Regione Campania a rischio default, buco di 500 milioni

Spett.le Redazione Casoriadue

La Regione Campania rischia il dissesto finanziario. E’ direttamente il governatore, Stefano Caldoro, a lanciare l’allarme durante la riunione di giunta di ieri. Il problema riguarda la spesa corrente che ha un “buco” di 500 milioni di euro e mette a rischio lo stipendio di circa 10mila lavoratori dei trasporti, ambiente e forestazione. A far scoppiare l’allarme è l’incognita fondi Fas che il governo non sembra intenzionato a concedere per affrontare la spesa corrente, intenzione avvalorata dall’analogo rifiuto alla Sicilia. Mentre per il passato, la giunta Bassolino aveva potuto far fronte al buco ricorrendo all’indebitamento ed ai fondi

europei per finanziare progetti specifici, con lo sforamento del patto di stabilità del 2009 questa strada non è più percorribile. Al centro dei colloqui con i ministri Barca e Passera ed i tecnici del Tesoro, una soluzione che passa per il ricorso a maxi-mutui con la Cassa depositi e prestiti, come avvenuto per le Asl, e mutui quarantennali agli enti locali. Ma per realizzarla c’è bisogno di una norma nazionale che consenta la mobilità orizzontale dei lavoratori in eccesso su settori che hanno bisogno di nuove forze. Nei prossimi giorni, dopo che il ministero dell’economia ha dato la sua approvazione al piano di stabilizzazione, dovrebbe arrivare la nomina dei commissari governativi. Anche se neanche questo, a detta di Caldoro, risolverebbe l’enorme mole di difficoltà finanziaria in cui si dibatte il bilancio regionale. Il governatore continua a considerare, come strategia di uscita, l’ipotesi di una gestione separata sul modello della Parmalat di Bondi: da una parte il debito accumulato da smaltire poco per volta e dall’altra una gestione ordinaria senza impedimenti. In Campania si rischia davvero il collasso, se non arriva subito un sostegno pari ad almeno 500 milioni e se non viene autorizzato, come per la sanità, un piano di rientro straordinario anche nei settori ambiente e trasporti che permetta di separare la gestione corrente dai debiti pregressi. Se non si trova subito una soluzione, lo spettro fallimento porterebbe con sé uno o più commissari che dovrebbero supplire al disastro della politica

Distinti saluti
Mauro Curioso

 

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