LEGGERE E SCRIVERE GIA’ DALL’ETA’ DI 3 – 4 ANNI? SI PUO’ FARE!

Illustrato il “Globalismo Affettivo”, dall’ideatore, il maestro Vito De Lillo, al gruppo docente della scuola dell’infanzia e agli insegnanti delle classi prime e seconde del I Circolo didattico di Casoria.

Possono i bambini imparare a leggere e a scrivere in maniera divertente fin dall’età di tre – quattro anni? Assolutamente sì! Ad affermarlo è il maestro Vito De Lillo, residente a Bari, il quale ha illustrato il metodo da lui ideato e strutturato in un incontro con il gruppo docente della scuola dell’infanzia e con gli insegnanti delle classi prime e seconde del I Circolo didattico di Casoria. Invitato dalla Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Puzone, e dalla Vicaria, ins. Filomena Barbato, De Lillo ha detto che il metodo, denominato “Globalismo affettivo”, si è diffuso con ottimi risultati nella Regione Puglia e in diverse scuole dell’infanzia della Basilicata. Comincia ad essere applicato anche in qualche scuola della Campania. L’efficacia del percorso metodologico è stata riconosciuta dalla Direzione Generale  dell’Ufficio scolastico regionale della Puglia e attestata scientificamente dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari e dall’U.O.C. della Clinica Universitaria di Neuropsichiatria Infantile del policlinico di Bari, tanto che si sono avviate, con esiti molto soddisfacenti, sperimentazioni con i bambini diversamente abili. La strategia metodologico – didattica, in realtà, così come ha spiegato il Relatore, si basa sul metodo

“fonematico” ( ideato e sviluppato dal prof. Giovanni Germano), noto tra i docenti della scuola primaria e adottato con successo anche dallo scrivente nelle classi prime. Quali le linee operative? Eccole di seguito schematicamente enunciate: i processi tanto di “sintesi” (M..A..R..E – MARE) quanto di “analisi” (MARE – M..A..R..E) devono compiersi in via propedeutica sul piano esclusivamente fonico. La connessione dei procedimenti sintetico – analitici con la scrittura viene curata successivamente e conseguentemente. L’attività di sintesi fonica, necessaria per imparare a leggere, precede e prepara l’esercizio di analisi fonica, indispensabile per l’apprendimento della scrittura.

 

Qual è, allora, la novità che vi ha apportato il maestro De Lillo? Egli, su input di un’esperienza di apprendimento, nella quale diversi anni fa si prodigò per far acquisire le strumentalità della letto-scrittura a un giovane con funzioni cerebrali compromesse a seguito di un grave incidente stradale, si rese conto che la sfera affettivo – emotiva incide significativamente su quella cognitiva. Fermamente convinto di ciò, ha situato il metodo fonematico in un contesto fantastico, altamente motivante, coinvolgente e accattivante. Infatti, “per ogni lettera dell’alfabeto” – ha spiegato il Maestro – “è stato creato un racconto (“I racconti delle lettere”) in cui i personaggi, dopo un susseguirsi di eventi fantastici che incantano i bambini, si trasformano proprio nella singola lettera assumendone la forma”. Il metodo, quindi, “prevede non solo l’ascolto di queste storie, attraverso tecniche di comunicazione giocose e divertenti, ma anche il coinvolgimento dei bambini nel drammatizzare o rappresentare i personaggi ed in percorsi digitali interattivi. Chiaramente per la scrittura viene proposto esclusivamente lo stampato maiuscolo, molto facile da riprodurre, mostrando ai bambini concretamente, anche qui in forma ludica, come se si svolgesse un’attività motoria in classe, i movimenti da compiere per scrivere le singole lettere. La denominazione del metodo, “Globalismo  affettivo”, è riconducibile, pertanto, al fatto che, nell’acquisizione delle strumentalità della letto-scrittura, sono attivate tutte le dimensioni della personalità: corporea, affettiva, emotiva e cognitiva, così da agevolare al massimo il riconoscimento immediato e la memorizzazione delle lettere dell’alfabeto. Personalmente, ha anche verificato nella pratica didattica ciò che il maestro De Lillo ha affermato circa l’efficacia del metodo proposto nel prevenire e contrastare forme di disgrafia e di dislalia. In alcuni video, il simpaticissimo Relatore ha  mostrato ai docenti la testimonianza di diverse mamme e insegnanti entusiaste per i lusinghieri risultati ottenuti con l’applicazione del “Globalismo Affettivo”, evidenziando, inoltre, che nelle fasi operative del metodo i bambini svolgono il ruolo di protagonisti nell’apprendimento: il contesto ludico agevola la  loro partecipazione attiva , evitando, quindi, di ridurre le attività alla noiosa ripetizione, generalmente sinonimo di passività psicologica e di conseguente disattenzione.

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