Il Napoli si prepara alla trasferta di giovedì nella terra dei cosacchi, sulla riva del fiume Dniepr, aspettando domenica sera il Chievo dell’imbattuto Corini
Ritorna il campionato, dopo le abbuffate delle Nazionali (negli anni normali (80-20…), una sola gara il sabato e non certo questa pagliacciata del doppio incontro in una settimana, con ragazzi con età inferiore ai 28 anni, costretti a prendere 5 aerei per poter raggiungere la sede della propria società: una confusione mondiale di cui sono colpevoli Blatter, Platini e le società di calcio, oltre le varie Federazioni calcistiche; colpevole anche l’AIC, oggi presieduta dal “compagno” Damiano Tommasi); dopo averci avvertito che anche il Napoli di Mazzarri e la sua infelice idea dell’anno sabbatico può essere fischiato in tempi grami come questo. Che rabbia leggere le tantissime critiche rivolte a questo allenatore osannato fino all’altro ieri e oltraggiato dopo la sconfitta con la Juventus. Una sconfitta maturata negli ultimi minuti per la solita disattenzione difensiva, contro una grande squadra, aggressiva, volitiva, grintosa, e con grandi capacità tecniche; in uno stadio che è una eccellenza italiana, in un clima da corrida; suppongo che l’Italia, il Piemonte e la Città di Torino non siamo mai scesi a un livello così becero, nemmeno quando negli anni 70 si scriveva negli androni dei palazzi torinesi “non si fittano case ai meridionali”.
Incredibile ma vero! Eppure ne avevo parlato, nel dopo partita della finale di Coppa Italia, in quella bellissima sala conferenze dell’Olimpico, con Antonio Conte. Mi riconobbe subito il Mister campione d’Italia, quando gli chiesi di poter colloquiare con lui: “L’amico di Angelo Alessio, mi fa.” E io proprio questo gli chiesi: “senta mister ma lei quale leccese, uomo del sud e con lei i vari Quagliarella, Alessio, Ciro Ferrara e i tanti meridionali tesserati con la Juve, non vi offendete a quei cori?” Da uomo – azienda mi rispose che non aveva sentito. Sono proprio loro che si dovrebbero incazzare: quelli che lavorano a Torino, specie quelli che lavorano con e per la Juventus. Donadel (e non Britos) riuscirà a tornare al calcio? Qualcuno lo vede zoppicare…… l’intervento è scongiurato…….. chissà?
Cagliari …… nordista dopo aver esultato si è sentita tradita e protesta. Cagliari è sud o nord? Qualcuno ci fornisce spiegazioni etniche estremamente interessanti. Ma Cagliari è sud o nord? In che direzione va?
Intanto, da queste parti, si parla, come è giusto, di regione. A comunicarcelo, dolorosamente, non è Il Mattino, che dovrebbe farci capire una buona volta per sempre che è un giornale di Napoli, ma Il Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino a Milano c’informa pure che pochi producono a Napoli e moltissimi trafficano. I nostri conti in disavanzo. Per pareggiarli occorre l’apporto esterno. L’esterno – avverte chi scrive – è l’Italia. Quindi noi pure, o napoletani, o campani o meridionali. Viene anche scoperto che fatichiamo due volte; per inventarci un lavoro e lavorare. E’ vero. Qual è il maggiore problema dei nostri problemi? Il professore Francesco Compagna risponde: “creare le condizioni e le occasioni per valorizzare nella Campania e per la Campania la materia grigia che per una ragione storica e sociologica è più cospicua di quanto non lo sia in altre regioni, non soltanto del mezzogiorno”.
Materia grigia significa ragionare, criticare, obiettare, discutere.
Personalmente mi sono reso perfettamente conto che non basta impossessarsi di una scrivania per stare a posto con la coscienza. Tutt’altro. La crisi degli organi di opinione pubblica napoletana prende l’avvio giusto da questo rilievo. Isolati (grazie alle scrivanie ed agli stipendi) in pochi si sono accorti che il paese e la città cambiava e cambia volto e costume e hanno fatto quadrato appunto attorno alle………. scrivanie.
L’unica speranza – ci viene detto profeticamente – è che una opinione pubblica resa più vigile dalla Regione Campania e il ceto più vasto degli intellettuali e dei tecnici abbiano la forza di denunziare questo vecchio costume. Napoli o diventa la guida della Regione o diventa città satellite di Roma! Potrà diventare la guida della Regione solo se la classe dirigente acquisterà coscienza del compito che deve svolgere. L’alternativa è ormai questo: Roma o Napoli.
Il Napoli, naturalmente, e la sua politica al centro di molte denunzie e critiche. De Laurentiis colpevole.
Il Napoli o si rinnova, nel quadro, appunto dei grandi mutamenti sociali e culturali che stanno avvenendo (sia pure tra tante indecisioni e sofferenze) o la Regione si indirizzerà verso altre soluzioni e smetterà di guardare al Napoli come alla società pilota.
Il sud ha bisogno di nuove strutture, a tutti i livelli: è giusto che anche nel calcio si rinnovi. E’ compito della opinione pubblica agitare questi problemi. Lo potrà questo mai realizzare, che so? tanto per fare un esempio, un quotidiano sportivo di Roma? Non di certo: quelli di Roma fanno il centro sud e in realtà attendono che il Napoli, malinconicamente, manchi ai suoi compiti per trasformarla appunto nel satellite che sappiamo. De Laurentiis questo forse non lo ha ancora capito ma la Regione sì. La Regione sa bene che Roma non metterà dito su questa faccenda e su tante altre, in cui sarà necessario creare l’alternativa. A Roma il calcio mercato a Milano va benone: che se ne fregano della necessità di centinaia di squadre del sud di alimentare, per una parte maggiore, una propria economia? Al massimo, Roma potrà prenderci per i fondelli con il gioco delle edizioni locali. La Regione Campania deve dimostrare carattere e continuità. Il Napoli, inteso nella sua organizzazione sociale economica, già in minoranza e costretto a prendere atto di iniziative che gli converrà patrocinare.
E veniamo al campionato: domenica sera arriva al San Paolo, il Chievo, la squadra di Eugenio Corini. Il Napoli, purtroppo, a Torino, non galoppa più, cammina. Mazzarri non ha firmato ancora per l’anno prossimo. Lo stesso dicasi del suo staff, al quale appartiene Peppino Santoro insieme e con Frustalupi. Papale, Pondrelli etc.Idem Saurini e Liguori, strepitosi costruttori di giovani che Mazzarri “dovrebbe” (lo si spera!?!) controllare e lanciare. Il campionato del Napoli è agli estremi, deve battere il Chievo per tenere il passo della Juve e mantenere a distanza la temibilissima Inter di un grande Stramaccioni e la fortissima Lazio di quei fenomeni di Klose ed Hernanes oltre a maestro Petkovic. Il calendario del Napoli è abbordabile: fino alla trasferta di Milano con l’inter del 9 Dicembre ha tutte partite alla sua portata (Atalanta, Torino, Genoa, Milan, Cagliari e Pescara), dovrà il buon Mazzarri saper utilizzare gli uomini a sua disposizione e capire lui e farci capire su chi veramente può contare, come da mesi andiamo sostenendo. Dallo Juventus Stadium la brutta novella. Il proietto C.P. (Cavani – Pandev)) caricato nel cannone che dovevano armeggiare, i famosi Inler, Behrami ed Hamsik, è, terribilmente, a salve.
E adesso il Chievo, dopo l’Ucraina; dopo la trasferta nella terra dei cosacchi, contro una squadra fortissima e in un posto dove già morde il vento freddo dell’inverno. Parliamo, invece, della partita in casa, quella di domenica sera, contro il Chievo. Il Napoli lo affronta con tranquillità o quasi con De Sanctis (ci eravamo illusi dopo averlo visto in Nazionale con la Danimarca che fosse ritornato il portiere normale anche sulle palle alte nell’area piccola, invece, con il Napoli, non esce mai, i difensori dimenticano Caceres e questi li imbuca, vanificando una partita fatta con sacrificio, ardore agonistico e tanta attenzione ma solo fino all’80’); Campagnaro, Cannavaro ed Aronica il reparto di difesa; I dubbi, tutti a centrocampo: Certo Inler nel ruolo di centrale e probabili ritorni di Dossena a sinistra e Mesto a destra; gli altri due posti toccheranno a Behrami ed Hamsik; Dzemaili deve aspettare! Si avviano alla riconferma in attacco Cavani e Pandev. Mazzarri, per motivi che potrebbero sfuggirci, vede Pandev; L’intera Città di Napoli e tutti i napoletani sparsi per il mondo non esiterebbero a consegnare il ruolo di titolare a Lorenzo Insigne.
L’accoppiata Cavani – Insigne poggerebbe su una piattaforma in grado di “cercarla” in tutte le maniere. Potrebbe avanzare Hamsik; potrebbe raggiungerli Inler, con lo scambio corto o lungo oppure, all’occorrenza, potrebbe, una volta inserito, Dossena, con il suo magistrale cross dalla sinistra. Ma Insigne perché non punta al gol! Il Chievo applicherà, in maniera maniacale, la fase difensiva, dove Andreolli e Dainelli sono maestri in topici svarioni, soffre di ansia da risultati ed è rilassata dal fatto che credono che con Corini non perdano più. Approfitta Napoli, approfitta ciuccio.
La giornata, se il Napoli batte il Chievo, può risultare, se si da un’occhiata al programma, parecchio favorevole al Napoli, che deve mantenere la sua posizione in classifica. La Juve a Catania alle 12,30 e la Lazio a Firenze non troveranno vita facile. L’Inter, invece, va a Bologna! La squadra di Pioli, che pur gioca molto bene, non può sempre perdere.
Se Mazzarri azzecca la piattaforma di lancio, in cui il più bravo manovratore resta Inler, forse domenica sera la classifica potrebbe dirci qualcosa di meglio. Il Chievo va accortamente infilato, non certo aggredito.
NANDO TROISE.