PRESIDIO PER LA VITA

Iniziativa Libera Contro le Mafie – Terra dei Fuochi‏

Il risalto mediatico che è emerso di recente riguardo le gravissime condizioni ambientali della “Terra dei Fuochi”, rappresenta per noi un primo, necessario passo verso il conseguimento di obiettivi ben piùurgenti e concreti. Pertanto, dobbiamo ribadire ancora una volta che non si può rimanere in silenzio, non si può voltare il capo di fronte all’immane scempio che si consuma quotidianamente davanti ai nostri

occhi, non si può tacere neppure un secondo in attesa che qualcuno faccia qualcosa, o tutto si consumi nell’indifferenza di sempre.

 

 

Anche la città di Casoria, come moltissimi altri paesi coinvolti nel disastro ecologico, piange i suoi cittadini prematuramente scomparsi, un numero via via più grande e più doloroso da sopportare. Risulta difficile, oggi come oggi, trovare una sola famiglia casoriana che non sia stata colpita da uno o più lutti per questo motivo. Ma se si pensa di poterci “rassicurare” con giustificazioni banali e scuse dell’ultimo

Sarà pur vero che il nostro territorio non è direttamente interessato dal fenomeno degli sversamenti abusivi – cosa di cui, comunque, ci permettiamo di dubitare – e sarà pur vero che non ci sono coltivazioni dirette di frutta ed ortaggi che finiscono poi sul mercato cariche di veleni di ogni specie. Ma da qui a dire che occorre star tranquilli ci passa una follia vera e propria.

Vogliamo ricordare, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che nei nostri negozi arrivano comunque merci contaminate coltivate altrove, esattamente come accade in tutta la Campania e anche oltre. Vogliamo ricordare i “cumuli misteriosi” avvistati nei pressi della circumvallazione, e la discarica del Cantariello per cui, nonostante siano state avviate procedure varie, persiste ancora una condizione di criticità. Vogliamo ricordare infine, e non poteva essere altrimenti, le vaste aree dismesse che un tempo rappresentavano la dorsale produttiva di Casoria e che oggi sono una ferita infetta d’amianto che non si può rimarginare con qualche “cerotto”.

La Rhodiatoce, la Resia, la Tubi Bonna, giusto per citare i casi più eclatanti, sono spazi inquinati e fermi da svariati decenni come vecchi scheletri di cemento. Vogliamo forse negare che queste aree rappresentino un pericolo per la nostra salute? Basta prenderci in giro. Lo abbiamo fatto per troppo tempo, tacendo e commettendo un grave errore, di cui ognuno è giusto si assuma una parte di responsabilità. Ma gli sbagli del passato non possono giustificare altri sbagli futuri. Parlare di bonifica non può essere un tabù, perché la vita umana non si baratta con un calcolo economico o di convenienza politica.

Chiediamo con forza, a viva voce, di non calpestare ulteriormente la nostra dignità già così provata. La Terra dei Fuochi è un problema di tutti, da Casoria a Napoli, dalla Campania all’Italia. Non si può più ignorare, né strumentalizzare ad ogni campagna elettorale come un ritornello persistente che ormai ha perso di ogni valore. Comune, Provincia e Regione si attivino immediatamente per stanziare i fondi necessari ad un serio e completo programma di bonifica, da realizzare il prima possibile e non soltanto per tenere buoni i cittadini per un po’, o agevolare qualche “amico” in cerca di un appalto.

Non siamo merce di scambio, come il cibo avvelenato che arriva sulle nostre tavole. Non vogliamo ritrovarci l’ennesima volta, come facciamo adesso, a ricordare il nostro fratello Francesco, strappato via con forza al nostro affetto. Non sappiamo che farcene delle chiacchiere e delle passerelle mediatiche, non le possiamo più sopportare. Smettiamola di insultare il nostro popolo ed attiviamoci, insieme, per fare ciò che è giusto e rimediare in ogni modo possibile. Noi di certo siamo pronti, resta da vedere se chi professa di continuo attenzione e solidarietà lo è altrettanto.

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