Corso di Formazione per Volontari della Protezione Civile sulla ” Psicologia dell’emergenza negli eventi catastrofici”.

Negli ultimi decenni è sempre più crescente l’interesse nei confronti delle reazioni allo stress dei soccorritori ed in particolare dei disturbi post-traumatici a cui possono andare incontro. La medicina e la psicologia studiano le conseguenze fisiche e psicologiche degli eventi traumatici sulle dirette vittime, solo di recente gli studi si stanno occupando in modo più specifico dello stress del soccorritore, colui che prestando aiuto in situazioni d’emergenza, a volte drammatiche, si espone con nobiltà d’animo e spesso inconsapevolezza a situazioni che potrebbero segnare la propria esistenza e rimanere indelebili nella memoria.

Solitamente l’operatore in emergenza sviluppa una soglia di tolleranza abbastanza elevata nei confronti di situazioni che, occasionalmente, possono minare il suo equilibrio psicologico, Tuttavia molti operatori che da anni lavorano nel settore dell’emergenza e in genere delle professioni d’aiuto, tendono, infatti, a sottovalutare i rischi insiti nello stress che ogni essere umano prova quando si trova ad agire in situazioni d’emergenza, confidando che l’esperienza e la formazione professionale possano da sole consentire una protezione efficace da un coinvolgimento emotivo eccessivo e pertanto pericoloso.

Proprio per questa ragione, sabato 5 febbraio 2011, L’Associazione Nazionale Di protezione Civile “Le Aquile” ha tenuto un Corso di Formazione per Volontari della Protezione Civile sulla “ Psicologia dell’emergenza negli eventi catastrofici. Il Corso, tenuto nell’Istituto Tecnico per Geometri “Vilfredo Pareto” Arco Felice, è stato organizzato dalla sezione delle Aquile di Roccarainola ed interamente sviluppato e diretto dalla dott.ssa Elisabetta Ferrara psicologa e psicoterapeuta. La partecipazione è stata rilevante dato anche l’argomento, che ha preso in esame sia le reazioni normali che le reazioni patologiche del personale di soccorso alle situazioni traumatiche. Le tematiche sviluppate sono tante occasione di una critica radicale verso quella prassi consolidata, ma non certo corretta, per la quale si tende a considerare che il soccorritore sia sempre in grado di fronteggiare e superare l’impatto con qualsiasi evento traumatico, senza nessuna conseguenza sul piano psichico. Questa convinzione in alcuni casi porta il soccorritore sottovalutare il proprio disagio con la conseguenza di non esprimerlo, e non chiedere aiuto non riconoscendo lo stesso disagio. Ciò comporta l’assoluta assenza di risposta allo shock, allo stress e alle importantissime problematiche del personale di soccorso, non dimenticando la ricaduta che quest’atteggiamento può avere sulla qualità della prestazione del singolo o dell’intero team. Articolando il corso sull’illustrazione e sull’esame delle varie fasi dei fenomeni psichici vissuti dai soccorritori durante le varie fasi del soccorso, allo scopo di evidenziare la particolarità di ogni singola fase e la sua capacità di impatto emozionale sul soccorritore, la dott.ssa Ferrara. Con professionalità, esposizione chiara ed esaustiva, ha saputo catalizzare l’attenzione di tutti, anche dei più giovani, intervenuti appartenenti alle varie sezioni delle Aquile. Terremoti, inondazioni, incendi, sono tutti scenari la natura madre e matrigna, si rivela in quest’ultima sua faccia terribile e minacciosa, e lascia coloro che sono coinvolti e travolti da essa in uno stato di sconcerto e smarrimento.

Il Corso, che conferisce anche CFU, ha puntato all’individuazione dell’intervento sia a livello preventivo sia a seguito di un grave avvenimento, nella consapevolezza che la vittima non è esclusivamente chi risulta coinvolta direttamente ma anche i tanti soccorritori, che  operano in prima persona con interventi mirati, che ben consci ed istruiti  possono essere a loro volta da supporto per tanti altri bisognosi di aiuto. Il lavoro con i soccorritori (Croce Rossa, Esercito, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, ANPAS e Forze armate) in genere espone ad un alto grado di stress, e se in passato la formazione di questi operatori era basata essenzialmente sul saper fare, negli ultimi decenni la prevenzione e il supporto psicologico di chi svolge questo lavoro sono divenuti  rilevanti al pari delle competenze tecniche. Coloro che hanno agito in tali contesti conoscono bene la sensazione di disorientamento che immediatamente prende tutti coloro che si trovano a vivere una situazione dove vengono meno le sicurezze quotidiane. Ciò provoca stress che, sebbene sia una risposta inevitabile dell’organismo di fronte ad una situazione pericolosa inconsueta, deve essere riconosciuto e corretto, quando negativo e alla lunga dannoso per l’individuo.

Ancora una volta la grande attenzione ed organizzazione dell’Associazione di Volontariato “Le Aquile” ha offerto la possibilità a tanti suoi associati, e non, di completarsi come individui e come soccorritori, garantendo il massimo delle professionalità in situazioni, ci auguriamo meno frequenti possibile, di alta emergenza.

 

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