Che sono buonisti, qualunquisti e immaginari
Le bare bianche di Antonio Coppola, Stefano Ciaramella, di Nicola Ferrara, della vecchia e cara signora Parisi, di Salvatore Canneva, di Andrea Nollino, efferati e brutali omicidi avvenuti nella nostra Casoria ed allo stesso grado di crudeltà criminale e psicotica del dolce e sfortunato Samuele Lorenzi a Cogne o del giovane tifoso laziale Gabriele Sandri o di altri casi avvenuti nella nostra civile Italia (il piccolo Tommy Onofri, ad esempio), camminavano sulle teste dei parenti.
Saltellavano, “zompettavano”, facevano “stumpete stumpete” sui condolenti. La bara bianca, infatti, rappresenta ed è satura di carne giovane. 40 anni Antonio,17 anni Stefano, 21 Nicola, 32 Salvatore; solo la piccola e religiosa signora Parisi era una “giovane” ottantenne. Tutti ammazzati da mani criminali. Antonio è stato ammazzato il 19 di agosto, alle 7 del mattino, da una mano folle e criminale. Un assurdo assassinio che lascia tre gemelli senza il padre ed una moglie senza il marito. Stefano fu ammazzato in via Padova, una piccola, buia e brutta traversa di via San Pietro, a pochi metri dalla maestosa e centralissima via Principe di Piemonte; Nicola fu sparato all’interno della sua abitazione, in via Luce (oggi via Pietro Casilli), a pochi metri da via Pio XII; Salvatore, giovane ragazzo di via Cavour, invece, in via Arcivescovo Del Giudice, una strada che delimita Casoria con Napoli, con il quartiere di San Pietro a Patierno. Tutte mani giovani e criminali. Chi delle Salicelle, chi della stessa San Pietro e tutti in posti centralissimi e, di solito, affollati, a Casoria. La signora Parisi fu ammazzata nella sua abitazione, addirittura in Piazza Cirillo, una delle piazze più brutte del mondo, nei pressi dei due Municipi, che caratterizzano un posto, Piazza Domenico Cirillo, una volta bellissima agorà di una Casoria che fu. Il “paesino agricolo e polveroso”, ricco di intelligenze, identità e storia.
E, poi, si è aggiunto l’efferato assassinio delle due guardie giurate (Liotta e Citarella), davanti la Banca e infine lo sfortunato Andrea Nollino, ammazzato di fronte la Basilica di San Mauro.
Rimanendo ai giovani, la sociologia potrebbe farne seghe infinite: studente dal futuro di manager, operaio disoccupato, disoccupato con vocazione da operaio, oppure contadino mancato, contadino sottratto al suo destino. Le bare, comunque, si sono infilate nei loro loculi. Le storie sono concluse, chiuse. E dicono: che sfiga, morire contemporaneamente al loro futuro!
E ci sono i superstiti: i preti aggrappati al proprio sterno, i democristiani. L’acqua e la spazzatura applicano tariffe sbagliate, come già avvertiva nel 1997 Forza Italia e Sergio D’Anna.
Dopo le tante interrogazioni parlamentari dei Senatori Florino e Malabarba, i tanti manifesti elettorali del Pdl, quelli di Rifondazione Comunista prima e di Sinistra Critica dopo, cioè la sezione politica intitolata al Che Ernesto Guevara, le cronache politiche annotano rosso shocking, anche se non sono più i bei tempi delle lotte operaie quando a rappresentare i comunisti a Casoria era Carlo Obici, il mito dei “compagni” di allora, a cui una pessima Commissione Toponomastica non ha nemmeno dedicato una strada. Le Commissioni Toponomastiche di Casoria (basta leggere le scelte dei nomi date alle strade ed è facile capire) sono state tra il peggio che possa esserci. Pessima la congiunzione tra importanza delle strade e quelle dei nomi, nessuna descrizione per i prescelti, spesso sconosciuti, dimenticanza non solo di Obici ma ancora più scandaloso di Carlo Alberto Dalla Chiesa e, vi garantisco, qualcun altro.
Il Partito del Popolo delle Libertà forse c’è o forse non c’è, insegue una forza compatta di governissimo o anche la stessa sopravvivenza mentre Giovanni Del Prete e Sergio D’Anna si godono gli oroscopi e tengono duro davanti alle montagne da superare per la gestione di un Assessorato che comprende Lavori Pubblici, Edilizia Pubblica, Gestione e manutenzione del Patrimonio immobiliare comunale, Manutenzione del patrimonio, degli edifici pubblici e degli edifici scolastici, Servizi tecnologici e attività manutentive generali. E così si trovano di fronte al problema del Complesso Scolastico in via San Mauro dove è allocato il I Circolo Didattico e lo Stadio San Mauro.
Restano comunque il PD con i quattro consiglieri comunali, i GD ed il segretario sezionale contro tutto il gruppo che fa capo a Tommaso Casillo (Tignola padre e Tignola figlio, Graziuso, Verre, Franco Russo, Chianese, Girasole ed il movimento ambientalista) e i soliti sondaggi sui tabulati. Ci sono numeri, indici di gradimento, spostamenti. Fette di pubblico che diventano bacino elettorale, bacino elettorale che diventa pubblico, pubblico che fa clip clap, sicché la festa ricomincia. C’è la corsa ai piedi del Partito Democratico. Sono in tanti che vogliono aderirvi. Il Sindaco Vincenzo Carfora ha già dato la sua disponibilità, on line, insieme a lui Raffaele Bene. A chi rivolgersi per aderire al partito di Renzi, Carpentieri, Cuperlo e Cimmino? Al gruppo consiliare? Alla Sezione di Casoria o a quella di Napoli? L’interrogativo è di quelli che non fanno dormire la notte una intera classe politica! Però, lo ha detto anche un prete indovino: alcuni movimenti politici a Casoria che tante speranze etc etc. tireranno le cuoia. Scompariranno.
Giovanni Del Prete, Maresciallo Aiutante della Guardia di Finanza, tesserato con nessun partito, che non è un fraticello, impietosito e sospettoso, solleva un telone e scoperchia un inganno: “C’è chi tiene questa Città sotto una tenda ad ossigeno”. Facile previsione, a quanto pare due voci della politica dovrebbero fare tibis e tobis. Scomparso, invece, dalla scena politica, Giosuè De Rosa. Tornerà coriaceo: non molla, anzi, molla. Mollerà, anzi, non mollerà. Solito equilibrio delle impotenze. Gli è che Casoria riesce ad esprimere in piccolo tutti i mali della società italiana.
La pagina del calendario pencola sul futuro. Oggi è il 22 ottobre del 2013. Le parole si ammonticchiano nel sussieguo del meretricio politico. Un meretricio sfiancato nel ban ban della pubblica opinione. “Il desiderio è metà della vita, l’indifferenza è metà della morte. L’amore, come la morte, cambia tutte le cose”, me lo suggerisce San Gabriele dell’Addolorata, un Santo Passionista tanto caro al Papa polacco.
Tutto, però, è stupendamente veloce. E qualcosa ritorna.
Ma se si potesse scrivere una lettera ai buoni borghesi, quelli che si dovrebbero ispirare a Gaetano Salvemini e Benedetto Croce, tanto per intenderci, sarebbe utile spiegare loro: non aspettatevi di dover fronteggiare feroci bolscevichi, ma piuttosto il solito esercito di moderati del buon senso.
Nel festeggiare il definitivo ritorno della democristianeria (gli ex dc, in Consiglio Comunale sono moltissimi) si constata che l’eredità del Pci è divorata nel banchetto di un raffinato imbroglio clericale.
Nessuno se ne accorge, ma la sinistra sta scivolando nell’oblio, uno svuotamento di tante storie. Le storie piccole e private di emozioni, bandiere, lacrime, sacrifici, il funerale di Enrico Berlinguer.
La sinistra inciampa nel vecchio equivoco, pensare che Casoria sia un giardino d’infanzia.
La rivoluzione, iniziata nei primi anni 70, con tanti morti tra i simpatizzanti degli opposti estremismi. Comunisti e missini ammazzati nella logica perversa degli ideatori della strategia della tensione (ricordiamo, per tutti, Giorgiana Masi, Iolanda Palladino e la strage di Primavalle). Quella rivoluzione, fatta di valori ed ideali, si è dissolta nell’alfabeto buonista.
Un tempo, avrebbero fatto espropri proletari; adesso, sgomitano per iscriversi all’Azione Cattolica o al PD. Ma grazie a Dio Casoria è cattivissima, ingenua e beve vino.
A proposito, sotto il festoso din don dan delle campane di San Mauro, spero si chiuda questo presente troppo sociologico: occorre per svegliare dal torpore questa Casoria addormentata dai democristiani e dai clericali, dai preti e dalle monache (manager ed imprenditrici non del Sacro ma nel campo immobiliare. “Fittasi” è il loro motto), dalla rabbia dei disoccupati, quelli con vocazione operaia, dei contadini sottratti al loro destino, degli studenti fuori corso, tutti indecisi fino alla fine.
E spero che ritornino le sane battaglie ideologiche tra Destra e Sinistra, tra antifascisti e anticomunisti.
Spero che i giovani spengano questa fiction e che portino Casoria alla realtà.
NANDO TROISE