“La Chiesa di San Francesco di Paola non celebrerà messe stamane e la Prefettura ha riaperto dopo decenni l’ ingresso di Via Chiaia. Gambrinus isolato e chiuso dalle transenne con un bar improvvisato sotto i gazebo a 3 metri di distanza. Neanche al Papa è stato concesso tanto”.
“Siamo sconcertati dalla gestione del Concerto di Ligabue e dalle autorizzazioni senza precedenti che ha ottenuto l’ organizzazione dell’ evento. Innanzitutto Piazza del Plebiscito – denunciano il capogruppo dei Verdi Ecologisti alla I Municipalità Diana Pezza Borrelli assieme al segretario cittadino del Sole che Ride Vincenzo Peretti – è stata concessa in toto ad una organizzazione privata che ha costretto anche i residenti a non poter attraversare la piazza. Inoltre senza preavviso sono stati costretti a chiudere i locali commerciali sotto il colonnato come il bar, Parisio e la libreria Treves che non hanno neanche potuto accedere ai loro negozi. Anche l’ ufficio turistico comunale posizionato sotto i colonnati di fatto non ha svolto attività di informazione perchè i turisti non potevano raggiungerlo, la Chiesa di San Francesco di Paola è stata costretta a non celebrare le messe e addirittura la Prefettura ha aperto dopo decenni il secondo
ingresso a Via Chiaia per l’ utenza ed ha lasciato chiuso l’ ingresso principale. Un fatto storico che non succedeva da tempo immemore”. “Il Gambrinus – continuano i Verdi Ecologisti – si è trovato isolato con un bar realizzato sotto dei gazebo a 3 metri dal suo ingresso. Ovviamente noi siamo favorevoli ai concerti in città e all’ arrivo di una grande star come Ligabue, siamo perplessi da una eccessiva limitazione della libertà dei commercianti e dei residenti. Infine visto che la Soprintendenza ha autorizzato per la prima volta il posizionamento dei bar e caffetterie con tavolini in piazza che aveva sempre negato ai locali della zona ci auguriamo che da domani li autorizzi a tutti i commercianti e non soltanto allo staff di Ligabue. Neanche quando è venuto il Papa a Napoli è stato concesso così tanto limitando significativamente la libertà dei napoletani”.