Dal 21 aprile al 5 maggio 2017 al Kesté, in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli a Napoli, Agostino Rampino proporrà ‘Sings and Spot’, progetto sperimentale di ricerca e studio del segno grafico che inizia nel 2013.
L’artista prende ispirazione da una teoria sociologica contemporanea, che prende spunto a sua volta da un precedente concetto del sociologo Mc Luhan che riteneva che “il contenuto di qualsiasi media è sempre un altro media”. Si tratta di quella che Bolter e Grusin chiamano “teoria della rimediazione”, ovvero della ripresentazione di un media in un altro. L’artista ritiene che tale concetto possa essere applicato all’arte.
Attraverso l’arte digitale, ovvero attraverso la fotografia digitale, ripresenta un fedele facsimile del vecchio contenuto senza alcuna alterazione, riproducendo segni che sembrano essere stati realizzati con vecchie tecniche artistiche. Sembrano incisioni, disegni a carboncino o a china, tutto tranne che fotografie.
L’artista rielabora forme e colori della realtà piegandola ad esprimere i propri sentimenti, assolvendo alla funzione emozionale dell’arte. Contemporaneamente assolve anche alla funzione provocatoria perché la forma inusuale dei segni raffigurati nelle fotografie, sollecita un nuovo modo di guardare le cose e di concepire la realtà, l’arte e la bellezza. I segni creano confusione tra ciò che rappresentano e ciò che sono realmente, dando una nuova percezione visiva, oltrepassando i limiti della “cornice”, trascendendo la realtà. L’artista giunge dunque al suo obiettivo di digitalizzare le vecchie tecniche artistiche attraverso la dinamica della “rimediazione” conducendo lo spettatore ad immaginifiche visioni, dando vita così ad un modo di concepire la fotografia completamente nuovo, originale ed informale.