Un convegno, l’otto Marzo scorso, per esaltare l’impegno che le donne mostrano nel porre la loro energia, tenacia, caparbietà, sensibilità al servizio di alcuni beni della vita, doti femminili che la storia spuria e deviata, gestita da uomini assetati di potere, ha cercato nel corso dei secoli sempre di affossare. Nella giornata dedicata ai diritti delle donne donare le mimose è diventato solo un modo per piegarsi alla logica del mercato che impone un altro “rito” consumistico.
E’ stato, pertanto, importante invitare studenti/esse di alcune scuole napoletane (Serra, Margherita di Savoia, liceo Umberto, Scuole Pie Napoletane, Scuola Militare Nunziatella con tre allieve ) nell’accogliente Auditorium dell’istituto “Nuovo Bianchi “ di cui è Dirigente la prof.ssa Angela Procaccini – sempre sensibile ai temi di alto profilo sociale e morale – per stimolarli a riflettere sul ruolo fondamentale che le donne svolgono nel riempire di valore e di senso tutta la vicenda umana, contribuendo ad umanizzare la vita con il loro prezioso apporto che ne migliora indubbiamente la qualità. Tutti gli uomini dovrebbero chiedere scusa alle donne per i diritti loro negati, per tutte le volte in cui ne è stata sfruttata la vivida intelligenza, il senso pratico, la genialità, la bellezza fisica e interiore, piegando le risorse tipiche della creatività femminile all’utilitarismo maschile.
Complimenti vivissimi alle relatrici che hanno reso molto interessante il convegno con interventi riportanti le loro significative testimonianze: Benedetta de Falco , Presidente Green Care, su “difesa dell’Ambiente e del verde”; Francesca Napolitano, Dirigente CPIA Napoli e Provincia 1 – scuola carcere femminile di Pozzuoli, su “difesa delle Donne ristrette per il loro recupero”; Loredana Marra, Responsabile Libera Officina, Fondazione Grimaldi , su “La Donna che sostiene i ragazzi in difficoltà”; Alessandra Sardu , Presidente Acqua Bene Comune di Napoli (ABC) su “La Donna per la difesa del nostro bene comune, l’Acqua”; Antonella Sciarra, Ricercatrice Facoltà Chirurgia Oncologica della università Vanvitelli , su “La Donna al servizio di chi affronta la malattia”. L’Evento, introdotto e moderato da Angela Procaccini e promosso da “La Compagnia dei Figliuoli”, “Scuole Pie” e “Fondazione Grimaldi”, ha posto in rilievo la corresponsabilità di istituzioni e società civile, che, sostenuti da un’etica sociale, hanno il compito di favorire e sostenere la relazione di cura nei confronti delle fragilità umane e del contesto ambientale che ci circonda. Molto soddisfatta, al termine del Convegno, la Dirigente Procaccini che, nel ringraziare tutti i convenuti ( Susanna Califano, Associazione nazionale Carabinieri Napoli Ovest, con Tina Wite e i luogotenenti Vincenzo Marina e Francesco Tranfaglia), ha sottolineato la “delicata performance della giovanissima chitarrista Valeria Rossi” e la bravura gli alunni del Bianchi, straordinari, come sempre, dalla prima alla quinta classe: seri, responsabili, attenti”. Due i video presentati: il primo del carcere femminile di Pozzuoli, il secondo del Bianchi, frutto dell’attenta scrupolosa ricostruzione degli alunni della terza classe, guidati dalla docente Mary Moriglia.
Le esperienze raccontate dalle citate Relatrici, impegnate nella tutela dell’ambiente e nella prossimità ai ragazzi in difficoltà e al recupero delle donne in carcere, hanno richiamato alla mente e al cuore ciò che scrisse S. Giovanni Paolo II nel documento “Lettera alle Donne” il 29 giugno 1995. Eccone uno stralcio: “Sì, è l’ora di guardare con il coraggio della memoria e il franco riconoscimento delle responsabilità alla lunga storia dell’umanità, a cui le donne hanno dato un contributo non inferiore a quello degli uomini, e il più delle volte in condizioni ben più disagiate. Penso, in particolare, alle donne che hanno amato la cultura e l’arte e vi si sono dedicate partendo da condizioni di svantaggio, escluse spesso da un’educazione paritaria, esposte alla sottovalutazione, al misconoscimento ed anche all’espropriazione del loro apporto intellettuale. Della molteplice opera delle donne nella storia, purtroppo, molto poco è rimasto di rilevabile con gli strumenti della storiografia scientifica. Per fortuna, se il tempo ne ha sepolto le tracce documentarie, non si può non avvertirne i flussi benefici nella linfa vitale che impasta l’essere delle generazioni che si sono avvicendate fino a noi. Rispetto a questa grande, immensa « tradizione » femminile, l’umanità ha un debito incalcolabile. Quante donne sono state e sono tuttora valutate più per l’aspetto fisico che per la competenza, la professionalità, le opere dell’intelligenza, la ricchezza della loro sensibilità e, in definitiva, per la dignità stessa del loro essere”!
Antonio Botta