CARFORA E GLI AVVERSARI

Tutti attaccano Carfora. Il Pd, le liste civiche che hanno perso le elezioni, alcuni consiglieri della maggioranza, tutto il partito del Popolo della Libertà. Il bersaglio è facile. Enzo Carfora, sa bene, lo riconosce, lo ammette, lo confessa, ha fatto poco o perlomeno molto di meno di quello che avrebbe voluto fare, pensato di fare e promesso di fare eppure siede sulla poltrona che fu di tanti Sindaci mediocri o “teste di legno”. Sfortunato non è. Ha approfittato, per vincere, della spaccatura intestina del Centro Destra, l’uno contro l’altro, purtroppo non armati, gli uomini fedeli a Stefano Ferrara che pure aveva l’appoggio di Cesaro e Cosentino e quelli legati al Consigliere Regionale Gennaro Nocera, espressione politica e punto di riferimento del Senatore Vincenzo Nespoli, con Tizziani, Scancariello, Polizio, Pugliese, Capano, Casolaro, Trojano, soggetti politici che hanno, a loro inaspettata e insaputa, partecipato alla scomposizione di un quadro politico di centro destra, per la prima volta, al governo della Città di Casoria. 4000 voti in più al suo avversario, Massimo Iodice, non gli hanno consentito, in questo anno da Sindaco di una delle Città medie più importanti

della Campania, di governare in maniera univoca ed unilaterale, ed è solo grazie all’intervento dei cittadini che non hanno voluto che andasse a casa, se è ancora Sindaco di questa Città.

 

Volete, cari lettori, che i casoriani siano contenti? Di cosa lo accusano?

Le strade in pessimo stato; (“ci sono più buche che strade” mi diceva, l’altro giorno, un vecchio amico delle medie, trasferitosi a San Giorgio a Cremano, con il lavoro a via Medina a Napoli); periferie abbandonate e senza servizi; degrado ambientale (martedì mattina i consiglieri regionali Antonio Amato e Gennaro Nocera, insieme al movimento No discariche ed il Comitato Castagna, sono andati a fare un sopraluogo sullo sversatoio Cantariello, constatando, penso,  inquinamento di ogni specie, gli insediamenti Rom, senza dimenticare mai gli scheletri delle aree dismesse con i loro segreti di morte); speculazione edilizia con i cambi di destinazione d’uso al posto dei permessi a costruire; l’affidamento a privati delle strutture pubbliche; i quadri normativi europei avuti in eredità e distribuiti alle appartenenze partitiche.

Tutti gli chiedono di andarsene, non solo gli avversari. Enzo Carfora è testardo e non molla. Anzi fa sapere, pur avendo annunciato, inconsapevolmente, che mai avrebbe cambiato il quadro politico che ha vinto le elezioni, che resterà ancora per molto. Il plotone di esecuzione è pronto. L’altra notte erano tutti lì, al solito bar, in via Principe di Piemonte – la parte destra dei tiratori scelti.

Eppure l’API legittima la figura di Enzo Carfora a Sindaco della Città per tre motivi: 1) ha il dovere di riparare i guasti ancora presenti a Casoria; 2) merita una prova di appello; 3) la successione non è facile, al di là delle apparenze, delle voci, delle proposte, delle speranze, dei sogni, delle aspettative, perché non c’è un uomo carismatico pronto e perché la lite nel Partito Democratico non permette soluzioni rapide come la situazione imporrebbe.

Enzo Carfora non è certamente soddisfatto: la sua condizione e conduzione non è mai stata lineare e le sue strategie sono state a dir poco caotiche; la causa, secondo lui, è la rottura avvenuta all’interno del Pd, con il gruppo consiliare ed il presidente del consiglio comunale, decisi e determinati contro Tommaso Casillo e contro gli Assessori proprio del Pd.  In un anno ha contraddetto molte volte il suo pensiero politico, sociale, civile, amministrativo e sportivo rispetto a quando era consigliere comunale udeur, sdi e sel. Gli è stata fatale, secondo me, proprio la campagna – assessori che avrebbe dovuto consacrarlo, trasformandosi, invece, sempre a sua insaputa, nel peccato originale di questa amministrazione. Mai avrebbero dovuto lasciare i banchi del consiglio comunale Sergio D’Anna, Luisa Marro, Tignola, Mariano Marino.

Su una cosa Carfora è coerente: non scappa, resta.

A destra, per adesso, non c’è nessuno da incensare. Gli accordi sono lontani (anche all’interno degli stessi partiti: vedi Scancariello con “ripartiamo da zero” – Nocera; Tizziani abbracciato allo scudo crociato non sa ancora di chi fidarsi e a chi appoggiarsi, etc.)

Non ingrosseremo le fila degli osannatori di professione ma cercheremo di raccontare i fatti.

A questi attori della politica, specie ai più giovani, chiediamo di insistere sull’impegno a favore dello sport sociale.

I giovani hanno diritto ad una società onesta e trasparente, agli ospedali, ad una vita senza camorra e tangenti ma anche alla possibilità di praticare lo sport; non basta vederlo in televisione.

NANDO TROISE.

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