I soldi dei clan ripuliti al Bingo: Sequestro di 150 milioni tra Roma, Empoli e Casoria

Riciclaggio di denaro e contiguità al clan dei Casalesi. Sono queste le accuse mosse dalla Direzione Investigativa Antimafia nei confronti di Gennaro Boanelli, 71 anni, imprenditore campano e, secondo le fonti investigative, con precedenti per usura ed estorsione, nonchè già proprietario e creatore dei magazzini popolari Mas nel centro di Roma in via dello Statuto all’Esquilino, (dove era considerato il re del risparmio) e del marchio «Jenny Fur».

Nei suoi confronti è scattato un maxisequestro di 150 milioni. I sigilli sono stati posti, tra i vari beni colpiti (sui quali ora si punta alla confisca), al «Montecarlo Bingo» di Casoria (nel Napoletano) sul quale da tempo, secondo la Dia, i clan Moccia e dei Casalesi hanno alimentato i loro forti interessi).

Questa sala Bingo è il pezzo forte del provvedimento firmato dal tribunale di Roma, ovvero una sala giochi con ben 800 posti a sedere, 56 slot machines, 2 sale roulettes ed annesso ristorante. E ancora, il provvedimento ha blindato anche il patrimonio aziendale di varie società, un appartamento di 200 metri quadri all’Equilino, a Roma, una villa con 22 stanze a Casoria, e altre case e locali commerciali a Napoli e a Empoli (in Toscana la società «Edificatrice G.B. Srl»). Inoltre, altri beni mobili e immobili di pregio, automobili e moto, conti correnti e polizze assicurative e fidejussorie.

Sotto sequestro della Dia è finita anche l’ex residenza di Alcide De Gasperi, una lussuosa villa di mille mq. sul lago di Castel Gandolfo, nel cuore dei Castelli romani, con annesso parco, campo da tennis e piscina esclusiva, e negli anni ’40 e ’50 residenza del più volte presidente del Consiglio e leader democristiano. E proprio in questa villa trascorreva la maggior parte del suo tempo l’imprenditore Boanelli accusato di essere vicino alla camorra, quando non stava a Casoria.

Secondo la Dia, l’uomo è riuscito a «reinserire nel mercato finanziario e commerciale regolare, risorse accumulate illecitamente, in particolare la disponibilità di ingenti capitali finanziari, il che gli ha permesso di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo e la gestione di attività economiche in vari settori, prediligendo quelli dell’abbigliamento, dell’edilizia e del gioco d’azzardo, attività utilizzate per ripulire il denaro».

Appresa la notizia, la direzione dei Magazzini Mas ha preso le distanze, diramando una nota nella quale «smentisce ogni relazione con il signor Gennaro Boanelli, erroneamente indicato come proprietario e, da taluni ex proprietario, dei suddetti Magazzini», aggiungendo che «Boanelli non ha mai lavorato con noi, e non è mai stato nostro direttore, nè dirigente, tantomeno proprietario della nostra struttura».

Fonte: Il Mattino

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