Governo di transizione o voto anticipato?

Non reggono i tatticismi di Governo, saltano i compromessi strategici. La crisi è annunciata. Governo di transizione o ritorno alle urne? Fini alla Convention di Perugia chiede le dimissioni del premier, con un affondo a Tremonti per i Fondi Fas. Fli reclama il governo di transizione. Bossi per il momento aspetta, con un’insolita prudenza, anche se l’idea del voto anticipato, che il Senatur chiedeva qualche mese fa, comincia ad assumere sembianze di un esecutivo tecnico. Bersani è per “un governo breve” ed una nuova legge elettorale che metta in salvo la democrazia. Per Rutelli la rottura tra Fini e Berlusconi segna la “fine di un’epoca”. I centristi si preparano ad una nuova intesa e ad un nuovo patto politico. Berlusconi tenterà la via elettorale del voto anticipato. Con il ritorno alle urne inizia la corsa alle alleanze. E via al Terzo polo. In questo scenario, mentre la maggioranza si sgretola, il Paese, divorato da un populismo di deriva plebiscitaria, e sospeso tra i temi della giustizia, delle intercettazioni, del federalismo fiscale, è condannato all’immobilismo ed alla stagnazione economica. Efficienza, senso di responsabilità e spirito di legalità – era quanto assicurava il Governo per il cambiamento del nostro Paese. Ma ciò che resta è l’incertezza politica. Paura del futuro, precarietà, mancanza di fiducia nelle istituzioni e rischio sociale sono i sintomi dell’attuale quadro politico italiano. Dal Quirinale Giorgio Napolitano, preoccupato per lo scontro, richiama tutte le forze politiche alla responsabilità, se si vuole dare al Paese una stabile fisionomia.

 

Share This Post