“A questo centro di ricerca dal nome impronunciabile che avrebbe la pretesa di cancellare ‘La Divina Commedia sulla base di deliranti accuse di razzismo sarebbe quasi da rispondere con un verso dantesco: ‘non ti curar di loro ma guarda e passa’…La questione è talmente assurda che non meriterebbe quindi neppure di essere commentata se non fosse che questo centro ‘vanta’ lo status di consulente del Consiglio d’Europa (che è cosa diversa dal Consiglio europeo) e delle Nazioni unite. Ed proprio questo status che, a mio parere, rende gravissimi il giudizio e l’interferenza del Consiglio d’Europa e delle Nazioni
Unite sulla Divina Commedia e sulla formazione scolastica. Gli italiani hanno dovuto già subire le intromissioni dell’Unione europea sulle tradizioni alimentari italiane, dalla mozzarella di bufala alla pizza al forno. Sul Sommo Poeta nessuna tolleranza. L’Onu rimanga al suo posto, il ministro degli esteri, Terzi di Sant’Agata, una volta tanto, prenda l’iniziativa e faccia sentire le sue vibrate proteste verso le Nazioni Unite chiedendo di radiare questi pseudoconsulenti profumatamente pagati dalla comunità internazionale per dileggiare la cultura italiana e la civiltà europea di cui è baricentro. Stavolta facciamo entrare noi gli xenofobi colpevoli di “attentato alla bellezza” in un ‘porto italiano’, per processarli e condannarli senza pietà. Il presidente Monti prenda il rimbalzo e commissioni la stampa in tutte le lingue del pianeta della Divina Commedia e vada a distribuirle, con la portaerei Garibaldi, a tutte le nazione del mondo. Una ‘missione armata’. Di arte, letteratura, cultura cristiana e occidentale. La sua lettura può aiutare i governi a dare un’anima all’umanità”. E’ quanto dichiara il deputato del PdL, Fabio Rampelli, componente della Commissione Cultura, a commento delle accuse rivolte alla Divina Commedia da un centro di ricerca accreditato presso il Consiglio d’Europa e l’Onu, sulle quali il deputato presenta una mozione.