Sarebbe opportuno pronunciare a uno a uno i nomi dei bambini scomparsi nella Terra dei fuochi.
Ma i nomi si dimenticano, scompaiono facilmente dallla nostra mente, lasciando il posto solo al ricordo di sorrisi spezzati; facce che non abbiamo mai visto, eppure ci sembra di accostarle a quelle di un nostro figlio o nipote.
“Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’umanità” diceva John Donne.
Ogni nuovo lutto nella Terra dei fuochi ci appare solo come un altro ticchettio di un orologio che sembra non volersi guastare. Eppure ognuno di quei suoni è una lesione a noi stessi.
Mercoledì 22 gennaio, padre Maurizio Patriciello si è recato in visita al Quirinale presso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, insieme alle mamme dei bambini morti di tumore.
Ad alcuni dolori non si può rispondere che con il silenzio e, infatti, il colloquio è stato scandito da promesse, ma anche da momenti di commozione.
Il Presidente Napolitano ha ascoltato con attenzione i racconti delle madri e del parroco, volendo affrontare la crisi della gestione dei rifiuti tossici anche e soprattutto da un lato umano, partecipando al dolore di chi vive giorno dopo giorno nella sua stessa terra natia.
Padre Maurizio ha dichiarato di aver discusso con il Presidente della sua paura circa i numerosi agganci della malavita anche in ambito scientifico e, dunque, della possibilità che la camorra possa intromettersi adesso negli appalti pubblici e manomettere le future bonifiche.
Il Presidente Napolitano ha garantito il massimo impegno da parte sua e di tutte le istituzioni per riuscire ad arginare un problema che sembra inarrestabile e adoperarsi perchè non si parli di un problema solo campano, ma di tutto il Paese.
Inoltre, l’emergenza sta assumendo una rilevanza sempre maggiore: lo schieramento dell’esercito nelle nostre zone sta portando il business dello smaltimento illecito anche in altre regioni, ma “non vogliamo che tragedie come la nostra si verifichino di nuovo in altri territori” ha detto Don Maurizio.
Due giorni dopo l’incontro, Padre Maurizio ha anche scritto una lettera su Facebook, indirizzata a tutti coloro che, spesso, lo offendono, attaccandolo di un eccessivo pacifismo e tolleranza verso le istituzioni che, in passato, hanno chiuso gli occhi davanti al problema.
Il parroco ha sottolineato che far polemica è inutile e sterile: solo con la collaborazione e col dialogo è possibile raggiungere concreti risultati. Il percorso è ancora lungo e tortuoso, ma la speranza è l’ultima a morire.