Scrivente; Salvatore Sarti. Traversa Michelangelo, 35 80026 Casoria (na.)
A Sua Santità Papa Francesco.
Carissimo fratello, Sua Santità Papa Francesco, in primis vorrei ringraziare per la risposta ricevuta e per la benedizione impartitomi. Il libro che Le ho donato, (“La civiltà verso l’esame di maturità” una bandiera di cellofan? Dall’Italia per il mondo) oltre ad un omaggio, La pregherei di considerarlo un messaggio, il quale se compreso in un’ottica di divina spiritualità, andrebbe divulgato in tutta la globalità terrestre. Non lasciamo più tempo e spazio al male! Ricordiamoci di Gesù quando dibatté con i dottori, con i farisei, dove l’umiltà non fu per niente considerata, nonostante la grande verità! Ora non è più il tempo delle ostilità tra religioni, tra
ideologie, tra filosofie e relative denominazioni, né delle grandi parole inerenti a buoni e umani propositi. Tutto ciò ci ha guidati fino a una certa maturità tesa alla globalizzazione e ora siamo a un bivio il quale non c’è concesso ignorarlo. Continuare su questo cammino ci avviciniamo sempre di più al fallimento totale, man mano il marcio prevarrà sempre di più sulle parti sane fino a un impossibile recupero. Io sono fiducioso di possibili interventi, però imminenti, per evitare catastrofi. Allora, questo è il tempo dell’agire, dei fatti, ora è il tempo dell’Amore da esplicarlo con concretezza, con saggia “realizzazione” passando dalle speranze alle certezze. Non più solo preghiere nell’invocare miracoli, giacché, spesso alcuni miracoli, pur se fatti da nostro Signore, sono materializzati attraverso l’intelligenza e il sapere umano e, a tutto ciò c’è bisogno di stimoli, iniziative, specialmente quando l’umanità, forse ignara, vive momenti di fossilizzazioni, schiava dei tanti sistemi, forse già remoti e quindi inadeguati alle tante evoluzioni di questo modernismo irto d’incertezze e con cuori oramai avvelenati all’eccesso, in oscuri sentieri esenti da ogni ombra, poiché senza un barlume di luce. Santo Padre, io La seguo in tutte le sue pubbliche preghiere, apprezzo tantissimo le sue parole semplici ma penetranti, Lei va decisamente al cuore delle tante problematiche le quali attanagliano le fasce e i popoli più sofferenti della terra. Lei, Sua Santità, è un sapientissimo “medico”, purtroppo, non essendo un politico e non possedendo un’egemonia totale, fa quel che può, al massimo delle proprie possibilità economiche e logistiche, e gli impegni internazionali della chiesa cattolica sono sotto gli occhi di tutti, “un pensiero lo esprimo per i tanti martiri missionari”. Dicevo; è un sapientissimo medico, ma,,, Lei lo sa benissimo, l’operato di un medico è diretto sempre verso un ipotetico malato e, poiché si suppone che i milioni di fedeli che La seguono sono dei potenziali “sani”, però sofferenti, perché sottoposti alle pressioni di tanti “potenti” , in primis statisti corrotti, credo che la sua Sapiente medicina dovrebbe curare questi ultimi, ma, per la loro sordità, la loro cecità, per la loro ipocrisia non basterebbero mille Papa Francesco e mille sue medicine. Per questo ho voluto scrivere il mio libro; La civiltà verso l’esame di maturità, ma io non sono un carismatico, non sono un politico, ” e comunque se lo fossi, di certo, sarei molto lontano da quel che penso, poiché sarei anch’io corrotto e quindi cieco e sordo” da poter divulgare le mie modeste quanto “suscitanti” scritture, tali da tastare il polso dei diretti responsabili dell’andamento umano. Per tutto quanto detto, pregherei la Sua umilissima entità, ritrovandosi in una posizione ottimale e già partecipe al mio “progetto”, a far sventolare su una guglia della sua città “del vaticano” una bandiera di cellofan e invitare tutti gli uomini di stato nel mondo a fare altrettanto, consigliando a essi il seguire oggettivamente i principi de “I doni di Dio e le razzie dell’uomo”, capitolo determinante e conclusivo del mio testo. Nel nome dell’umanità sofferente e di chi mai potrà gridare al mondo il proprio dolore per puro altruismo. Lei può! Pace.
Salvatore Sarti