il secondo è la gestione della crisi sanitaria; anche questa subalterna e coloniale. Avrebbe potuto sfruttare i propri poteri, praticamente sovrani, in materia di sanità e ordine pubblico, per sfuggire al delirio di Speranza & co. E invece ha tentato di emettere provvedimenti ancora più liberticidi, folli e insensati e non ha mai saputo contare bene morti e contagi: uno scandalo nello scandalo”
Adesso la domanda spinosa: Come pensa di far uscire la nostra Sicilia da questa situazione di zoccolo duro dell’Italia?
“Lo “zoccolo duro” del sottosviluppo? Il vagone di coda? Ovvia conseguenza del problema appena detto: La Grande Questione Finanziaria Siciliana. Ma anche della perifericità geografica e della mancanza di una classe politica che rappresenti veramente i siciliani e che faccia veramente i loro interessi e non quelli dei partiti dai quali prende ordini.
Noi le idee le abbiamo molto chiare, anche da un punto di vista tecnico. Siamo una squadra e abbiamo tutte le competenze che servono. Per cominciare, la prima cosa che faremmo è incontrare, subito dopo le elezioni, il Ministro dell’Economia italiano per chiedergli tempi e modi del rientro dei crediti siciliani verso l’Italia. Un’altra è quella di azzerare il falso disavanzo causato da Renzi e Crocetta. Ma i siciliani da parte loro devono avere il coraggio di voltare pagina dando fiducia a una nuova classe politica che per la prima volta si mette a servizio del Popolo siciliano e in generale della difesa dei diritti umani.
È dura, lo sappiamo, ci sono ormai gangli di clientele consolidati come catene. Ma è possibile! I Siciliani che non votano sono 6 su 10. Voglio dire a questi siciliani che non votano: venite a conoscerci, a sentirci, a toccare con mano, venite in prima persona ad aiutarci in tutti i modi possibili e tutti insieme “saremo il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”.
La ringrazio Eliana e la saluto affettuosamente, è stata molto esplicita. Questa è una delle migliori interviste che ho fatto. Spero che dopo le elezioni voglia concedermene un’altra”
Maria Lupica