IL CALCIO IN CAMPANIA, IL SORRENTO, IL NAPOLI, LA JUVE STABIA CON PLAY OFF, PLAY OUT, EUROPEI E LE FINALI GIOVANILI

Divagando per il Carcere di Cremona e l’orribile nera pagina degli scandali calcistici (partite truccate, scommesse…. Ahia!!!)

Cara, vecchia, adorata Campania! In quanti guai mi cacci! Mentre a Sorrento, la Sorrento di Gambardella e di Diodato Scala, nonostante la vittoria a Carpi, vede svanire il sogno di una finale con la Pro Vercelli oltre all’accesso alla serie B, assisto, tra sabato e domenica, alle final eight del Campionato Primavera, a Gubbio Lazio – Torino (2 – 1 con doppietta del nigeriano Emmanuel Sani), a Foligno, Inter – Palermo, 2 – 0,  ammirando dei giovani che saranno il futuro calcistico italiano e i campioni del domani (Di Gennaro, Bandini, Bessa, Crisetig, Duncan (un uomo tra bambini!), Caputo, Bollino, Longo e Malele), alle due finali di andata dei play off per l’accesso in serie B, cioè Lanciano – Trapani 1 – 1 e Carpi – Pro Vercelli, 0 – 0 e  ai ludi della cortesia.

Mentre scrivo il Napoli di Ciro Muro  raggiunge la final eight per lo scudetto del campionato nazionale giovanissimi: Ciro Muro contro Milan, Roma, Torino,

Empoli, Reggina, Inter e Juventus, dal 21 al 28 giugno a Chianciano Terme. Il napoletano Carmine Guatieri,  allenatore del Lanciano  del Gruppo Maio andrà, domenica prossima, in gita di piacere nella più bella Città della marine siciliane, Trapani.

 

Mentre Braglia sgomita, dopo la riconferma, per allestire un team che mantenga le posizioni conquistate quest’anno, perso Sau che torna al Cagliari, chiesto  un tal Baronio che batte punizioni sei metri lontano dall’area della porta del pipelet avversario!

A Castellamare, dopo l’ottimo campionato di B si pone grande attenzione alla costruzione del settore giovanile. A Fogliamanzillo, Mario Turi e Rosario Chiaiese, Alberico Turi ha affidato la squadra  Primavera, quella allievi e i giovanissimi; a Napoli eleganti svolazzi di Cavani in zona tiro, nell’attesa che gli arrivino compagni di reparto di peso e di qualità (partito Lavezzi, i pensieri vanno a Insigne e a Giovinco, oltre alla riconferma di Pandev). A Frosinone, invece, rimasto in C, il direttore Salvini ed il suo staff sta programmando il settore giovanile dell’anno prossimo, con lo scopo di migliorare i già importanti risultati di questo anno. E gli altri attaccanti di scuola napoletana  dove sono? Immobile va al Genoa, Di Natale e Floro Flores faranno ancora grande l’Udinese, Marco Borriello spera in Zeman, Ciano, Di Vena e Maiello tornano al Napoli.

Vanno male le campane impegnate nelle loro corse. Perde la Sarnese  la Lega Pro e perde, retrocedendo la Neapolis come perde il Real Nocera, Sibilla Bacoli e Viribus Unitis..

Cara vecchia Campania, quante me ne combini! Ma quanta colpa ha la gente minuta, spicciola, il tifoso, lo appassionato, il giocatore in se per se? E quanta altra invece il dirigente? Colui che dovrebbe condurre e non conduce, colui che dovrebbe fissare il tema e non fissa? E in certi luoghi, dove pure dovrebbe nascere lo sport, che odori si percepiscono? Sono centri di sport o sentine puzzolenti?

Maneggioni, perfidi, ben protetti, spiano e speculano. Su tutto e con un cinismo, e una disonestà che può portarli, prima o dopo, anche a Poggioreale, un carcere molto più brutto ed inquieto di quello di Cremona, dove da qualche giorno soggiornano Mauri e Milanetto.

Maneggione (o accattone) però non è l’ex giocatore che per sbarcare il suo difficile lunario, gira e osserva; maneggione non è il tecnico rimasto senza posto e quindi adattatosi a scoprire talenti; questi fanno parte del mondo naturale dello sport, vi appartengono di diritto; devono restarci. Maneggione è chi si spaccia per dirigente e non lo è. Maneggione è colui che coltiva le simpatie del presidente – fesso, spacciandogli per vere mille menzogne, falsando la realtà; maneggione però finisce con lo essere anche il presidente che si fida troppo di lui! Su di loro indagano tre Procure, Napoli, Bari e Cremona. Sui maneggioni Michel Platini ha chiesto l’intervento delle Polizie Europee.

C’entra in questo discorso anche la Lega? Professionisti di A e di B, Lega Pro (la ex Serie C) o regionale che sia? Per carità! Ma se questi organismi non operano selezioni, se non aiutano, ad esempio, i tecnici e i giocatori locali ad essere utilizzati, se si prestano al caos che esiste, si fanno corresponsabili dell’andazzo e allora conviene intervenire.

Abete,  Beretta e fra Demetrio da Bergamo non vivono in Campania ma sono convinto che qualcuno si incaricherà di fargli leggere quanto stiamo scrivendo; oggi, grazie alla rete ed al web, un nostro articolo può essere letto in tutto il mondo. In Campania c’è odore di bruciato ma non nelle società, non nei giocatori, non in alcuni dirigenti, non nei veri talent scout, o nei manager seri, ma in  un “giretto” ormai individuato e quindi quasi fuori gioco.

In Campania accade quello che accade in qualsiasi parte d’Italia, compresa la Toscana e la Lombardia, con rispetto parlando; ma quel che accade qui subisce modifiche, stravisamenti, piccole, delicate ma importanti violenze. Il pinco che parla con palla, è fatto comune; ma da noi la speculazione è diventata legale. La discussione non va a parare dalle parti del moralismo, ma dalle parti dello sport che va difeso. Dalle parti del calcio che sta andando a puttana, per colpa innanzitutto di alcuni dei suoi dirigenti più noti. Ormai quasi tutti i dirigenti di Serie A, B e il resto saranno trascinati davanti al Tribunale di Cremona ed a quello di Napoli. Non viene trascinato, invece, Galliani, che è presidente del Milan. Galliani si sarebbe difeso con i suoi giornali e le sue televisioni, da par suo!

Cara vecchia Campania, dici che facciamo del moralismo spicciolo? Manco a pensarlo. Cerchiamo di dire la verità, convinti come siamo che solo le troppe verità taciute fino a oggi, ci hanno sconciato come sappiamo e vediamo. Dici che non cambia niente? Non è vero. Tante cose ho visto cambiare in 42 anni (ho iniziato nel 1970, con Sport 7, settimanale di critica e politica sportiva del Mezzogiorno d’Italia, con Maestro, Guido Prestisimone) e passa di giornalismo, al servizio appunto del vero.

Ma non bisogna cedere.

Torniamo al calcio, al Napoli, a De Laurentiis, a Riccardo Bigon, a Walter Mazzarri ed ai loro collaboratori, parliamo con loro di calcio mercato. Il mercato del calcio meridionale è prima che una mia invenzione una necessità sociale immediata. Spero che venga il prurito a De Laurentiis di organizzarlo lui! Vorrei tanto che nel consiglio direttivo parlassero di questa mia idea che tanto farebbe bene proprio al settore giovanile del Napoli. Guarda caso tutti adesso scoprono il calcio di casa. La Beretti di Felice Mollo, gli allievi di Nicola Liguori, i giovanissimi di Ciro Muro; tre tecnici di casa nostra: Sant’Anastasia, Frattamaggiore e San Pietro a Patierno.

Aurelio, ormai tutti lo hanno capito, agisce di testa sua e certo non sta a sentire quei napoletani che si ritengono decisamente più furbi di tutti.

Deve, però, tenere conto di una nuova classe sportiva che è pronta: apra le porte  alla  Nocerina, alla Juve Stabia, al Sorrento, al Benevento, a Mario Moxedano,  all’Aversa Normanna, a tutte le società dei Campi Flegrei, alla Turris, ai neo Sindaci.

Apriamo le porte ma diciamo loro di continuare ad avanzare nello sport non più con le astuzie e gli inghippi ma con l’intelligenza. Lo sport non è una gara tra furbi ma tra gente sana. Questi dirigenti poi non aduliamo ma con onestà critichiamo. Che sappiano costoro che saranno rispettati se sapranno rispettare. Che vinceranno se sapranno lottare (e, in questo, Walter Mazzarri è esempio meraviglioso!). La cara, vecchia Campania, il Sud tutto, hanno bisogno di un pizzico di amore e di onestà anche nello sport.

Vogliamo concederglielo?

NANDO TROISE.

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