La Grande Crisi che stiamo vivendo da ormai cinque anni, e che continua ad avanzare, riporta alla memoria un’altra Crisi Mondiale che pure ha lasciato il segno: quella del 1929, segnata dall’ormai celebre “Giovedì nero” del crollo di Wall Street.
Machiavelli li chiamava “corsi e ricorsi storici”, inevitabili ripercussioni del passato che ritornano; anche perché, al centro di ogni cambiamento od evento di piccole o grandi dimensioni, c’è sempre lo stesso medesimo soggetto: l’Uomo, con le sue pulsioni, la sua avidità, la sua sete di potere e di ricchezza, il suo macroscopico egoismo, il suo attaccamento al vile denaro.
Ed infatti, la Grande depressione dell’ottobre del ’29 è stata una grave crisi economico-finanziaria che ha avuto
ripercussioni sull’economia mondiale, con effetti recessivi per il decennio successivo; ha portato ad un drastico calo della domanda e della produzione, che ha colpito le città di tutto il mondo e, con esse, i redditi,i profitti .
La crisi porta ad una corsa al ribasso, con conseguenze sempre più devastanti per la micro e la macro-economia: i salari si riducono, la domanda cala, le imprese non investono e sono sempre più indebitate con le banche, perché non riescono a far fronte agli impegni presi; in passato, infatti, le banche avevano ecceduto nei prestiti, nella previsione di una restituzione regolare e nella fiducia nei risparmiatori che avrebbero dovuto accrescere i loro depositi.
Ma con la crisi, un enorme numero di imprese non è stata più in grado di pagare i debiti alle scadenze e intanto, le banche, premute da coloro che avevano depositato soldi, e che ora chiedevano la restituzione delle somme depositate, non riuscendo a far rientrare i prestiti, sono state costrette a chiudere.
D’altro canto, l’attuale crisi che stiamo vivendo , la Grande Recessione, prende le mosse dalla crisi finanziaria originatasi negli Stati Uniti nel 2008 con la cd. crisi dei subprime : una crisi creditizia che fa crollare la fiducia nei mercati borsistici; una crisi mondiale che porta al crollo dei prezzi, alla riduzione dei salari, al vertiginoso calo dell’occupazione, ad una sempre maggiore pressione fiscale, e alla mancanza di investimenti da parte delle industrie.
In cinque persi 1,8 milioni di posti di lavoro, serrande chiuse, case all’aste perché le famiglie non riescono a pagare il mutuo, lavoratori e imprenditori che si impiccano, si suicidano, perché non ce la fanno a mantenere fede agli impegni presi: le banche, quelle no, non crollano, a differenza di quel che è accaduto nel 1929.
Lasciamo al lettore tirare le somme: usciremo da questa crisi? Homo homini lupus !