Vagando e deambulando pacificamente, come un’anima persa per i Decumani nel centro storico di Napoli, luogo di cultura e di tradizioni e del più antico folklore napoletano, mi avvicinavo così per rivevere quel vecchio clima natalizio e per girare nelle chiese per osservare l’amato presepe che come di consueto e come la tradizione vuole dovrebbe essere esposto nelle differenti chiese site in Napoli. Lo sfizio era anche quello di vedere se in questa cittadina, che ha dato i natali ed ha offerto una buona cripta a personaggi illustri e famosi, la nomea che ancora oggi si sente e che orma macchia da anni la città e che s’ode a destra ed a manca sia terminata.
Ebbene non c’è nulla di che merevigliarsi, al massimo ci si può solo continuare a vergognarsi sulle cose che sono state dette e che si sentono ancora poichè non tutto è cambiato. Napoli è spesso solo un luogo di poveri, di ladri e di nullafacenti, povera gente che purtroppo non ha più nulla da perdere e che si trova solo a vivere ai confini della società come un essere reietto ma per pura e semplice volontà personale. Allora bisogna pensare che c’è la passione per il brigante di rimanere tale, per il nullafacente di restare così, per l’imbroglione di continuare ad imbrogliare: è uno stato dell’essere napoletano.
E mentre in una tipica commedia di Fo o di qualsiasi altro testo duecentesco o qualsiasi commedia bonaria di de Filippo, troveremmo imbroglioni dall’aria bonaria o qualche Robin Hood ladro per un giusto motivo, ed a dispetto del povero Pulcinella, beh sul teatrino di ‘Napoli’ il politico di turno bugiardo, falso e corrotto, il furbo pentito guappo plurincensurato, il ladro imbroglione e violento, il delinquente nullafacente, l’ingegnere chiattone e ben nutrito, l’avvocato venduto e venale, il medico venale e disinteressato evasore fiscale, il calciatore venduto e spavaldo, il carabiniere, il finanziere mangione ed ignorante, il poliziotto corrotto e tiranno, il calciatore ignorante e violento, il commerciante guappo e crudele, l’architetto omertoso e ladro, lo psicologo prevaricatore ed omicida, il musicista drogato e spacciatore, il magistrato cocainomane e viziato, il cantante ed il comico cammorristi e cialtroni, il ballerino guardone ed accattone, l’attore accannato e falsamente costruito, il giornalista diparte polemico attaccabrighe, l’agricoltore, il professore universitario lobbista e crudele, gli altri emeriti personaggi coinvolti nella Camorra Spa esistono e coesistono di fatto ed intenzionalmente e coersciscono povere vittime inconsapevoli di tutto, come se fossero degli agnelli sacrificali del periodo pasquale, alimentando quel marciume e putridume propria di questa terra multietnica.
Ormai Napoli è una terra dimenticata da tutti, ed anche quei pochi politici onesti che la rappresentano sono diventati indolenti, si sono anestetizzati davanti a tante barbarie, comportandosi da esseri vili e lasciando la città nelle mani di Cerbero. Napoli e dintorni, Napoli con il suo passato regno delle due Sicilie, e lontana dai fasti borbonici è crollata. In fin dei conti neanche i tanto criticati politici che dal Quirinale rappresentano l’Italia hanno tanto torto nelle dichiarazioni che rilasciano: ci dobbiamo infliggere una sorta di auto punizione: sono i Napoletani che hanno fatto e spesso fanno autogol. Di Napoli se ne vogliono ed hanno cercato di dimenticarsene tutti, il Nord ed il centro Italia vogliono dimenticare il suo malcostume, tutti gli emigrati la vogliono dimenticare perché hanno trovato nuove sponde, a nessuno più interessa la questione meridionale che si strascica da quasi due secoli, per cui Napoli forse resterà presumibilmente il fanalino di coda dell’Italia, sempre più arretrato e privo di speranza, sempre più in agonia e nelle mani della camorra. Anche l’Europa spesso è reticente, ma d’altro canto a chi interesserebbe interagire con una zavorra così pesante ed ingombrante come Napoli ed il suo SUD, belli ma sempre pieni di problemi? Non si può mettere sempre la pezza a colori e far finta che non sia successo nulla. E’ alquanto imbarazzante viaggiare ancora nelle scuole e vedere che gli stessi quattordicenni non sanno cosa sia la ‘Terra dei Fuochi’, ignorandola e disinteressandosene. Ma di cosa ci possiamo lamentare se questi soggetti crescono nelle famiglie dove magari ci sono tanti ‘Mangiafuoco’? Di cosa ci possiamo lamentare se il modello educativo offerto dalla TV è quello attualmente di elogiare il malfattore od il cammorrista, di decantarlo come se fosse una musa ispiratrice? I ragazzi che vedono questo film o che seguono la politica sono ahimè spettatori vittime di un pessimo modello educativo, ma spesso non sono solo delle vittime di ciò che guardano: in alcuni casi sono eccitati nell’imitare ciò che vedono anche se hanno chiaramente recepito che si tratta di azioni sbagliate; ciò degenera in bullismo.
Non è dunque accettabile che dopo tanto dire e tanto fare, dopo tante denunzie, dopo i tanti morti che ancora si fanno sentire dalle loro tombe anche lo Stato nello Stato sia ancora forte e a maggior ragione mieta ancor tenere vittime che in alcuni casi si arruolano volontariamente e consapevolmente nel malaffare.
Non è possibile pensare dunque di dover camminare nel centro storico di Napoli ed avere paura di essere derubati; non è possibile promuovere manifestazione di grossa portata come quella del 16 novembre scorso (La Campania non deve morire) proprio contro il malaffare quando molti cittadini campani sono rimasti impassibili di fronte all’evento, restando chiusi volutamente nelle proprie case; non è ancora possibile che dopo anni di guerre c’è ancora qualcuno che ti dica ‘Ma che te ne fotte di questa camorra, quella agisce lontano da te o frasi del tipo era meglio quando stavam peggio’. Non è ancor possibile viaggiare per Napoli e vedere che Chiese di interesse storico culturale elevatissimo che racchiudono oltre 12 secoli di storia a volte, abbiano mura e scaloni di alto valore imbrattatti e scarabocchiati mentre in altre zone d’Europa e d’Italia queste sarebbero considerati doni preziosi. Ciò vale anche per la Chiesa di Santa Chiara che oggi versa in uno stato pietoso ed indecoroso con tutti gli scaloni laterali e le mura portanti gravemente imbrattate Per non parlare dei rifiuti non riciclabili (frigoriferi, elettrodomestici diversi e di varie dimensioni) trovati all’esterno dell’ospedale degli Incurabili.
A questo punto mi chiedo. Ma quando arriva il pifferaio di Hammelin che porti via tutti i ‘topi e le pantegane’ affinchè Partenope si purifichi definitivamente e per sempre? Quanti altri secoli dovranno passare affinchè quasi tutti i Napoletani perderanno il vizio ed il pelo definitivamente? Forse la risposta è tra le righe: fintanto ci saranno fame e miseria, e se il vero Stato ( quello dell’unità d’Italia, voluto da Cavour, ma aiutato dai Mille di Garibaldi) nuovamente rigetterà nel dimenticatoio le città dei briganti, con nuovi focolai secessionistici, come quelli fortemente voluti dai leghisti, lo Stato nello Stato prenderà nuovamente vigore e forza e sarà un guerriero invincibile.