L’Inter sul tetto del mondo! (E l’Italia sta a guardare)

 

Dopo 45 anni dall’ultimo successo nella competizione intercontinentale, l’Inter è di nuovo sul tetto del mondo…

Sono passati 45 anni e sono cambiate tante cose, non solo la televisione non è più in bianco e nero ma a colori, non solo il calcio è diventato sempre più un business anziché lo sport più praticato al mondo, ma soprattutto un trofeo che anni fa rappresentava il raggiungimento dell’obiettivo calcistico più alto, dopo un anno di duri allenamenti, sudore e “battaglie” in campo, oggi è estremamente banalizzato e posto in secondo piano da fattori come la poca qualità delle squadre affrontate dai nerazzurri nella semifinale e finale della competizione (tra l’altro campioni dei continenti Asiatico e Africano, dunque non trovatisi lì per caso!).

L’Inter arriva da un inizio stagione un po’ traballante; in campionato il Milan e squadre “rivelazione” come Lazio e Napoli hanno messo in difficoltà il percorso dei detentori dello scudetto e per questo motivo la formazione guidata dallo Spagnolo Benitez è stata molto criticata da giornalisti e media in genere; in champions si è qualificata seconda nel girone eliminatorio alle spalle del Tottenham (non esattamente una squadra di primissimo livelo mondiale), ma nonostante tutto è riuscita ad arrivare alla finale di sabato 18 c.m. ad Abu Dhabi (luogo scelto per ospitare appunto la competizione intercontinentale fra club) dove ha superato con un netto 3-0 gli sconosciuti Congolesi del Mazembe. Tifosi nerazzurri e non, sanno bene però che qualunque fosse stato il valore degli avversari da affrontare, l’importante è l’essersi trovati a disputare una finale per il titolo più prestigioso a livello mondiale, che ha coronato una stagione passata già satura di successi a livello Europeo.

Notevoli critiche sono state mosse nei confronti dell’allenatore della formazione milanese, il quale è considerato il responsabile dell’avvio di stagione poco felice da parte degli uomini a sua disposizione e dei loro molteplici infortuni (è stato anche accusato a riguardo di errata preparazione fisica della squadra nel pre-campionato). Ma l’accusa più pesante gli è stata mossa dai cosiddetti “tifosi d’Italia” coloro che dicono di non amare la squadra che sostengono, ma di amare il calcio.

Questa è una frase fatta che oramai da anni riecheggia nell’atmosfera che respirano le squadre italiane nelle post-eliminazioni da coppe varie o dopo deludenti prestazioni in campionato.

Questi pseudo tifosi accusano Benitez di non aver schierato nemmeno un giocatore italiano (dei solamente tre a disposizione in squadra) nella formazione che ha poi alzato nel cielo d’Asia la coppa (come se essere loro connazionale fosse determinante ai fini del risultato).

L’allenatore ha risposto sul campo, schierando uomini che parlavano 8 lingue diverse, ma che nel momento in cui ce n’è stato più bisogno hanno usato tutti il dialetto della vittoria. Forse perché questa parola, che venga tradotta “victory”,”victoir” o “triunfo”, è scritta nel DNA di questi campioni,  o forse perché hanno soltanto voluto gridare a questa gente: “Italiani, vi portiamo sul tetto del mondo”!

 

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