Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’unità d’Italia, si rischia di far prevalere la retorica e di ascoltare discorsi ampollosi, di circostanza, perdendo di vista ciò che agli Italiani occorre per cementare la coesione nazionale. E’ a un’Italia unita non solo dalla Lingua, dalla Storia, dalla Cultura e dalle Tradizioni che io penso, ma a un Paese unito nei cuori. Amo, allora, una Nazione unita dai valori della democrazia sostanziale e della solidarietà; quella che si occupa delle fasce deboli della popolazione: anziani, malati, disabili, disoccupati, precari, giovani senza futuro; quella che ridistribuisce le risorse in maniera equa togliendo ai ricchi per dare ai poveri, il cui numero aumenta sempre di più; quella che sa porsi in ascolto dei bisogni dei cittadini, perché ciascuno e tutti non si sentano defraudati dei loro diritti; quella che non considera un optional il compimento dei doveri connessi ai ruoli che si svolgono nei contesti familiari, sociali e professionali; quella che scova con determinazione gli evasori fiscali, per far pagare a tutti le tasse; quella che manda in galera chi commette reati senza far sconti a nessuno, assicurando la certezza della pena e la riduzione dei tempi della giustizia.
Amo l’Italia che non ha paura, pur nella necessità della regolazione dei flussi migratori , di accogliere gli stranieri, memore dei suoi figli che in passato si sono ricostruiti la vita in terre lontane dalla Patria; amo l’Italia che avverte forte l’esigenza di pace, di giustizia, di uguaglianza effettiva, pilastri sui quali si fonda la vera unità, sostanziata di spirito di condivisione e di cooperazione, al di là delle differenze dei punti di vista; amo l’Italia dove i politici servono il bene comune e non la carriera, il municipio e non i calcoli di scuderia, il tricolore e non la bandiera di partito; che ripudiano, per questo, le subdole perfidie contro gli indifesi e gli accordi disonesti a vilipendio della rettitudine e dell’agire trasparente e limpido; amo l’Italia dove il federalismo non accentua la distanza tra le diverse aree del Paese , ma è “solidale, realistico e unitario”, valorizzando le diverse culture regionali e le specificità nel bene reale per tutti; un federalismo, dunque, che contribuisca ancora di più a realizzare la coesione nazionale, con la consapevolezza, da parte delle Regioni, dell’interdipendenza crescente. Amo l’Italia, quindi, che fa tesoro di quanto affermò Giovanni Paolo II al convegno ecclesiale di Palermo nel Novembre del 1995: “Spetta alle genti de Sud essere le protagoniste del proprio riscatto, ma ciò non dispensa dal dovere della solidarietà l’intera Nazione”. Per questo amo l’Italia che non considera il Meridione “una palla al piede”, infettato totalmente dalla criminalità organizzata, dall’inciviltà della sua gente e dalle colpevoli inadempienze amministrative, ma una composita realtà dove, per amore della verità, si deve riconoscere che dalle tenebre del degrado (innegabile, certo ) emergono le luci di un’intelligenza creativa, di una cultura viva, di un’energia incontenibile, di valori profondi e raggi luminosi di tante persone coraggiose, capaci di lottare contro il malaffare e l’illegalità, fino al sacrificio della vita ( Falcone, Borsellino,don Puglisi, don Diana, Vassallo…). E’ questa la gente del mio Sud che io amo, gente che lavora onestamente, “riga dritto”, pur subendo gli effetti della criminalità grande e piccola; persone della stessa tempra morale di meridionali del passato, che lasciarono il proprio mondo affettivo, i campi assolati, i paesini a misura d’uomo, i profumi e i sapori della propria terra per emigrare al Nord , contribuendo con sudore e sacrifici immani e sopportando cocenti umiliazioni, allo sviluppo economico del Settentrione e al progresso della nostra Italia. Non dimentichino ciò i connazionali leghisti, in questo giorno importantissimo per tutti gli Italiani!
Amo l’Italia che valorizza al massimo le proprie bellezze naturali, il preziosissimo e inestimabile patrimonio artistico che tutto il mondo ci invidia, per sviluppare il turismo e creare lavoro per i nostri giovani; è una vera vergogna che l’artista casoriano, Antonio Manfredi, sia costretto a rivolgersi ad un ‘Autorità istituzionale tedesca per chiederle di adottare un importante museo da lui fondato; amo l’Italia dove la scuola, l’istruzione e la formazione universitaria godano dei necessari investimenti per il futuro dei ragazzi; amo l’Italia che sostiene la famiglia, una risorsa, purtroppo, dimenticata dai politici, benché contribuisca enormemente a tenere compatta la società civile, contrastando lo sfilacciamento del tessuto sociale. E’ questa l’Italia che amo, l’Italia dei Dante, dei Petrarca, dei Leopardi, dei Manzoni, dei Montale, dei Quasimodo, degli Ungaretti, dei Galilei, dei Colombo, dei Meucci, dei Marconi, dei Da Vinci, dei Michelangelo e di tanti, tantissimi Italiani che hanno reso grande la nostra Patria. Amo e sono soprattutto orgoglioso di un’Italia in cui politica, amministrazione pubblica, mondo lavorativo, comunità urbane, ecclesiali e familiari si lascino pervadere da forti motivazioni morali e civili, perché le inevitabili diversità non si trasformino in estraneità, ma costituiscano una ricchezza che crei rispetto reciproco, stima vicendevole, concordia, solidarietà, valori da promuovere per non rendere inutile il sacrificio di tutti gli Italiani che , nel passato, hanno lottato per un’Italia unita, libera e democratica.