Ancora una fumata nera arriva dal Tribunale di Macerata, dove è in corso il processo che vede Francioni Gianluca chiamare in causa il comune di Corridonia, il gestore dello stadio Ippodromo “Martini” e la società di atletica leggera N.A.Fanfulla di Lodi per il risarcimento dei danni subiti dopo un incidente sportivo dovuto alla cattiva manutenzione della pedana da lancio dove il campione Italiano effettuava i suoi consueti allenamenti.
L’artefice di questo ennesimo ritardo è stata la società N.A.Fanfulla di Lodi con cui Francioni era tesserato al momento dell’infortunio, la quale chiamando “in ritardo” la sua assicurazione ha fatto slittare di oltre 4 mesi la fase istruttoria del processo. Le altre novità riguardano principalmente la presa di posizione del Comune di Corridonia che finalmente dopo più di tre anni dal fatto, si pronuncia sulla vicenda e lo fà senza mezzi termini.
Infatti, l’amministrazione comunale dichiara che le pedane dello Stadio al momento dell’incidente erano tutte a norma di legge e l’atleta non era autorizzato al loro utilizzo, (ricordiamo che Francioni si allenava in quella struttura da quasi 30 anni), attribuendo la responsabilità se accertata al gestore, ovvero il Comitato Ippico di Corridonia con il quale il Comune nel Luglio del 2011 aveva stipulato un contratto (n.d.r. contratto peraltro “prorogato” anche per il 2014) per la gestione dell’Impianto “Martini” in una sorta di scaricabarile tipico dei giorni nostri, che la rottura del tendine rotuleo dell’atleta non sia da imputare al cedimento della pedana mettendo in dubbio addirittura che si sia verificato tale cedimento strutturale, che l’infortunio abbia potuto determinare il ritiro dell’ex-primatista italiano lasciando intendere che, per evitare tale infortunio l’atleta avrebbe dovuto ” lanciare nella pedana con caduta dell’attrezzo sul campo da calcio principale “.
Il Campione raggiunto telefonicamente nella sua abitazione di Corridonia dove, dopo il ritiro forzato dalle competizioni dovuto ai postumi dell’infortunio, conduce una vita quasi monastica commenta amareggiato: ” Prima abusivo poi simulatore cosa devo aspettarmi ancora? Credo nella giustizia ma la giustizia crederà in me? Nei momenti di sconforto, penso che senso abbia combattere questa battaglia per avere giustizia e che sia forse meglio arrendersi di fronte ad un certo tipo di potere. Poi invece, grazie alle centinaia di cenni di solidarietà che ricevo dal popolo di internet, gente per bene che ha a cuore la sorte del paese e pretende che la giustizia trionfi, trovo le motivazioni necessarie che mi spronano ad andare avanti” – conclude Francioni – ” Mi chiedo inoltre quale sia l’effettivo ruolo delle assicurazioni che nel momento del bisogno invece di sostenere chi subisce un torto trovano mille cavilli per non far fronte ai loro obblighi. Fin quando ci saranno istituzioni che si comportano in questa maniera e fin quando gli atleti saranno considerati componenti di seconda serie nel pianeta sportivo ad ogni livello, sarà purtroppo per me uomo di sport impossibile distaccarmi da questa analisi negativa. ”