L’ipotesi di scioglimento delle Camere anche senza le dimissioni del capo del governo agita il Palazzo e inizia a far discutere. La possibilita’ che il Presidente della Repubblica possa infatti esercitare in merito le sue prerogative, previste dalla Costituzione, viene infatti seriamente presa in considerazione dal Palazzo che si interroga anche su questa eventualita’ attrezzandosi per affrontare elezioni anticipate in qualsiasi forma esse arrivino.
Un’ipotesi tutt’altro che accademica, quindi, al punto che questa eventualita’ non solo e’ stata commentata da uomini del governo e dell’opposizione ma sembra aver avviato conseguenti nuove mosse sullo scacchiere politico. Con una nuova e improvvisa sterzata nell’inasprimento dei rapporti tra maggioranza e opposizione che sembrava essersi improvvisamente placata dopo la moral suasion del Colle, preoccupato per le conseguenze dei continui strappi che erano arrivati a coinvolgere le piu’ alte cariche dello Stato, in primis i presidenti di Camera e Senato. La certificazione della fine della tregua e’ nelle parole del capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: ”mentre da parte del centrodestra c’e’ il tentativo di raffreddare lo scontro, non altrettanto puo’ dirsi da parte del centrosinistra” dice definendo ”una devastazione della normalita’ costituzionale” l’ipotesi di uno ”scioglimento delle Camere anche in presenza di una maggioranza parlamentare e di un Presidente del Consiglio intenzionato a continuare a governare”. Oggi il ministro degli Interni, Roberto Maroni, dalle pagine del Corriere, ha pero’ detto di condividere le preoccupazioni del Capo dello Stato, invocando un’immediato stop dello scontro tra le istituzioni ”per far ripartire l’attivita’di governo”; anche perche’, aggiunge, ”se la lotta politica degenerasse in un scontro cosi’ duro da rendere impossibile il lavoro delle istituzioni, il Presidente della Repubblica potrebbe essere costretto ad esercitare le sue prerogative”.
Insomma, dice l’esponente di governo, uno scioglimento senza le dimissioni del capo del governo sarebbe ”teoricamente” possibile: ”se il Capo dello Stato lo decide ne prenderemo atto” anche se cio’, continua ”puo’ avvenire solo dopo il voto sul federalismo”.
Uno scioglimento delle Camere anche in assenza di una sfiducia ”e’ una ipotesi molto forte, ma percorribile, Costituzione alla mano” dice anche il finiano Italo Bocchino.
A complicare ulteriormente la situazione, tuttavia, c’e’ la proposta sul patto per la crescita lanciata dal Premier al centrosinistra e respinta al mittente da tutta l’opposizione. ”Gli appelli responsabili ed equilibrati del Quirinale, in un’ottica di svelenimento del clima politico, dovrebbero indurre a maggiore cautela” proprio quella parte dell’opposizione parlamentare che ha ”reagito con stizza propagandistica” alla proposta del premier dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il messaggio del Colle, dunque, resta di attualita’:
cosi’ come le preoccupazioni di Napolitano che non sono ‘a scadenza’. Sulle soluzioni non esistono pero’ ipotesi precostituite e lo scioglimento delle Camere per mano del Capo dello Stato potrebbe sempre essere argomento sorpassato da una diversa evoluzione del dibattito politico…
Di Serena Percuoco