NELLA ZONA CANTARIELLO “E’ UNA CATASTROFE SENZA PRECEDENTI”

La denuncia è del comitato “NO DISCARICHE”. Grido di aiuto e di dolore di don Maurizio Patriciello. In data odierna incontro tra l’ass. regionale Giovanni Romano e la Commissione bonifiche della regione Campania

Il Comitato “NO DISCARICHE” continua a denunciare che le condizioni ambientali nell’area Cantariello  si fanno sempre più drammatiche e insostenibili: “LA SITUAZIONE  PEGGIORA DI GIORNO IN GIORNO ED E’ IN CORSO UN VERO E PROPRIO ESODO, UNA EMIGRAZIONE DEI CITTADINI CHE ABITANO NELLE IMMEDIATE VICINANZE DI QUELLA BOMBA ECOLOGICA:  NON CE LA FANNO PIU’ A VIVERE LI’ E A RESPIRARE QUELL’ARIA AVVELENATA. IN TANTI CERCANO RIPARO, SOLLIEVO: IN MOLTI PRESSO PARENTI, CHI PUO’ ADDIRITTURA E’ ANDATO IN ALBERGO PER ALLONTANARSI DA QUELLA ZONA. INSOMMA, E’ UNA CATASTROFE SENZA PRECEDENTI !!”

Intanto la Politica fa i suoi lenti passi: il 5 Luglio scorso l’Assessore all’ambiente della regione Campania, Giovanni Romano, al quale sono stati  inviati numerosi e continui solleciti, ha fissato, in data odierna, un

incontro con la Commissione bonifiche della Regione, presieduta da Antonio Amato. Successivamente dovrebbe incontrare anche i Comitati. Dall’incontro di oggi ci si aspetta  l’autorizzazione ad un iter d’urgenza per la caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica del sito. “Adesso – ha dichiarato Lucio Iavarone, Presidente del comitato “NO DISCARICHE”, – “siamo arrivati al sodo, cioè a chi nei fatti ha potere di spesa e deve finanziariamente sostenere le azioni concrete sul sito che da adesso andranno fatte. Importante è che non si molli!” Bene, dunque, ha fatto don Maurizio Patriciello a scrivere un eloquente e mordente articolo, pubblicato sul sito di “Avvenire”, sul fenomeno dei roghi appiccati nelle aree tra Caserta e Napoli: un vero grido di dolore e di aiuto, che “fotografa” la terribile, scandalosa e allarmante situazione cui da anni non si pone rimedio. Ecco il testo del coraggioso “uomo di Cristo”:

 

“Ormai non hanno più paura di niente e di nessuno. L’incredibile misfatto avviene in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti. Si aggirano per le nostra campagne tranquilli, beffardi, ironici. Disumani. Sanno di poter contare su una burocrazia farraginosa e pedante. Su amministrazioni locali spesso incapaci, sonnacchiose. Si spostano continuamente di pochi metri, giocando sulle due province, Napoli e Caserta.Le forze dell’ordine, interpellate, lamentano scarsità di mezzi e di personale. Il popolo, stanco e rassegnato, si difende come meglio può. È un gioco al massacro. Un brutto, disastroso, irreversibile gioco al massacro. I Rom – questo popolo “invisibile” che vive in mezzo a noi, spesso alla stregua degli uomini primitivi – danno il loro contributo, facendosi allo stesso tempo vittime e carnefici. È a loro, infatti, che viene affidato l’ingrato compito di appiccare il fuoco alle decine di tonnellate di gomme di ogni tipo e misura che giungono da chissà dove per essere smaltite a poco prezzo e non lasciare tracce in giro. Altri rifiuti tossici, dai nomi sconosciuti o difficili da pronunciare, vengono sistemati sulla pira. Incredibile. Il rogo arde per ore. I viottoli di campagna rendono difficili anche gli interventi dei vigili del fuoco. E poi a che servono? Una volta spento l’incendio le scorie tossiche vengono lasciate sul terreno. Esposte ai venti che provvedono a disperderle nell’aria e sui terreni coltivati.

Lo scempio avviene ogni giorno, ogni sera, ogni notte. Da anni. Diossina sprigionata in quantità elevatissima. Quanta ne abbiamo respirata? Quant’altra ancora saremo costretti a inalare? 

Italia, vienici in aiuto, non abbandonare questo popolo malgovernato e in balia della camorra. I roghi sono visibilissimi da chilometri, anche da chi non ha il dono della vista. Chi l’avrebbe detto? Ci stanno rubando anche l’aria. Aria sporca. Sudicia. Insozzata. Di peccato innanzitutto. Aria pesante, disgustosa, fetida, irrespirabile. Aria avvelenata. Aria velenosa. Gli uomini non hanno solo bisogno dell’aria. Gli uomini sono l’aria che respirano, aria che dona vita ma anche serenità, salute. Il fetore infernale, infatti, influisce tanto sull’umore. La gente è più nervosa, instabile, irascibile. Quando nel cuore della notte si viene svegliati all’improvviso dal fetido, invisibile nemico, la giornata successiva è vissuta all’insegna della stanchezza. Recarsi a lavorare ancora mezzo addormentati su un cantiere edile, quasi certamente in nero, è pericoloso. Ma chi è questa gente che, lentamente, sta soffocando un popolo, tra la distrazione di tutti? Da dove viene? La camorra nostrana certamente ha le mani in pasta, ci mancherebbe. Ma dove è stata prodotta tanta tossica immondizia? Chi ha interesse a far perdere le tracce di questi rifiuti? E perché? 

Possibile che non si riesca ad arrivare ai veri colpevoli e mettere la parola fine a questo sciagurato incubo? Come sono strani gli uomini. Se un killer della camorra si mette a sparare per le strade viene fermato e condotto in carcere. O, almeno, viene ricercato. Se un altro killer, molto più pericoloso, forte come la stessa morte, si presenta in pieno giorno e colpisce, ferisce, uccide non uno, ma dieci, cento innocenti, tra cui bambini e ammalati, solo i cittadini interessati gridano allo scandalo e chiedono aiuto. Restituiamo a queste terre la loro antica vocazione. Non permettiamo più a nessuno di continuare a infierire impunemente sulla nostra gente. Chi ne ha la responsabilità si faccia avanti e si assuma le proprie responsabilità. Le decine di migliaia di italiani costretti a vivere nella conurbazione Napoli-Caserta da anni non aspettano altro”.

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