CHE COSA E’ LA POLITICA?

L’aspetto della liminarità di Casoria, del suo essere sulla frontiera, sul dove è già stato o non è ancora, è sicuramente uno dei punti alla base di qualsiasi approccio interpretativo………

Quanto può incidere “l’essere in una linea di confine” sulla psicologia, sulla crescita ideologica, sulla socialità del casoriano?

Se si dà una risposta seguendo le logiche causative delle scienze classiche, una tale posizione borderline potrebbe essere motivo di atteggiamenti schizofrenici o più semplicemente schizoidi. Spesso lo stesso fatto che un giovane risiede a Casoria, ma è costretto a frequentare un istituto scolastico a Napoli, ove intesse rapporti sociali con coetanei provenienti da altre città, crea una situazione dissociativa. Egli finisce con il provare repulsione verso un mondo reale, che è quello della sua città, e grossa aspettativa, verso un mondo sociale che ha concreta difficoltà

nell’incontrare e riassemblare e, quindi, anche un pò fantastico. La presenza a Casoria, di solo due scuole superiori statali (liceo polispecialistico e ragioneria) è semplicemente una delle tante cause che provocano lo sradicamento. Mettere  in evidenza, per onore di cronaca, l’assenza di centri sociali e culturali, di librerie non scolastiche, di pub, cinema, di pronto soccorso.

 

Siamo di fronte allo scenario tragico di una Città, Casoria, nata per decongestionare e snellire l’apparato industriale di Napoli, nella quale chi è povero non sopravvive ma sotto – vive, chi è meno povero scappa via.

Nelle periferie di Palermo, di Napoli, di Roma, di Milano, vive, dunque, il transpolide, questo individuo sradicato, non previsto dalle logiche economiche dei governi centrali, pronto alla violenza urbana, smarrito. Il trans – polide è fuori dalla rotta politica, essa non lo rappresenta più, i blocchi destra – sinistra sono troppo netti, troppo lontani dalla sua vita, dalla sua confusione esistenziale.

La politica, oggi, e soprattutto in queste aree limite, è completamente inutile, i suoi rappresentanti autentici fantasmi. Tanti giovani di Casoria non sanno nemmeno chi è il Sindaco, a che corrente appartenga e tanti casoriani alle elezioni si astengono dal voto. Mi sono recato alla Stazione Ferroviaria di Casoria, con un registratore ed un microfono e ponevo ai giovani del treno delle 18 queste domande: chi è il Sindaco? Chi è l’Assessore ai LL.PP o quella della Pubblica Istruzione? Rispondevano in maniera esatta uno su setto o otto. A Casoria ed in tutte le periferie i politici giocano una partita tra di loro, al chiuso delle loro stanze, senza avere la cultura e la capacità per interpretare lo scenario sociale esterno, che è oramai ingestibile, troppo variegato, pluri – frammentato. L’idea del leader politico o religioso che traina le masse è un mito sepolto. La massa ha perso tutti i valori e tutte le morali collettive, è oggi, su scala mondiale, un aggregato di singoli sciolti, di vite solitarie.

Le recenti feste politiche tenutesi a Casoria durante le ultime elezioni amministrative sono stati eventi simbolo dell’inadeguatezza della politica stessa e della sua incapacità di coinvolgere. Esse hanno dato l’impressione di accampamenti post atomici di sopravvissuti, per lo più bambini ed anziani, con sul palco l’alternanze di bande di musicanti fuori dalla storia.

In una tale società – giungla, dunque, solo l’iniziativa privata può creare delle energie, degli stimoli nuovi, del resto anche il fatto che in questo momento stiamo comunicando attraverso un giornale o magari un sito web è grazie ad una iniziativa privata e non di certo comunale. Dunque una ri – vitalizzazione di Casoria fondata sulla creazione di laboratori artistici, centri sociali e strutture sportive dovrebbe essere pensata solo su basi privatistiche, riducendo sempre più le mansioni e le competenze del Sindaco e del Comune a lavori di segreteria, di rappresentanza simbolica.

Un passo fondamentale è avere coscienza di questi problemi, rompere la gabbia di vetro dell’indifferenza e, se queste righe arrivassero al cuore anche solo di una persona o due, una tale piccola rivoluzione, fatta di pensieri sciolti e parole, avrebbe già il suo senso.

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